1,38 miliardi di euro. A pensarci, la cifra che hanno investito in totale i club della Premier League per rafforzare le proprie squadre fa paura. Eppure è reale. Soldi derivanti dall'altissimo prezzo dei diritti televisivi e dagli introiti che la FA garantisce, di conseguenza, ogni anno a tutte le squadre che partecipano a quello che al momento è di gran lunga il più spettacolare fra i campionati europei. In questa sessione estiva, in ogni caso, abbiamo assistito a diversi modi di approcciare il mercato: col senno di poi giudicare è facile, ma risulta evidente come alcune squadre si siano mosse nella giusta direzione, altre magari meno, altre non si siano mosse per niente (che magari non è malissimo, visti i risultati in campo). Analizziamo per gradi le big e le sorprese di quest'estate, andando in ordine di rendimento.
Non saranno campioni in carica ma Manchester City e Manchester United sono pronte a darsi battaglia in questa nuova entusiasmante stagione con il chiaro obiettivo del titolo in testa. Strategie di mercato diverse: gli Sky Blues hanno puntato su un terzetto di giocatori affermati (Bravo, Gundogan e Nolito) e su giovani d'avvenire certo, seguendo la linea di Guardiola, ovvero calciatori tecnicamente pronti. Totale? 213 milioni di euro, maggiore spesa fra tutti i campionati europei. Subito dietro i cugini, che si accontentano di 28 milioni in meno di esborso, ma di una squadra più lunga e del colpo dell'estate: 105 + 5 eventuali milioni di euro e Pogba torna ai Devils, assolutamente il simbolo di una rinascita che sembra stia avvenendo. Accanto a lui i nuovi pilastri, Ibra e Bailly, al servizio del sergente Mourinho. Sono loro le squadre che si prendono il voto più alto, grossi investimenti, delle rose rafforzatissime e un confronto già alla prossima giornata.
In seconda fila, ecco il Leicester di Ranieri e il Chelsea di Conte: movimenti oculati e spese non eccessive per i primi, un finale da top invece per i secondi, che avranno pure perso Cuadrado ma hanno preso David Luiz e Marcos Alonso nelle ultime 48 ore e si piazzano al terzo posto dei club d'Oltremanica con le maggiori spese, circa 141 milioni. Le Foxes, invece, con una linea verde allungano e di parecchio la panchina, viste le quattro competizioni da affrontare in questa stagione. Musa ha già fatto capire che sa fare cose importanti, al tramonto è arrivato anche Islam Slimani, algerino con un curriculum niente male a chiudere un reparto offensivo monstre. Auguri ai protagonisti della favola dello scorso anno, confermarsi sarà dur(issim)a...
Scendiamo ancora un po' ed ecco il Liverpool di Klopp all'opera: la difesa non convince ma l'attacco è da sogno. Insomma un difetto grave non riparato, ma restano i colpi Wijnaldum e Mané da scrivere. Al loro fianco il Tottenham di Pochettino che sente la concorrenza ma anche il peso del terzo (virtualmente secondo, con crollo totale a fine stagione ad obiettivo raggiunto) posto dello scorso anno. Una mediana di quantità con Sissoko e Wanyama: compenserà la qualità dei 4 davanti? Altro problema quello della panchina non troppo lunga, ma non filtra estrema preoccupazione. Ci troviamo sempre su un buon livello.
Proseguiamo con Arsenal e West Ham, con entrambe che nel finale hanno cercato di avvicinarsi alle prime della classe. I Gunners hanno infatti aperto col botto (costosissimo, Xhaka), hanno sondato tantissimi nomi, alla fine è arrivato Mustafi ed a ruota Lucas Perez. In mezzo il colpo criptico Asano, scommessa asiatica lanciata da Wenger. Stop, 118 milioni per questo e quarto posto nella classifica delle spese, con un bilancio della sessione così così. Gli Hammers invece non hanno combinato alcun disastro, ma hanno puntato più sulla quantità che sulla qualità. 2 terzini, 2 centrocampisti, 2 attaccanti. Il migliore è Simone Zaza, reduce da un Europeo che è finito male e riserva tutto l'anno alla Juventus, costo di 25 + 3 eventuali milioni di euro.
Chiusura del cerchio con i nostri connazionali alla guida di Swansea e Watford, Guidolin e Mazzarri. Il primo non vanta niente di particolare in entrata, al di là dei colpi Llorente e Borja Bastòn, al netto però di una serie spaventosa di cessioni di big: bocciato. Per il secondo una vera e propria rivoluzione dell'organico dello scorso anno: undici i volti nuovi presenti nella prossima stagione per gli Hornets, che però sul campo, per adesso, non convincono nemmeno loro (a livello di risultati). Dunque ci aspettiamo una progressione da parte di entrambi, come sicuramente ci sarà, al netto della sessione estiva.
1,38 miliardi sono tantissimi, quasi quante sono le emozioni che regala questo campionato...