Bentornata, Premier League. Bentornate, partite ricche di gol, spettacolo e divertimento, giocate a viso aperto e... difese approssimative. La prima goleada della stagione non si fa attendere e già alla prima giornata Arsenal e Liverpool infiammano l'Emirates in una gara terminata 3-4 in favore degli ospiti, più cinici nello sfruttare i momenti di sbandamento mentale degli avversari. Wenger può recriminare per le troppe assenze, ma anche per le rinunce da lui stesso attuate dal primo minuto e da un mercato che ha stentato a decollare dal punto di vista difensivo, mentre dal canto suo Klopp si gode la sua creazione, ancora tutta da elaborare, ma avviata nel migliore dei modi nel segno del solito Coutinho.
Nonostante la buona intensità messa in campo sin dall'inizio, la gara inizia a carburare leggermente tardi e le occasioni latitano, se si escludono un paio di conclusioni, una per parte, firmate da Ramsey e Clyne, entrambi centrali e senza problemi per i portieri. Buona parte del primo tempo si sviluppa sulla corsia mancina del Liverpool, croce e delizia, tanto che intorno al giro di boa Bellerin deve anticipare Coutinho con un mezzo miracolo in allungo che va a buon fine, ma dietro Alberto Moreno continua a mandare segnali di sofferenza e distrazione, a partire da un colpo di testa scellerato con l'obiettivo di liberare Ramsey in area, il cui controllo non è perfetto e permette la chiusura ancora dello spagnolo. Sempre il gallese ci prova anche da centrocampo, non inquadrando lo specchio.
Il Liverpool prova a scuotersi passando da un paio di iniziative sulla destra che portano a poco, mentre dall'altra parte sempre Moreno distrugge quanto di buono costruiscono i suoi compagni di reparto. Alla mezz'ora entra scriteriatamente su Walcott in piena area, provocando un rigore tanto netto quanto inutile: lo stesso inglese però, incaricatosi della battuta, incrocia a mezza altezza permettendo a Mignolet di allungarsi e parare. Il 14 si fa perdonare due minuti dopo, quando capitalizza con il diagonale un assist al bacio di Iwobi su un'azione nata da una palla recuperata da Coquelin. I Reds subiscono inizalmente il contraccolpo, attaccando in maniera confusa e divorandosi anche un'occasione con Wijnaldum, il quale a rimorchio cerca la rifinitura anzichè la potenza e permette la presa di Cech. Al pareggio provvede allora Coutinho nel primo minuto di recupero, disegnando su punizione dai 25 metri una traiettoria irresistibile che si infila magistralmente all'incrocio, mandando le squadre a riposo sull'1-1.
Il gol rinfranca il Liverpool e distrugge mentalmente un Arsenal che subisce totalmente l'avversario in apertura di ripresa: al 49' Wijnaldum manda fuori giri la difesa con un cambio di direzione e pennella sul secondo palo, dove Lallana controlla di petto e col destro insacca il vantaggio Red. La reazione Gunner viene impedita dalla fiducia della squadra di Klopp, rapida nella gestione del possesso e decisamente più in movimento, tanto che dall'ennesimo spunto di Clyne, solito stantuffo a destra, arriva il cross basso e la chiusura di stinco di Coutinho che fa 3-1. Rischio di replica immediata sventata da Cech, di puro riflesso sempre sul brasiliano ispirato da Firmino, ma la confusione per gli uomini di Wenger prosegue, così come la sfortuna, tanto che il francese è costretto a due cambi per problemi fisici (Chamberlain e Cazorla per Iwobi e Ramsey). Ormai però la situazione va degenerando, e al 63' Mané si inventa un'azione personale pazzesca, in velocità tra due partendo da destra e chiudendo col sinistro sul palo lungo.
In fotocopia è anche il 2-4 che accorcia le distanze, firmato da Oxlade-Chamberlain: spezza il raddoppio sulla sinistra, rientra sul destro e chiude sul primo palo, con la complicità di un Mignolet incerto, impatta ottimamente la partita. Le sostituzioni, Xhaka compreso, aiutano l'Arsenal a rialzare la testa e tornare anche con la testa nella gara, e proprio con la testa Chambers realizza a un quarto d'ora dal termine la terza rete dei padroni di casa, in anticipo sulla palla tagliata su punizone dalla trequarti di Cazorla. Klopp si infuria, i frutti della sua rabbia si materializzano in campo sotto forma di maggior attenzione difensiva ed abnegazione: i Gunners si ritrovano ingabbiati e senza Giroud, rientrato tardi dalle vacanze, faticano a pungere dentro l'area. Il gol lo sfiora per due volte il Liverpool nel finale, conclusioni di Henderson e Firmino deviate di poco a lato della porta. Ma basta questo, per conquistare tre punti: Klopp alza le braccia al cielo, per Wenger è tempo del primo esame di coscienza.