Partiamo dalla fine, da quel colpo di testa. Uno stacco imperioso, pallone angolato, Courtois battuto. Imparabile. Autore del gol che ammazza le speranze belghe di pareggio: Sam Vokes. Chi? Esatto, Sam Vokes del Burnley, neopromosso in Premier, autore di 15 reti nella passata Championship.
Ed è targata "serie B" inglese anche quella magia di Hal Robson-Kanu, la rete del vantaggio gallese, un controllo in area di rigore, una finta che mette fuori causa ben tre difensori. Tre reti in ventotto presenze col Reading, diciassettesimo posto finale in Championship 2015-2016. E da oggi disoccupato, il contratto scadeva il 30 giugno.
Per non parlare del gol del pareggio, ad opera del muscoloso Ashley Williams. Fisico simile a quello di Wes Morgan, altro capitano che ha festeggiato, e tanto, poco più di un mese fa. Williams indossa la fascia anche nello Swansea, ha una forza fisica preponderante, sparacchia quando c'è da sparacchiare, è il leader di questa difesa a tre che vede al suo fianco Ben Davies, riserva del Tottenham, e James Chester, ex storico dell'Hull City che ora gioca, poco, nel West Bromwich Albion.
Sono sorprendenti per quantità e abilità i terzini, perfetti nelle due fasi, hanno dei polmoni invidiabili. A destra Chris Gunter, colonna del Reading di cui sopra. A sinistra Neil Taylor, anche lui titolare nello Swansea di Guidolin. Il Belgio ne è rimasto ingabbiato, da De Bruyne ad Hazard, a Ferreira Carrasco, Mertens. Wilmots le ha provate tutte, ma non sfondavano. Il Galles difende in modo ordinato, e quando capita Hennessey (portiere del Crystal Palace, altra squadra "operaia" dei sobborghi di Londra) sa farsi trovare pronto.
Gioca nel Crystal Palace anche Joe Ledley, il mondo lo sta conoscendo per la barba hipster e il balletto sotto la curva dei tifosi. Lui è un mediano tutta corsa, recupera il pallone e lo passa nei sapienti piedi di Allen e Ramsey. Di Aaron sappiamo tutto, è un giocatore completo, sia nell'Arsenal che ancor di più in nazionale, dove sa caricarsi, con Bale, il peso della creazione del gioco. Joe Allen è favoloso. Incarna lo spirito del Galles e del Liverpool, è la perfetta combinazione. L'anno coi reds non è andato bene, lo stiamo riscoprendo come elastico ideale tra difesa e attacco. 168 cm di orgoglio.
Non basta un Gareth Bale per far giocare bene una squadra, la dimostrazione è proprio il Portogallo, che il Galles affronterà in semifinale. A parte il fascino della sfida "madridista" Bale - CR7, la nazionale di Santos ha sicuramente più talento, ma non è squadra. Il Galles si, Wilmots ha sottovalutato la sfida ed è tornato a casa con le pive nel sacco e un probabile licenziamento. La fortuna per il Portogallo sarà nella diffida di Ramsey, che lo costringerà in tribuna. Bale ha un grande senso d'appartenenza, glielo leggi in faccia. Quando si trascina la squadra nelle sue corse sia in campo che sotto la curva. Quando urla orgoglioso il suo "Hen Wlad Fy Nhadau", la vecchia terra dei miei padri, l'inno cantato in cymraeg, l'antica lingua celtica che, per il 20%, è ancora parlata in Galles. Chris Coleman è un ottimo tecnico, e lo sta dimostrando in questa cavalcata europea. E la dimostrazione è proprio la partita col Belgio, dove un Bale non eccezionale come al solito è stato sorretto da un gioco di squadra perfetto e da una carica emotiva unica.
E' per questo che non sarebbe giusto non ricordare questa classe operaia che sta portando in paradiso i tifosi gallesi e noi amanti del calcio meno ricco, meno televisivo e più "vero". E' la nazionale che alla prima partita del torneo ha schierato Danny Ward, terzo portiere del Liverpool. E l'ha preferito ad Owain Fon Williams, che gioca nella Scottish Premier League, tra i pali dell'Inverness Caledonian Thistle, l'orgoglio delle Highlands. E' la nazionale di Andy King, altro pezzo di storia del Leicester, una vita in maglia Foxes. Dalla Premier arrivano anche James Collins, rude difensore centrale ex Aston Villa, da qualche anno al West Ham, e la seconda punta Jonathan Williams, che si è alternato in attacco con Robson-Kanu e Vokes, anche lui in rosa con i rossoblu del Palace.
Otto sono i giocatori che vediamo calcare i campi della Championship. Di Robson-Kanu, Vokes e Gunter abbiamo parlato. Non ancora di David Edwards, il Gattuso del Wolverhampton. Nove stagioni in maglia giallonera, ormai è adottato da questa cittadina che fa parte della cintura periferica di Birmingham. E nel City di Birmingham gioca l'ala David Cotterill. Ha giocato nel Fulham, ma resta di proprietà dello Swansea, Jazz Richards, jolly difensivo. Ed a proposito di nobili decadute, dal Nottingham Forest proviene il centrocampista David Vaughan. Il Forest, due coppe dei campioni, una supercoppa europea, un titolo inglese nel periodo "mitico" di Brian Clough, non riesce a risalire in Premier dal 1999. Prima parte di stagione nei Milton Keynes Dons per Simon Church, attaccante poi passato in rosa all'Aberdeen. Si è perso la retrocessione dei suoi in League One, la terza serie dove ha giocato un altro membro della rosa gallese, la giovane ala George Williams. Lui ha indossato la maglia blu del Gillingham, Kent. E mercoledì prossimo sarà in panchina per una semifinale europea. Il 2016 è nettamente l'anno degli underdog. In attesa di domenica, Francia - Islanda. Una nuova storia tutta da vivere.