Fisico asciutto, mancino sopraffino, faccia da bravo ragazzo, personalità da vendere. Il volto della Francia che vola in finale, e che domenica sfiderà il Portogallo nell'ultimo atto di Euro 2016, è quello di Antoine Griezmann, protagonista assoluto in patria - ma non solo - a suon di gol e giocate clamorose. Le petit diable ha messo a ferro e fuoco, così come aveva fatto in precedenza nelle altre sfide, anche la difesa della Germania: nelle difficoltà dei galletti della prima frazione, assediati nella propria metà campo dai panzer tedeschi, c'è la sua firma, indelebile, sul match.
Rigore a parte, che meriterebbe menzione a parte, il diavolo si carica sulle spalle l'intera squadra di Deschamps, a discapito di un'età relativamente giovane (25 anni appena compiuti): si abbassa a prendere la palla ben oltre la sua zona di competenza, prende per mano les bleus, li trascina a forza lontano dal forzino. Marsiglia è in visibilio già dopo pochi minuti, quando l'inizio di gara sembra lasciar presagire ad uno show dei padroni di casa, con il piccolo Griezmann che si prende quasi gioco dei tedeschi a suon di tocchi sopraffini e giocate di gran classe: il destro, tuttavia, non è a livello delle aspettative e Neuer la scampa. Si è detto spesso della mancanza di spirito di sacrificio e di sangue nel suo modo di fare, ed invece ciò che maggiormente sembra contraddistinguere l'Europeo del funambolo francese è proprio questo aspetto, quasi divinamente recatogli sulle spalle e nelle gambe.
Griezmann va, senza alcun freno: sei gol, sei perle consegnate ai posteri, con un messaggio lanciato forte e deciso a chi a fine anno decreterà il vincitore del Pallone d'Oro. Scalpita Antoine, pronto a giocarsi il titolo con calciatori molto più quotati di lui, forte delle mille battaglie che l'hanno forgiato nella sua giovane carriera: "è gracile, non farà strada". La voglia di mettersi in pari con il mondo, la necessità - con gli allenamenti di rugby - di associare ad un talento sopraffino un fisico adatto a sostenere l'urto delle grandi battaglie. Griezmann è pronto, a screditare il detto che nemo è profeta in patria. Dopo aver riscattato l'errore dal dischetto della finale di Champions League, il diavolo ci mette la coda, con un misto di malizia, classe e furbizia.
Un leader diverso, quasi inaspettato per la Francia, non più stravagante e spocchioso, in tendenza diametralmente opposta a chi lo ha preceduto. Stavolta anche il gigante Neuer è costretto ad inchinarsi ad Antoine Griezmann. Il piccolo diavolo dopo aver conquistato in rapida successione il cuore della Francia, muove su Parigi, con un sogno nel cassetto e lo scettro dei marcatori già in mano. Non sarà il Re Sole, ma la Francia intera, quest'oggi, si è risvegliata sotto un'altra luce, quella di Antoine le petit diable.