La nazionale di Conte punta a sfatare un tabù che dura dal 2008, precisamente dal 22 giugno 2008, in quella maledetta serata viennese. La Spagna batte gli Azzurri per 4-2 ai rigori: dopo 120' senza gol, sbagliano dal dischetto De Rossi e Di Natale, mentre Buffon illude parando il tiro di Guiza.

La Nazionale volta pagina; i campioni del mondo escono di scena. É la fine di un ciclo, Donadoni lascia, ma Lippi farà addirittura peggio nel ritorno sulla panchina azzurra con quel maledetto Mondiale sudafricano. Sembra il passaggio di testimone alla squadra di Aragones che, tempo due anni, cambia pelle passando dal classico 4-4-2 al 4-3-3 del blocco Barca sul modello di Pep Guardiola, ma con l'influenza di un padre come Vicente del Bosque: il marchese di Salamanca non solo completa l'opera del predecessore, che aveva tolto quella etichetta di "eterna promessa" alla Roja grazie alla vittoria dell'Europeo sulla Germania, ma addirittura bissa il titolo continentale con una splendida cavalcata ed un Don Andres a dir poco ispirato. Gli iberici confermano la loro inscindibile supremazia grazie al perentorio 4-0 in finale a Kiev il 1 luglio 2012, proprio contro l'Italia. Gol di Silva e Jordi Alba nel primo tempo, Fernando Torres e Mata nel finale.

La Roja, Invincibile Armata del pallone, conquista la leggenda: è il terzo successo di fila, dopo l’Europeo del 2008 e il Mondiale del 2010. Un triplete favoloso. Favola che diventa l’incubo azzurro. Perché ha sì vinto la squadra più forte, come spesso accade nello sport, ma l’Italia ha toppato la partita. Di sicuro lo spessore dell’avversario ha contato, così come la stanchezza per gli impegni ravvicinati, ma rimane il rammarico di non aver visto l’edizione migliore della Nazionale, quella che aveva esaltato tutti. Di rimpianti specifici ce n’è uno solo, per quanto visto sul campo: l’occasione mancata da Di Natale a inizio ripresa, comunque sullo 0-2. Ma la Spagna ha giocato molto meglio, per lunghi tratti dominato. E l’Italia non è riuscita neanche a giocarsela sino alla fine, costretta in 10 uomini per l’ultima mezz’ora dal k.o. di Thiago Motta, a cambi esauriti. Il secondo infortunio azzurro: si era già rifatto male Chiellini. Anche la fortuna non ha aiutato.

Eppure il pari iniziale nel girone aveva illuso molti: 10 giugno 2012, una gran bella Italia pareggia con la Spagna campione in carica al debutto dell’Europeo, a Danzica. Finisce 1-1, gol di Di Natale, che illude gli azzurri, e replica di Fabregas. Tutto nel secondo tempo. La Nazionale si scrolla di dosso i dubbi delle ultime uscite, mal riuscite, e se la gioca a viso aperto contro la Roja campione di tutto. Nel primo tempo conclude molto di più in porta, nella ripresa, soffre, ma va in vantaggio. Poi ha il torto di farsi trafiggere subito, senza riuscire ad amministrare per più di 3’ il risultato. Nel finale la Spagna mette il turbo, ma l’Italia dimostra anche carattere, oltre al gioco e tiene concedendosi qualche folata offensiva.

Non c'è tempo per leccarsi le ferite che l'anno dopo arriva la possibile vendetta. Ma anche questa volta il destino e la sfortuna, tanta, non sono dalla parte degli Azzurri: 27 giugno 2013, l’Italia sfiora soltanto l’impresa. Perde ai rigori, 7-6 contro la Spagna, nella semifinale di Confederations Cup. Decide l’errore dal dischetto di Bonucci, l’unico rigore non realizzato in 14 tentativi. A Rio, a sfidare il Brasile (poi vincitore), ci va la Roja, che prolunga a 26 partite la sua imbattibilità, nella serata meno brillante. L’Italia ha giocato una partita meravigliosa nel primo tempo e in assoluto ottima nei 90’, poi, dopo il gioco, ha fatto vedere di avere l’anima di cui parlava Prandelli alla vigilia e ha resistito alla Roja, che è uscita fuori, più fresca, con la classe dei singoli esaltata dal ritmo lento, nei supplementari. Alla fine, decisiva la lotteria dei rigori.

Poco prima del Mondiale brasiliano, c'è tempo per un amichevole di lusso ma anche questa volta vincono loro. Silva crea lo scompiglio una volta di più, il duetto con Iniesta è a velocità da playstation, sul rimpallo arriva Pedro e trova impreparato Buffon per la prima volta: 1-0.

Per ritrovare l'ultima vittoria azzurra contro i campioni d'Europa in carica bisogna tornare a cinque anni fa: 10 agosto 2011, cadono le stelle della Spagna campione del mondo nella notte di San Lorenzo al San Nicola di Bari, contro alcuni protagonisti della Nazionale di oggi: Buffon, Bonucci, Chiellini, De Rossi, Thiago Motta. Segnano Montolivo, Xabi Alonso e Aquilani. Ed è una bella iniezione “amichevole” di fiducia dopo un Mondiale praticamente disastroso.

Da dove nasce però questa accesa rivalità sportiva? USA '94, é da qui, da Foxborough Massachusetts, che inizia l’epopea moderna di Italia-Spagna. Dino Baggio, Caminero, Tassotti e Luis Enrique, la cavalleria rusticana e infine Roberto Baggio decisivo al minuto 88’. Azzurri in semifinale mondiale contro la Bulgaria, Roja eterna promessa del calcio con tanti nomi cult degli anni Novanta: da Hierro a Zubizarreta, da Miguel Angel Nadal, zio del tennista Rafa, a Pep Guardiola in panchina.

L'1-1 di qualche mese fa (reti di Insigne e Aduriz) aveva fatto ben sperare, una cosa però é certa: Italia-Spagna resta un'eterna corrida.