"Dobbiamo invertire rotta. Dobbiamo tornare a vincere e sarò io a mostrare la strada a tutti, questo è il mio credo". Josè Mourinho non ha mai difettato in personalità e, al primo giorno al cospetto della stampa di Manchester, mette in mostra tutto il suo credo, fatto di sincerità, presunzione ed ambizione. Il nuovo tecnico dello United riparte dall'ultimo triennio alquanto deludente per mostrare i piani di rivalsa dei Red Devils, e nella conferenza stampa di presentazione non esita nel fissare gli obiettivi stagionali, quelli più ambiziosi possibile.    

"Dobbiamo far si che questa società torni a calcare i palcoscenici che merita, cioè la Champions League. Obiettivi stagionali? Dipende dal modo in cui vogliamo approcciare la questione. Non mi nasconderò mai dierto le parole o la filosofia, non ho mai provato a barare. Sono sempre stato aggressivo nei miei approcci verso i rischi che possono esserci e che si devono correre per provare a vincere. Devo essere onesto e pragmatico riguardo gli ultimi tre anni dove la squadra non si è mai qualificata per la Champions League. Potrei dire proviamo a tornare nelle prime quattro, proviamo a fare bene in europa league, ma non sono così. Voglio vincere".

La stampa inglese si interroga sulla tattica e sugli schemi che il portoghese apporterà alla sua nuova squadra, ma l'ex Inter e Chelsea pone l'accento su un aspetto tutt'altro che secondario rispetto a numeri e schemi: "Non posso anticipare come giocheremo. Posso dire che possiamo vincere un torneo di breve durata giocando male due partite. Non possiamo vincere una competizione a lunga durata giocando così, per vincere abbiamo bisogno di giocare bene, di avere un approccio aggressivo che voglio e voglio che la squadra giochi bene in attacco e segni, che la difesa ci consenta di mantenere il vantaggio acquisito. Questo è il nostro obiettivo".

Interrogato riguardo la pressione che ci sarebbe su di lui dopo i risultati non esaltanti alla guida dei blues, Mourinho non dribbla la domanda, ma semplicemente l'affronta di petto: "Ci sono alcuni allenatori che non hanno mai vinto titoli o che hanno vinto quindici o venti anni fa. Se io devo dimostrare qualcosa allora loro? Io non devo dimostrare niente a nessuno. Io gioco contro me stesso, non devo dimostrare nulla agli altri ma solo a me stesso. Non sono in grado di lavorare senza puntare al successo, è la mia natura. E’ il motivo per il quale ho sempre molto da chiedermi e pretendo molto da me. Per questo non posso pensare al passato, ed approcciare in maniera aggressiva al mio nuovo lavoro".  

Tra presente e futuro il portoghese rincara successivamente la dose, alzando ulteriormente l'asticella e guardando ad un'inversione di rotta rispetto al recente passato. Il credo è quello dei vincenti (il follow my lead di LeBron James nelle ultime Finals NBA ne è l'ultimo esempio in ordine cronologico), con Mourinho che indica la strada: "Il Manchester United è una realtà completamente diversa rispetto a quelle dove ho lavorato in passato. Certo, negli anni scorsi era abituata a vincere, ma ora viene da anni dove non si è avuto alcun risultato. Dobbiamo cambiare mentalità, dobbiamo tornare a vincere. Questo è quello che chiederò ai ragazzi, ma soprattutto a me stesso. Dobbiamo invertire rotta. Devo mostrare io la strada a tutti, questo è il mio credo".  

Infine, il nuovo tecnico dei Red Devils espone i progetti estivi della società sul mercato, prima di analizzare la legacy che ha lasciato il Leicester di Ranieri dopo aver vinto l'ultima Premier League: "Il mercato è ancora aperto. Abbiamo definito alcune priorità, in determinati ruoli che ci devono dare equilibrio e stabilità. I giocatori che restano devono essere felici. Se qualcuno non è soddisfatto se alla prima partita non lo scelgo non è un problema, può andare via. Stiamo scegliendo i giocatori che ci servono. A breve arriverà anche il terzo giocatore - dopo Ibrahimovic e Mkhitaryan - e probabilmente anche il quarto. L'eredità del Leicester è molto importante. Ci ha fatto capire che ora in Premier League ci sono venti squadre che possono lottare per il titolo, nessuna esclusa. Non è una lotta esclusiva solo tra me e Guardiola, dobbiamo fare attenzione a tutti".