Vittoria con il brivido per Guardiola sulla panchina del Manchester City. Al debutto ufficiale con i citizens, il tecnico spagnolo ottiene i primi preziosissimi tre punti con un'autorete di McNair nel finale. Ad aprire le danze ci aveva pensato il solito Sergio Aguero al 4', il pareggio dei Black Cats è arrivato nella ripresa con Jermaine Defoe: poi, la beffa. Buone risposte per Guardiola, che deve fare a meno per il momento di alcuni nuovi acquisti come Gundogan e Sané, oltre l'importantissimo veterano Kompany.
Pep Guardiola non si smentisce mai, l'etichetta di rivoluzionario l'ha ricevuta nel reparto maternità, alla nascita, insieme a nome e cognome. Nel debutto con i citizens, regala già i primi assaggi del guardiolismo pesante che ha invaso l'Europa del pallone da sette anni a questa parte: decisioni di carattere, esclusioni eccellenti e sistema libero. Con il Sunderland, Joe Hart si accomoda prontamente in panchina: Willy Caballero è il prescelto per la prima di Pep. Yaya Tourè addirittura in tribuna. Altra novità, che in realtà non stupisce più di tanto è Alexander Kolarov centrale difensivo: non stupisce poichè il serbo, durante la tournée, è stato provato ripetutamente in quella posizione. Una scelta probabilmente dettata dal buon piede in impostazione dell'ex Lazio, attendendo il ritorno del capitano Vincent Kompany. Nessun timore anche nel gettare nella mischia il neo acquisto multimilionario Stones, subito in campo dal 1' a discapito di Otamendi. Unico centrocampista schierato, che può vantare qualità prettamente difensive è Fernandinho. Il brasiliano "regge" la folta schiera di trequartisti, composta da Nolito-Sterling sugli esterni e De Bruyne-Silva in mezzo. L'unico riferimento in avanti è rappresentato da Sergio Aguero.
Non poteva capitare avversario peggiore per il nuovissimo Sunderland di David Moyes: prima giornata 2016/17 da incubo, in quel di Manchester, luogo che evoca bruttissimi ricordi nella testa del coach scozzese. L'ex United disegna i Black Cats con un classicheggiante 4-2-3-1 conforme al modello inglese. Tra i pali, l'italianissimo ex Arsenal Vito Mannone; davanti a lui, linea a quattro con Love e van Aanholt e Kone-Kaboul coppia centrale. In mezzo al campo, una vecchia conoscenza del City rappresentata da Jack Rodwell: l'inglese nel ruolo di play fiancheggiato da O'Shea. Poi, Fabio Borini con Watmore e Gooch supportano l'unica punta, l'inossidabile Jermaine Defoe.
Una manciata di minuti, giusto il tempo della rincorsa del Kun Aguero dal dischetto e del suo tiro potente e affilato che trafigge Mannone: è il quarto di gioco, è la prima rete ufficiale della nuova era Guardiola. La mano dell'allenatore si vede eccome, non solo nelle scelte sopra elencate: nell'atteggiamento e nella disposizione tattica il gruppo sembra essersi convertito totalmente al credo del tecnico iberico. Impossibile non notare le colossali modifiche, i primi appunti segnalano un David Silva con un raggio d'azione più arretrato: più campo davanti, più opzioni nello smistamento laterale e verticale. Bacary Sagna stringe spesso in mezzo al campo, sostenendo la manovra e Fernandinho nello schermo. Grande variabilità e alternanza tra coloro che dovrebbero fornire incisività nell'ultimo passaggio: Kev De Bruyne, Raheem Sterling e Nolito.
Partenza migliore, dunque, non poteva presentarsi per il Manchester City. Nell'impianto dell'Etihad Stadium, il City amministra il pallone a proprio piacimento, tocca vette altissime nel possesso durante il primo tempo con picchi superiori all'80%. Non c'è da stupirsene, è normale tale qualità con i club di Guardiola. Raheem Sterling corre via in area di rigore, van Aaholot lo atterra ingenuamente costringendo l'arbitro Madley ha fischiare: come detto, Sergio Aguero esegue con freddezza il penalty. Poi, tante transizioni, giro palla, scambi al limite dei Black Cats ma sostanzialmente la sterilità la fa da padrone, producendo appena qualche conclusione dalla distanza di De Bruyne e Aguero. Il Sunderland prova, ovviamente, a sfruttare le pochissime occasioni che riesce a creare: nel caso, pericoloso nel finale Jermaine Defoe con una conclusione insidiosa sulla quale c'è l'ottimo intervento di Caballero.
La sfida davanti al sold out skyblue riapre ripercorrendo le stesse orme della frazione precedente: il City comanda, il Sunderland ubbidisce in attesa di "un qualcosa". La primissima reale chance dei padroni di casa tarda ad arrivare, il cronometro segna il sessantesimo quando Nolito colpisce dopo una mischia selvaggia in area e manda di un nulla fuori. Ma i citizens si adagiano sugli allori di una prestazione comunque di carattere e non finalizzano. Ecco, allora, arrivare quel qualcosa per i Black Cats al 71'. Non è un gatto, ma un vecchio volpone sicuramente: Jermaine Defoe è implacabile sotto porta, riceve dopo un'azione corale e una bella imbucata centrale di Borini insaccando alle spalle di Caballero. I Citizens tentano di ricomporsi e proporre un assalto deciso alla fortezza sempre più granitica di David Moyes, inserendo in campo forze fresche quali Jesus Navas e Iehanacho. Il sorpasso decisivo arriva con un'autorete del Sunderland, quella di McNair a tre minuti dalla fine. Una beffa atroce per i gatti neri, tre punti importantissimi per Guardiola e i suoi.