Mazzarrismo d'esportazione per la nuova stagione del Watford, giunto al passo della conferma dopo la buona prima parte di stagione, seguita da un crollo abbastanza verticale ma che non ha comunque precluso una tranquilla salvezza. Certo è che accarezzare il settimo posto per tre giornate poco prima del giro di boa, per poi crollare fino al tredicesimo posto di fine campionato, non ha sicuramente aiutato la conferma di Sanchez Flores, passato ora sulla panchina dell'Espanyol. Al suo posto, come anticipato in apertura, è stato scelto Walter Mazzarri, forse a sorpresa vista la poca esperienza internazionale, ma il biglietto da visita della scuola italiana è stato troppo forte ed attrattivo per la società della famiglia Pozzo.

Non serve nascondere i dubbi sul rendimento dell'ex allenatore di Napoli e Reggina in un campionato differente come la Premier League. Da un lato il tecnico toscano ha sempre dimostrato di saper lavorare efficacemente con squadre di medio/basso livello di Serie A, rimediando un solo esonero nella sua carriera, fallendo solo in realtà l'appuntamento più importante, l'Inter, con una rosa oggettivamente di livello non sufficiente per ambire a certi traguardi. Dall'altro sussistono tutte le incognite del caso per la differenza di calcio che si pratica in Italia e in Inghilterra: il 3-5-2, che sarà il modulo di riferimento anche al Watford, potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio, considerato lo scarso successo del sistema di gioco in Premier League

Ovviamente una buona percentuale della riuscita dipenderà anche dalla qualità degli interpreti: la rosa attuale a disposizione sembra più che sufficiente per salvarsi, ma le insidie sono dietro l'angolo. Si parte come sempre dalle certezze, ovvero il tandem d'attacco Deeney-Ighalo, confermatissimo dopo i 29 gol della scorsa stagione e il rifiuto del nigeriano di volare in Cina e guadagnare milioni su milioni. Offerta che il Watford ha rispedito al mittente su richiesta del giocatore. In attacco si registra un'interessante abbondanza, dovuta anche all'arrivo di Success dal Granada, giovanissimo prospetto classe 1996 tutto da costruire ma dotato di grande velocità e tecnica. Un solo ritocco a centrocampo con il ritorno di Doucouré dal prestito, sempre dal Granada, non a caso altra società dei Pozzo.

Qualche rinforzo in più invece è arrivato sulle fasce: con lo spostamento di Nyom da interno della difesa a tre, si è liberato lo slot di esterno destro, prontamente occupato dall'innesto di Dja Djédjé, acquistato dal Marsiglia per una cifra quasi ridicola rispetto al potenziale (3,5 milioni di Euro). Inoltre Mazzarri si è portato il fedelissimo Zuniga, in tremendo calo ma pupillo ai tempi del Napoli, in cerca di un rilancio che dovrà guadagnarsi duellando con Holebas per il posto da titolare. Un 3-5-2 molto muscolare dunque prima che di velocità, come testimonia un centrocampo dove forse latita la tecnica ma non manca quell'energia, fisica e mentale, necessaria per arrivare alla salvezza, obiettivo primario da perseguire prima di pensare di guardare in alto, anche se realisticamente pensare di arrivare oltre il decimo posto sa di miracolo.