Il derby dell'impero si tinge di verde: l'Ungheria batte sorprendentemente la più quotata Austria grazie allo spirito d'iniziativa, al cinismo e a quel pizzico di fortuna che ha scelto di schierarsi con i magiari. A Bordeaux il match del girone F termina con un 2-0 che rappresenta un netto passo in avanti per i ragazzi di Storck, bravo a mischiare fantasia e solidità nel proprio undici iniziale e azzeccando tutte le mosse a gara in corso: la sblocca (e si sblocca) Szalai, che torna al gol dopo 39 gare a secco e dopo un primo tempo totalmente incolore, la chiude Stieber, subentrato dalla panchina e freddo in contropiede. Per l'Austria, in campo con i soliti undici previsti e annunciati, di positivo resta solamente la prestazione di David Alaba, tra i pochi a salvarsi con qualche iniziativa mal supportata dai compagni.
Le prime due occasioni del match portano proprio la targa del talento made-in-Munchen, due inserimenti dalla retroguardia con conclusioni pericolose, la prima in particolare dopo soli 30 secondi di gioco termina la propria corsa sul palo a Kiraly battuto, mentre l'altra prende forma al 10' ed è troppo centrale diventando preda del portiere magiaro. L'Ungheria esce alla distanza, proponendosi timidamente in attacco cavalcando soprattutto le iniziative tra le linee di Kleinheisler, bravo a liberarsi al tiro per diverse volte ma mai realmente in grado di impensierire Almer, piuttosto tranquillo e pronto ad intervenire.
Il buon possesso della squadra di Storck manda un po' fuori giri gli avversari, che tornano a farsi vivi solo dopo la mezz'ora con una bella conclusione da fuori di Junuzovic, sulla quale Kiraly mette un po' goffamente un braccio, risultando comunque efficace. Nel finale spazio anche per un errore per parte: quello del solito Harnik, che sul secondo palo non riesce a ribadire in porta un cross basso di un ispirato Arnautovic, a cui fa seguito l'imprecisione di Dzsudzsak, anche sfortunato a non riuscire a portarsi la palla sul suo mancino, visto che il destro non rende altrettanto e la conclusione a incrociare finisce sul fondo.
L'Ungheria riesce a mantenere un buon ritmo offensivo corale anche in apertura di ripresa, andando immediatamente alla conclusione in un paio di circostanze, impegnando seriamente Almer al 55' con Dzsudzsak che stavolta trova il mancino da fuori e cerca l'incrocio, negatogli dai pugni dell'estremo difensore. Qualche fatica in più per l'Austria, che riesce a costruire ma pecca spesso in fase di finalizzazione e al 63' subisce la beffa: Kleinheisler e Szalai combinano meravigliosamente nella metà campo avversaria, il trequartista azzecca il varco buono per l'assist finale per il suo attaccante che, tenuto in gioco da Fuchs, gela l'Austria e fa 0-1. Tre minuti dopo la situazione precipita, perchè Dragovic nell'area avversaria entra durissimo per andare alla caccia del pallone, beccandosi il doppio giallo, quindi rosso, e vanificando inoltre il mancino da fuori di Hinteregger terminato in rete a gioco già fermo.
L'espulsione porta ulteriore scompiglio nella difesa di Koller, Nemeth trova infatti due volte tantissimo spazio per concludere da fuori e se al primo tentativo la mira è imprecisa, sul secondo serve un miracoloso volo di Almer per mantenere invariate le distanze, le quali rischiano peraltro di venir annullate dal neo-entrato Sabitzer: il tempo di rimorchio sul cross di Fuchs è perfetto, la conclusione è un disastro che termina in curva. Bisogna attendere l'87' per l'ultima definitiva parola sul match, sono due nuovi entrati a confezionare il 2-0: Priskin a centrocampo alza la testa e manda in porta Stieber, che con uno splendido tocco sotto a tu-per-tu col portiere sentenzia la partita e l'avversario, piegato sulle gambe e innocuo anche nei cinque di recupero. L'Ungheria si conferma una realtà solida, l'Austria delude le aspettative: in un girone piuttosto facile non è ancora compromesso nulla, ma partire con un passo falso non è mai di certo una buona idea.