La Roja stacca il biglietto per gli ottavi di finale. Dopo la vittoria sofferta contro la Repubblica Ceca, la squadra di Del Bosque passeggia contro la Turchia. Due gol di Morata e uno di Nolito permettono alla Spagna di volare agli ottavi. Protagonista, indiscusso, è Andrès Iniesta. Il centrocampista del Barcellona si conferma essere l'arma in più della Roja.

Don Andrès si conferma un unicum anche nel ricco parco delle Furie Rosse. L'illusionista di Fuentealbilla consegna nei piedi di Jordi Alba un cioccolatino da scartare in porta. Ma non solo. Iniesta si mette in proprio con giocate da manuale del calcio. Tocchi di palla che sembrano carezze alla bola. Sombreri. Insomma una Spagna posseduta dai demoni della "Grande bellezza". Iniesta, in questo Europeo, sembra in grande spolvero. Giudicando la stagione al Barcellona non si direbbe. Un solo gol in campionato, zero in Champions League. Don Andrès è tornato ai tempi della vittoria delle Furie Rosse nel Mondiale del 2010.

Iniesta porta sul petto dolci ricordi, bicampione d'Europa in carica e campione del mondo, 6 anni fa. Qualcosa nella formazione di Del Bosque è cambiato. Non c'è Diego Costa, ma Morata. Il centravanti juventino è l'ideale per il 4-3-3. Capace di aprire spazi e allo stesso tempo di dialogare con i compagni nel fatidico tiki-taka. Dalle prime due uscite, la Spagna, appare essere Iniesta dipendente. Un mix letale tra gestione del pallone, improvvise accelerazioni, straordinaria capacità di controllare il ritmo, dribbling, visione di gioco. Iniesta è imprevedibilità, parte dalla fascia sinistra del centrocampo, scompare e ricompare, ovunque. Illusionista.