Partono sfavoriti, certo, non potrebbe essere altrimenti. L'europeo del Portogallo non è stato entusiasmante ne per qualità di gioco, ne per efficacia. Ebbene, come è possibile che una squadra giovane, senza grandi idee e con un fuoriclasse a mezzo servizio abbia sbaragliato la concorrenza di tutte le sue avversarie? La risposta può essere diversa a seconda dei punti di vista. Molti propendono per un torneo fortunato, ma non può essere solo questo fattore ad influenzare un cammino lungo e complicato come quello fatto ad Euro 2016.

Probabilmente, la risposta si trova nella mente di Fernando Santos, commissario tecnico dei Lusitani che, nonostante acclarate difficoltà, è riuscito a mascherare alla perfezione le molte imprecisioni di questa Selezione. Giunto sulle ceneri di un mondiale brasiliano catastrofico, Fernando Santos, laureato in ingegneria prima di esser stato calciatore, allenatore e commissario tecnico, ha raccolto la sfida di riportare in cima all'Europa la scuola calcistica Lusitana. I passi in avanti di questa Nazionale sono stati molti, ma spesso insufficienti per entrare nell'elite del calcio: alla vigilia di questa rassegna continentale, la squadra portoghese era quotata come possibile favorita ma solo in relazione alle condizioni e al rendimento di Cristiano Ronaldo, stella più luminosa di Euro 2016. Ad oggi, sei match alle spalle, CR7 ha messo a segno tre reti e due assist, ma il suo rendimento è stato classificato come insufficiente, in alcuni casi gravemente insufficiente. 

Il Portogallo. Fonte foto: Squawka,com

Eppure, questa Squadra, ha in se qualcosa di magico e misterioso. Deludente ai limiti dell'eliminazione nel group stage, il Portogallo ha superato il turno con tre pareggi, tante critiche e un gioco davvero povero. La regola dei ripescaggi è andata incontro ai Lusitani, doppiamente favoriti dal fatto che il tabellone li abbia inseriti nella parte alta, proprio quella sprovvista di Nazionali più blasonate ed accreditate. Da quel momento in poi, dopo lo scellerato 3-3 venuto fuori con l'Ungheria, la squadra di Santos ha cambiato modo di pensare ed interpretare calcio, passando da un atteggiamento propositivo mirato al possesso palla e alla ricerca di spazi, ad un atteggiamento che si discosta dal classico stile portoghese: 4-4-2 stretto e compatto, composto da due linee di quattro dietro alla palla. Tanta densità, tanto lavoro del centrocampo, e carta bianca agli attaccanti - atipici -, nelle ripartenze. 

I nuovi dogmi di Santos hanno funzionato ad hoc nell'arduo ottavo di finale con la corazzata Croazia. La Nazionale di Cacic, complice la qualità del suo possesso palla, ha modificato involontariamente il modo di porsi in campo del Portogallo, diametralmente opposto rispetto ad una fase a gironi in cui, seppur generando molte potenziali occasioni, ha concluso con scarsi risultati. 

Fonte grafico: Squawka.com

La mappa di calore legata a Cristiano Ronaldo nel match con la Croazia. Il fuoriclasse di Madiera gioca a sinistra, ma spesso e costretto a rientrare anche nella propria metà campo per dare una mano al nuovo Portogallo degli operai. E' incredibile il fatto che uno come lui non entri praticamente mai nell'area di rigore avversaria. E' decisivo nell'azione del gol, ma allo stesso tempo rappresenta lo specchio in cui si riflette un Portogallo davvero sterile in fase d'attacco.

Entrati nella fase ad eliminazione diretta, la Nazionale di Santos è passata alla ritirata, consapevole che attaccare - in modo sterile - con la Croazia avrebbe portato solo grossi guai. Il 4-4-2 disegnato per l'occasione ha messo in luce una squadra finalmente unita, che nel primo tempo però, va ammesso, non ha mai superato la propria metà campo. Il lavoro degli esterni di centrocampo, André Gomes e Joao Mario, si è rivelato prezioso, ma quasi esclusivamente in fase di contenimento, lasciando Nani e Ronaldo estranei dal gioco. 
Al termine di un primo tempo soporifero, Santos ha inserito Renato Sanches con l'obiettivo di muovere anche in avanti il raggio d'azione della squadra. Mossa vincente. Sanches, forza della natura con testa e piedi da predestinato, ha dato un'impronta diversa alla sfida anche se il posizionamento del resto della squadra, e in particolare del duo Adrien Silva - William Carvalho, non ha esaltato la classe del 16 che si è limitato ad un compito di interdizione. 
A dire il vero Fernando aveva già messo in preventivo lo scarso contibuto tecnico del suo centrocampo visto che i compiti di Carvalho e Adrien erano esclusivamente quelli di seguire a uomo Rakitic e Modric, annullati anche per demeriti dei croati. 

Fonte grafico: Squawka,com

Un grafico che all'apparenza può sembrare un labirinto intrecciato, spiega alla perfezione l'atteggiamento difensivista del Portogallo e di Fernando Santos nel match con la Croazia. Nei novanta minuti regolamentari, la Nazionale portoghese non è riuscita a completare alcun passaggio all'interno dell'area di rigore croata. Nessuno. La fitta ragnatela di frecce a centrocampo, soprattutto nella propria metà campo, lascia l'idea di quello che è stato un match in cui il Portogallo ha deciso di non attaccare come suo solito, anche perché sarebbe stata una tattica suicida data la pochezza mostrata nei match precedenti. Meglio star lì, aspettare, difendere e poi vedere il da farsi. 

Il match voluto dal ct si è sviluppato alla perfezione, e nella stanchezza generale dei supplementari, la freschezza, la gamba e la qualità dei portoghesi ha fatto la differenza. Il contropiede vincente è da manuale del calcio: Ronaldo recupera, Sanches fugge via lasciandosi aperta la doppia chances per scaricare palla. Nani e Ronaldo si allargano, Quaresma si sovrappone. L'azione in area di rigore poi, potrebbe sembrare casuale, quasi fortunosa. In realtà, quella situazione era assolutamente preventivabile. Ronaldo calcia, Quaresma è pronto per la ribattuta. Croazia eliminata

Sanches verso la panchina del Portogallo. Fonte foto: Squawka.com

Il secondo piccolo capolavoro di Fernando Santos e del Portogallo si materializza nei quarti di finale, al cospetto dell'ostica Polonia. Avversario diverso rispetto alla Croazia, la Polonia arriva senza aver concesso nessun gol agli avversari. Pericolosissimi negli attacchi dall'esterno, robusti in mezzo e imperiosi con la fisicità dei centrali, la Nazionale polacca sembra un rivale di alto profilo per questo Portogallo. 
Le difficoltà, esaltano i migliori e il Portogallo dimostra di esserlo anche a Marsiglia, quando va sotto dopo appena 2' di gioco. L'errore della coppia Adrien - Cedric è da matita blu, ma non cambia ne atteggiamento, ne i piani dei lusitani che restano guardinghi e rilassati quasi come il risultato fosse fermo sullo 0-0. 

Lo scorrere dei minuti mostra alla perfezione l'organizzazione tattica della Polonia che, sempre in superiorità numerica a centrocampo, riesce a far girare il pallone verso gli esterni, dato che per vie centrali il lavoro di Adrien e Carvalho si fa sentire con buoni risultati. Krychowiak ad esempio, è costretto ad abbassarsi oltre lecito per andare a gestire il pallone addirittura tra i due centrali di difesa. A seguire il centrocampista però, sempre Renato Sanches, perfetto nei movimenti senza palla così come nel lavoro di interdizione e allo stesso tempo di costruzione in mezzo al campo. 

Fonte grafico: Squawka.com

Il grafico mette in luce le straordinarie qualità di Renato Sanches che ha chiuso il match con il 94% di precisione nei passaggi. Il gioiello del Bayern si è incastonato alla perfezione nel centrocampo di Santos, risultando di gran lunga migliore rispetto ad André Gomes, relegato in panchina con il nuovo modulo. 

Nonostante il preziosissimo lavoro di Sanches, gli esterni del Portogallo, spesso balbettanti nel corso di questo Euro 2016, hanno accompagnato pochissimo l'azione d'attacco, sbagliando per altro, nel momento topico del cross. Anche la stessa idea, il cross, per Nani e CR7 è sbagliata dato che in una difesa con Glik e Pazdan risulta complicato impattare indisturbati palloni scoperti che arrivano dalla trequarti. 
L'apparente confusione del Portogallo, positivo solamente con i due centrali Pepe e Fonte, oltre che a Sanches, si trasforma in un sol colpo. Fernando Santos, sì ancora lui, apporta un cambio in corsa passando al 4-1-3-2. Carvalho si piazza a protezione della difesa, mentre Mario - Adrien e Sanches si portano più in avanti con il doppio scopo di interrompere sul nascere l'azione avversaria, schermando il possesso, e avvicinare i due attaccanti, troppo distanti dalla manovra. 

Ancora una volta Santos ci vede bene e la mossa porta subito i suoi frutti. La Polonia non prende grossi accorgimenti e sullo scambio stretto tra Nani e Sanches, favorito dall'inserimento di Cedric, il Portogallo trova un inatteso e anche un po fortunoso pari. 
Il pareggio di Renato Sanches, scaturito dalla creazione di un nuovo modulo, favorisce anche la fase di non possesso palla portoghese. Con due esterni più avanzati, i Lusitani coprono meglio i pericoli derivanti dalle fasce polacche, marcando a uomo senza permettere ne a Grosicki ne a Kuba di ricevere e partire. Anche Milik, spesso più basso alla ricerca del pallone da scambiare con i compagni di reparto, viene schermato dal lavoro di un prezioso William Carvalho. 

Fonte foto: ultimouomo.com

In questo fermo immagine c'è tutto quello che Fernando Santos ha ordinato ai suoi calciatori. La Polonia porta palla con i propri difensori ma non sa a chi dar palla. Nani e Ronaldo non pressano, ma sono dietro la linea della palla. Krychowiak è troppo basso, Maczynski è statico e ben marcato da Adrien Silva. L'unica soluzione sarebbe scaricare verso un trequartista, ma tutti e tre sono assolutamente braccati. Joao Mario va su Kuba, Renato Sanches su Grosicki e William Carvalho su Milik che si è staccato da Lewandowski per cercare qualche pallone giocabile. L'unica possibilità è il lancio lungo verso Lewa che però, non si vede ma è chiuso dalla fisicità di Fonte e Pepe. Così il Portogallo ha imbrigliato la Polonia.

Il match prosegue sulla falsa riga di questa situazione, con la Polonia che prova ad inserire giocatori più offensivi senza trarre gran vantaggio. Anche Santos fa dei cambi che però, non risultano cambiare di molto le forze in campo. I supplementari sono bloccati e solo i penalty possono decidere la sfida. Kuba sbaglia, Quaresma no. Polonia eliminata

L'ultimo ostacolo verso la finale di Saint - Denis è il Galles. La squadra rivelazione di questo Euro 2016 gioca un calcio simile a quello del Portogallo: non si espone in avanti. Molti uomini a centrocampo, gran dinamismo e ripartenze. Bale è l'uomo simbolo, ma in positivo. Ronaldo dall'altra parte, lo è ma in negativo. CR7 viene da un match bruttissimo, forse uno dei suoi peggiori in assoluto, con la Polonia. I gallesi invece, sono al settimo cielo dopo aver battuto il Belgio, ma non hanno un uomo chiave come Aaron Ramsey, squalificato. 

Lo stacco di Ronaldo. Fonte foto: Squawka.com

Anche per Fernando Santos i problemi di formazione non sono da seconda pagina. L'assenza di William Carvalho squalificato, e quella di Pepe infortunato, sono molto pesanti nell'economia difensiva della squadra che però, non si tira affatto giù col morale. Complice l'assenza di Ramsey, uomo faro del Galles, la manovra dei dragoni non è stata la solita, soprattutto a centrocampo, dove King, Ledley e Allen non sono riusciti a svolgere al meglio il lavoro di raccordo del compagno con il 10. In questa particolare situazione Bale è divenatato uomo a tutto campo, sia per demeriti del Galles, sia per grandi meriti di un Portogallo sempre più intelligente e ben messo in campo. Il 4-4-2, riproposto da Santos a causa dell'assenza di Carvalho, pivote unico nei match precedenti, ha riportato a galla la problematica relativa agli esterni avversari, questa volta, lasciati liberi di muoversi ed avanzare quasi per scelta. 
Infatti, in fase di non possesso palla, Santos ha chiesto un grande sforzo a Nani, abbassatosi sulla linea di centrocampo per chiudere con Joao Mario e Adrien Silva sui tre centrocampisti, poveri di qualità, del Galles. Questa mossa ha pagato i suoi frutti anche se, per contrappasso Cristiano Ronaldo è apparso ancora una volta isolato dal resto della Nazionale lusitana. 

Fonte grafico: ultimouomo.com

In questo fermo immagine possimao vedere con l'aiuto dei vari cerchi, l'atteggiamento del Portogallo che in fase di non possesso palla non ha lasciato alcun tipo di sbocco al centrocampo del Galles. Quando il pallone era fatto girare dai tre centrali gallesi, i tre centrocampisti restavano marcati a uomo: Nani su Ledley, Adrien su Allen e Mario su King. L'unico sbocco era sull'esterno, ma proprio la giocata esterna era voluta da Santos, data la scarsa qualità degli interpreti gallesi. Così la fonte di gioco del Galles è stata facilmente soffocata.

Per ovviare a questa situazione scabrosa, con CR7 chiuso nella morsa dei tre centrali gallesi, Fernando Santos ha provato a spostare Ronaldo a sinistra, sacrificando Joao Mario nel ruolo improprio di attaccante centrale. Nonostante il tentativo potesse essere interessante, anche con la ricezione del pallone da parte del tre volte pallone d'oro, la difesa e la densità del Galles - presente con 8 uomini a ridosso della sua area di rigore - è rimasta intatta per tutto il primo tempo, naturalmente portato a termine sullo 0-0. 

Fonte foto: ultimouomo.com

Da una situazione di difesa ad una d'attacco. La fisicità dei centrali gallesi da fastidio a Ronaldo che è costretto a scambiarsi di ruolo con Joao Mario. Il sacrificio dell'obiettivo del mercato interista non serve a molto, dato che il pallone in avanti non pò essere calciato - vedi marcatura su Nani - mentre con Ronaldo che riceve da Guerreiro, poi in sovrapposizione, la difesa del Galles resta bassa e compatta. Gli otto uomini di Coleman coprono tutta la porzione di campo davanti al proprio portiere e questo genera l'impossibilità di pericolo, anche se il pallone è tra i piedi di CR7. 

Un'altra problematica che si è riproposta nel match con il Galles, ha riguardato lo scarso apporto del centrocampo alla manovra d'attacco. Già nell'immagine precedente abbiamo visto un Portogallo in inferiorità numerica quando attacca sviluppando l'azione palla a terra. L'unico sbocco è creato dai terzini che però devono fare attenzione nel momento in cui vanno ad alzarsi troppo. 
In altri casi, il Portogallo ha deciso di riversarsi in avanti anche se il pallone era ancora in difesa. Gli spazi in campo infatti, sono un problema con cui questa Nazionale convive da tempo e che Santos non riesce a migliorare. 
Con il Galles, Danilo ha preso il posto di Carvalho, ma con Renato Sanches che in diverse fasi di gioco lo ha accompagnato quasi sovrapponendosi al grosso centrocampista numero 13. Nonostante questa situazione si sia verificata in diversi casi, Danilo spesso e volentieri è stato abbandonato dai compagni di reparto. Senza protezione, la difesa, lo smistamento e il recupero della sfera diventano compiti difficili, e il Portogallo, anche con il Galles ha mostrato alcuni limiti in questo contesto di gioco. 

Fonte foto: ultimouomo.com

Situazione emblematica quella nell'immagine qui in alto. I difensori del Portogallo girano palla da sinsitra a destra. I terzini si alzano quasi sulla linea del centrocampo mentre Danilo resta fermo a centrocampo senza alcun compagno al proprio fianco. Il pressing di Robson Kanu lo estromette dal gioco impedendo al Portogallo di giocare corto e centrale. Il modulo che Santos applica in corso d'opera, in genere il 4-1-3-2 che in questo caso è stato rivisto in 4-1-4-1 può essere vulnerabile se i reparti sono troppo lunghi. 

Il piano dell'attento Galles, è naufragato come era lecito attendersi da una parte o dall'altra, su un calcio da fermo. Il corner corto di Joao Mario per Guerreiro ha trovato la capocciata vincente di Cristiano Ronaldo, saltato più in alto di Chester. Con l'1-0 arrivato all'improvviso, il Galles ha avuto un momento di smarrimento in cui, a causa di una difesa eccessiva dell'area di rigore, ha subito anche il secondo gol di Nani

fonte foto: ultimouomo.com

Ci sono molti uomini del Galles, per la precisione 7 + Ledley in area di rigore. Ronaldo, sul pallone giunto da sinistra, ha tempo per controllare e calciare. Il suo tiro non è un gran che, ma su di esso si avventa Nani che in spaccata fredda per la seconda e definitiva volta il Galles.

Dunque, stiamo parlando di un Portogallo che finalmente è tornato cinico in avanti. Di un Portogallo che come al solito sfrutta al meglio gli errori altrui e di un Portogallo che per la finale non è affatto sfavorito. 
Un ultima azione a riguardo della semifinale con il Galles, ci fa comprendere al meglio quella che è stata la grande intuizione di Fernando Santos: il cambio di modulo in corsa con il passaggio al 4-1-3-2. In un finale concitato, i gallesi gettano nella mischia altri attaccanti bravi nello stacco aereo; mancando Ramsey, Bale si inventa regista con licenza di perforare la difesa anche partendo palla al piede o scambiando con l'uno due. La giocata corta però, è impedita a meraviglia dal Portogallo che sale sul portatore di palla fino a costringerlo ad aprire sulle corsie. 

Fonte grafico: ultimouomo.com

Attraverso l'ultimo fermo immagine realizzato da 'l'ultimo uomo', possiamo renderci conto di quello che è l'obiettivo a centrocampo del Portogallo. Bale è in possesso palla. I due attaccanti sono dietro la linea della sfera. I tre centrocampisti schermano letteralmente la giocata verticale di Bale che è costretto ad aprire il gioco a destra dove Davies si è inventato terzino. In questo modo, i centrocampisti del Portogallo possono tornare in tempo per l'eventuale cross anche se dietro la linea di tre si vede Danilo e Guerreiro pronti a chiudere verso Davies.

Tattica, fortuna e intelligenza hanno accompagnato il cammino del Portogallo sino a questo punto. Una squadra rivelatasi mediocre ad inizio europeo, ora è a 90 minuti dall'alzare un trofeo mai raggiunto nella sua storia. La Francia, squadra molto più attrezzata, sotto ogni singolo punto di vista, potrà contare sulla spinta di un Paese intero,  e sul contributo di campioni come Griezmann, Payet e Pogba.

Ronaldo. A lui si affida il Portogallo. Fonte foto: Squawka.com

Il calcio però, ci ha insegnato che i pronostici sono fatti per essere smentiti e il Portogallo, soprattutto per quelle che sono state le intuizioni di Fernando Santos, ha tutte le carte in regola per scrivere la storia di una tra le scuole calcistiche migliori di sempre, ancora a secco di trofei.
L'appuntamento con la storia è per domenica, ore 21.00 a Saint-Denis. Ronaldo, Santos e qualche buon vecchio schema contro Les Bleus.
Il mondo si ferma, che vinca il migliore!