Claudio Bravo è distratto, tanto. La figlia non sta bene. In questi casi non si sa mai come comportarsi, e mi metto nei panni di Juan Antonio Pizzi, il selezionatore cileno. Meglio un turno di riposo, o giocare facendo finta di nulla? In questo caso, e a posteriori, possiamo dire che sarebbe stato meglio dare spazio a Herrera o Toselli, i dodicesimi. Vedere il goffo tuffo sul tiro di Camargo, o quel pallone spedito in porta sul colpo di testa di Arroyo, non fa certo bene. Fortuna che il Cile fa valere la tecnica in campo, nonostante quel gol a freddo, preso all'alba dell'incontro, abbia lasciato intontita la roja per qualche minuto. Ci pensano Vidal e Sanchez a scacciare i fantasmi. Al quarto d'ora il loro scambio al limite dell'area panamense è pura poesia, il tiro del Niño Maravilla è parato da Penedo, ribadisce in rete Edu Vargas.
Il Bolillo Gomez per il suo Panama pieno di squalificati (tra gli altri il capitano Baloy e il bomber Blas Perez) aveva scelto una coppia d'attacco "pesante" (Nurse e l'esperto Tejada) con Camargo e Quintero sulle fasce. Il Cile con il suo solito 4-3-3 dava spazio a Fuenzalida de l'Universidad Catolica in attacco, a fianco di Vargas e Sanchez. Messo in panchina Pinilla, Pizzi insiste sul suo attacco "bajo". E ha ragione, del resto i pericoli arrivano quasi sempre da colpi di testa e cross laterali.
Al 17' si va ancora di uno-due, stavolta sono Sanchez e Aranguiz, con quest'ultimo che mette alla prova Penedo. I pericoli corrono dai cross, e infatti prima Isla trova Sanchez che approfitta di una distrazione di Machado (e non sarà l'unica) e ci prova di testa, Al 21' è Vidal, sempre di testa su cross di Sanchez, a costringere alla paratona Penedo. Una difesa a dir poco ballerina quella del Panama. Passa poco più di un minuto e nuovamente Vidal colpisce con la nuca, il pallone finisce fuori dopo una strana traettoria a pallonetto. Il Cile spinge, Panama è in confusione. Medel tira da fuori area, un missile terra aria che finisce lontano dai pali. Al 42' sarà Edu Vargas, sempre di testa e dopo l'ennesima azione sull'asse Vidal - Sanchez, a sancire il gol del sorpasso e mandare la roja a riposo col 2-1.
Il Bolillo ammette il suo errore, e cambia la coppia d'attacco. Entrano i rapidi Arroyo e Torres. Ed è il primo, attaccante dell'RNK Spalato, ad impressionare per velocità e convinzione. Il Cile parte fortissimo e in pochi minuti prima sfiora la rete con Fuenzalida (tiro a giro) e poi va sul 3-1 con Sanchez che raccoglie un assist di Edu Vargas e al volo trafigge Penedo. Partita in cassaforte? Non è ancora detto. Perchè si scuote Panama, Arroyo innesta il turbo e lì dietro la roja va in difficoltà, eccome. Lui e Torres tra il 53' e il 56' fanno il bello e cattivo tempo, tra cross e tiri che fanno beccheggiare la barca cilena. Vidal prova a scuotere i suoi, ma ad un quarto d'ora dal termine ecco il Bravo che non t'aspetti. Punizione, cross al centro deviato, colpo di testa di Arroyo che un Bravo in normali condizioni avrebbe parato a occhi chiusi. Invece, si spedisce da solo il pallone in porta. 3-2, e sugli spalti i tifosi cileni cominciano a temere l'assurdo. Non ci sarà un tre, dopo l'uno-due di eliminazioni eccellenti (parlo di Brasile e Uruguay). Ci pensa Sanchez, di testa, a chiudere la gara all' 88'.
Ci godremo un quarto Cile - Messico: tutto velocità e, evidentemente, colpi di testa.