Poteva l'Arsenal pescare meglio? Sicuro. Poteva pescare peggio? Altrettanto sicuro. Sta di fatto che Arsène Wenger sulla propria lista della spesa, dopo aver spuntato la riga "centrocampista" con l'acquisto di Xhaka e attendendo di chiudere il discorso riguardo al necessario difensore, può barrare anche la casella relativa all'attaccante. Jamie Vardy è infatti un Gunner, anche se manca ancora l'ufficialità, che dovrebbe comunque arrivare nella giornata di domani, dopo le visite mediche in programma per oggi.
LE CIFRE - Pagata la clausola rescissoria, che non è di 38 milioni di euro, bensì tra i 25 e i 30 milioni di euro: il Guardian e la BBC parlano infatti di circa 20-22 milioni di sterline che verranno versati nelle casse del Leicester. Va comunque precisato che con il tesoretto messo a disposizione dal board a Wenger, la variazione di 10 milioni tra le due somme riportate non è esageratamente significativa, anche se resta comunque una cifra onerosa.
IL RUOLO - Il 29enne nativo di Sheffield arriva a Londra in veste di sostituto di Welbeck (alle prese con un problema al ginocchio che lo terrà lontano dai campi per tre quarti della prossima stagione) andando così a completare il reparto insieme a Olivier Giroud, che ha accolto l'acquisto affermando: "Mi hanno detto che Vardy vuole venire da noi, ne sono felice, è un giocatore fantastico, voglio il meglio per il club e la concorrenza è uno stimolo. Io e lui ci completiamo". La domanda che sorge spontanea è dunque: chi è il titolare? In realtà, tutti e due. Già nella scorsa stagione il tecnico alsaziano ha spesso e volentieri alternato le proprie punte nel ruolo da titolare, cavalcando anche i relativi momenti di forma, manifestando anche una tendenza al cambiamento in corsa: insieme a un attaccante di peso come il francese, si è reso necessario l'acquisto di un giocatore più di velocità e meno di fisico.
E GIROUD NON SE NE VA - Una cessione del francese andrebbe dunque in una direzione totalmente opposta al trend degli ultimi anni, specialmente sapendo che sia Vardy che Giroud sono giocatori capaci di avere impatto anche subentrando a gara in corso. La logica porta quindi a etichettare come infondate le voci che parlerebbero di una cessione dell'ex Montpellier. Inoltre, le insistenti voci su una partenza di Walcott non fanno altro che consolidare la posizione del numero 12, già decisivo in molteplici occasioni e giocatore da un gol ogni due partite, nonostante le infinite e sterili critiche cadenzialmente riservategli. I problemi di Welbeck potrebbero comunque trattenere all'Emirates anche Theo, situazione ancora tutta da verificare, vista anche la crescita di Iwobi e Joel Campbell e la presenza di Chamberlain, con quest'ultimo che piace a molte squadre di Premier. Insomma, Vardy per ora non va a togliere il posto a nessuno, è semplicemente un rinforzo già in lista da tempo, come confermato inoltre anche dallo stesso Giroud.
PUNTI A FAVORE: UPGRADE? - Perchè proprio Jamie? La riposta al quesito è semplice: perchè ha dimostrato di essere un attaccante da oltre 20 gol in Premier League. Il suo contributo dunque può essere immediato, non avendo bisogno di settimane di ambientamento come capita a buona parte degli attaccanti che arrivano in un campionato nel quale calarsi da subito è difficile. Bisogna anche tenere conto del fattore emotivo e mentale: ad oggi, Vardy è ritenuto "l'operaio in paradiso", uno che ha imbroccato l'anno buono e ha messo in porta un'alta percentuale di palloni giocati, definizione che gli fa assolutamente onore. Se però dovesse confermarsi anche in un top club che parte per vincere, il suo status subirebbe un non indifferente upgrade, e quanto mostrato in campo lascia intendere che il soggetto in questione non sia esattamente uno che va a sedersi sugli allori.
RIPIEGO O NON RIPIEGO? - Ovviamente esistono anche aspetti negativi. Innanzitutto l'acquisto ha il sapore del ripiego, visto che già nei mesi scorsi Wenger aveva cercato insistentemente uno come Morata, giocatore potenzialmente esplosivo, ma il delinearsi incerto della posizione con la Juventus ha evidentemente portato alla necessità di acquistare immediatamente un giocatore, per non rischiare di trovarsi impreparati a inizio stagione.
L'ASPETTO TATTICO E LE POSSIBILI DIFFICOLTA' - In secondo luogo, sussiste un problema di natura tattica, essendo Vardy un centravanti che tende ad attaccare la profondità, mentre l'Arsenal di base cerca di giocare negli spazi stretti e puntando ai movimenti nel breve, provando a creare superiorità numerica palla a terra e sfruttando i tagli di esterni e punte, trovandosi di fronte difese spesso schierate. Non è ovviamente detto che l'inglese non sappia calarsi nel nuovo ruolo apprendendo e praticando i relativi compiti, ma è una variabile che va considerata. In questo senso non sorprenderebbe se, occasionalmente, dovessimo vederlo posizionato sull'esterno (come potrebbe accadere in Nazionale) o addirittura in coppia con Giroud, un duetto che per caratteristiche potrebbe anche funzionare bene, ma che si scontra con l'idea di Wenger del 4-2-3-1: utilizzarli insieme dal primo minuto precluderebbe la presenza di uno tra Ozil e Sanchez, il gioco potrebbe non valere la candela. Anche se a gara in corso potrebbe essere una validissima soluzione, specialmente in situazioni di punteggio complicate.
IL CARATTERE E IL RISCHIO - Il discorso della motivazione ricorre anche nell'aspetto caratteriale. Vardy è uno che non tira indietro la gamba, che si getta a capofitto su ogni pallone, che pressa anche il paninaro fuori lo stadio. Una caparbietà che manca all'Arsenal, o che resta comunque concentrata in pochi elementi, come Sanchez. Ovviamente però non è con il solo carattere che si sopravvive in un top club: se Vardy non si rivelasse un attaccante valido ad alti livelli, ma solamente un giocatore da medio-piccola, parleremmo di un flop. Eppure, qualcosa fa pensare che l'eroe di Leicester, dopo essere entrato nella storia, non voglia lasciare solo quel ricordo di sé.
LE REAZIONI: UNA NUOVA CARICA - Il trasferimento ha diviso le masse in tre: la prima categoria è quella che "ha fatto bene, il treno passa una sola volta"; la seconda invece pensa "doveva rimanere e provare a giocare la Champions"; la terza non è descrivibile a parole, ma ne fanno parte rancorosi che stanno insultando lui e la moglie sui social e bruciando le maglie. Il treno passa una volta, vero, così come è vero che vederlo in Champions col Leicester avrebbe avuto fascino. Arrivare invece a metterla sul personale e vedere il trasferimento come un affronto (a chi?) rappresenta semplicemente una carica in più per l'uomo delle fabbriche. L'eroe che le Foxes si meritavano ora si prepara a una nuova avventura, dal blu al rosso, con nuovi obiettivi e una missione: dimostrare di essere all'altezza di una grande. Solo il campo emetterà il verdetto.