E' ambizione per pochi credere nelle imprese, nei miracoli sportivi; quelli che vale la pena non dimenticare per una vita intera e tramandare attraverso il proprio racconto ai nipoti. Pensando che la Repubblica Ceca si ponga dalla parte giusta rispetto al pensiero di Luc de Clapiers de Vauvenargues "I grandi uomini intraprendono le grandi imprese perché le sanno tali. I pazzi perché le credono facili", il cammino della Nazionale ceca, che si appresta a volare verso la Francia, sembra essere una corsa irta, fatta di insidie di ogni genere. Perennemente bistrattata dal pensiero pubblico e dagli addetti ai lavori, la Nazionale allenata da Pavel Vrba, sembra non godere di nessun pronostico favorevole nemmeno dopo aver dimostrato sul campo le sue qualità.
Dunque, la Nordin Tym si affida al fattore sorpresa, seppur dopo aver vinto il proprio girone di qualificazione, l'A, comprendente anche nomi eccellenti come quello della Turchia e della grande esclusa Olanda.
Ad aumentare le difficoltà di un torneo già in salita, per gli uomini del c.t Vrba è arrivato anche un sorteggio poco felice. L'urna di Nyon infatti, non ha riservato nulla di buono per la Repubblica Ceca, inserita nel più classico dei gironi di ferro: il gruppo D.
A far compagnia al cammino europeo dei cechi, oltre alla Turchia, già affrontata nelle qualificazioni, ci saranno due super Nazionali del calibro di Croazia e Spagna; non la migliore delle notizie per il commissario tecnico Vrba che dunque, è costretto, numeri alla mano, a far suo il ruolo di underdog - sfavorito - di questo raggruppamento.
Nonostante gli avversari di alto livello, la Repubblica Ceca è in fermento per quello che sarà il sesto europeo consecutivo della nazionale rosso-bianco-blu. Anche il commissario tecnico, così come l'intera Nazione, ripone grande fiducia nelle qualità di una rosa che nel corso degli anni si è perfezionata seppur con qualche passaggio a vuoto. Dopo la mancata partecipazione ai mondiali brasiliani, la Nazionale ceca è stata affidata nelle mani di Pavel Vrba, capace di guidare i suoi verso una qualificazione ad Euro 2016 di alto spessore.
Gli ottimi risultati conseguiti negli ultimi tempi, hanno permesso alla Repubblica Ceca di scalare anche il Ranking FIFA, che ora vede la Nazionale dell'est europa molto in alto. 15^ posizione per la Repubblica Ceca, appena un gradino sotto la Croazia e a meno due dalla Turchia, sì 13^, ma arrivata dietro nel girone di qualificazione.
Sognare è lecito per una Repubblica Ceca che però, nonostante le ottime prestazioni mostrate negli ultimi tempi, non dispone di una rosa dall'alto tasso tecnico.
Gli uomini scelti da Vrba per la spedizione nella terra dei lumi, formano un mix tra esperti campioni sul viale del tramonto, - Cech e Rosicky su tutti - e giovani in crescita come Darida. Nel mezzo, ci sono molti giocatori di medio livello, la maggior parte dei quali provenienti dallo Sparta Praga, formazione che ha disputato una meravigliosa edizione di Europa League. Lafata, Dockal, Marecek e tanti altri, sono sono giocatori che in questa stagione hanno dimostrato molto, ma che difficilmente possono essere accostabili ai campioni presenti tra le fila delle top Nazionali come Croazia e Spagna.
Ecco che allora, per fare in modo che la Repubbica Ceca oltrepassi indenne lo scoglio dei gironi, sarà necessario un grande spirito di squadra, sacrificio, abnegazione, bravura e anche un pizzico di fortuna, indispensabile in competizioni bravi come un europeo.
LA STORIA
A differenza degli attuali interpreti, un tempo, la Cecoslovacchia prima e la Repubblica Ceca poi, erano tra le Nazionali più temibili d'Europa. Composte da giocatori di spessore internazionale, i cechi hanno scritto pagine importanti di questa competizione, vinta nel 1976 e sfiorata nelle più recenti edizioni del 1996 e del 2004.
Memorabile per i cechi già adulti all'epoca, la cavalcata che nel 1976 portò la Cecoslovacchia ad alzare il trofeo di fronte al pubblico dello Stadio Rajko Mitic di Belgrado. La finale, disputata con la Germania Ovest, si protrasse fino ai calci di rigore, quando la freddezza dei rigoristi cechi e in particolare di Antonin Panenka, regalarono il primo e sin qui unico successo alla Nordin Tym (la squadra nazionale nella traduzione dal ceco all'italiano).
Dopo anni bui ai quali seguì nel 1993 la dissoluzione della Cecoslovacchia, nel 1996 la cenerantola Repubblica Ceca stupì l'Europa intera, arrivando fino all'atto conclusivo ancora opposta alla Germania. Come nella finale di trenta anni prima, non furono sufficienti 90 minuti per decretare un vincitore, con il match che si protrasse fino ai supplementari dove l'ex Milan Oliver Bierhoff mise a segno il fatidico Golden Gol, spedendo in paradiso i teutonici.
Otto anni dopo la delusione maturata in terra inglese, una Nordin Tym stellare, guidata dal pallone d'oro Nedved e completata da giocatori del calibro di Poborsky, Smicer e Barros, sfiorò nuovamente il prestigioso trofeo.
Qualificatasi come prima del suo girone, la Nazionale dell'est incrociò il proprio cammino con quello della Danimarca all'altezza dei quarti di finale. Per i cechi, il match con i giustizieri degli Azzurri si rivelò alquanto semplice, con Koller e Barros (2), che prolungarono in sogno di una Nazione intera fino alla semifinale con una strabiliante Grecia. Quel match disputato al Do Dragao di Oporto, fu condizionato dall'infortunio a Nedved, costretto ad abbandonare in campo nel corso del primo tempo. Nonostante l'assenza del faro di centrocampo, la Repubblica Ceca resistette alla Grecia e il match proseguì ancora una volta oltre i 90 minuti.
Su un corner al minuto 106' però, il sogno della Nordin Tym si spense senza più riaccendersi: il Colosso di Rodi, Traianos Dellas, impattò di testa senza lasciare scampo ad un giovane Petr Cech. La Grecia si involò verso il successo finale, mentre per i cechi si trattò dell'ultima grande delusione europea.
IL COMMISSARIO TECNICO
Conclusa la parentesi legata al glorioso passato, la Repubblica Ceca è pronta ad aprire un nuovo ciclo di successi con Pavel Vrba al timone. Modesto difensore nella sua prima carriera, appesi gli scarpini al chiodo Vrba ha sposato la professione da allenatore iniziando dalle giovanili del Banik. Successivamente, gli ottimi risultati fatti registrare, lo hanno portato sulla panchina della Nazionale Under 20 della Repubblica Ceca, arrivata a disputare la fase finale del mondiale di categoria nel 2003.
Dopo esser emigrato in Slovacchia, Vrba è arrivato sulla prestigiosa panchina dello Zilina, portato al titolo nazionale nel 2007. Rientrato in terra ceca, dal 2008 è stato primo allenatore del Victoria Plzen, dove ha dominato in patria a partire dal 2011.
In seguito ai successi con il Plzen, nel novembre del 2013 è stato chiamato dalla Nazionale maggiore dove ha ottenuto grandi risultati nel girone di qualificazione per Euro 2016. La sua Repubblica Ceca si è qualificata come prima nel girone A, dove ha avuto la meglio su Turchia, Islanda e Olanda. Nel computo totale dei match disputati dalla Nordin Tym con Vrba in panchina, le statistiche parlano di 8 vittorie, 4 pareggi e 7 seconfitte.
Solo l'Europeo però, potrà realmente rivelarci le capacità di Pavel Vrba, modesto difensore con l'ambizione di riscrivere la storia del calcio ceco.
IL CAMMINO
Concentrando lo sguardo sul cammino di qualificazione, le doti principali che emergono dopo aver visto la cavalcata della Repubblica Ceca, sono essenzialmente legate al gioco di squadra. Quello che più risalta è la grande coesione d'intenti tra i giocatori dell'intera rosa, e la forte empatia con il loro commissario tecnico, vero e proprio condottiero capace di guadagnarsi il rispetto di tutti. Il match casalingo disputato con l'Olanda nelle qualificazioni per Euro 2016, può essere preso come punto di riferimento per stilare una scheda tecnica relativa a questa Nazionale.
Di fronte ad un undici tecnicamente superiore, come ne affronterà in Francia, la squadra di Vrba ha giocato un calcio estremamente semplice, a tratti essenziale, che è riuscito a mettere in difficoltà gli Orange. Spesso e volentieri disposti con il 4-3-2-1, gli uomini di Vrba si fanno apprezzare per la capacità del reparto di centrocampo, in grado di offrire prestazioni di straordinaria intensità. Il pressing asfissiante adottato dai centrocampisti cechi ha bloccato le fonti di gioco degli orange, costretti ad oltrepassare la zona nevralgica con lanci lunghi. Lì, sono entrati in scena anche i rocciosi difensori di Vrba, insormontabili sui palloni aerei anche se, per contrappasso non velocissimi sullo stretto.
Resta comunque solido il castello difensivo dei cechi, diretti dall'esperienza di uno dei pochi reduci di Euro 2004: Petr Cech. L'estremo difensore con il caschetto è una sicurezza assoluta, non solo tra i pali, ma anche nel dialogo con i compagni. Leader di tutto il pacchetto arretrato, anche nelle qualificazioni per Euro 2016, Cech è risultato decisivo quando la squadra ha avuto le sue lecite defaillances difensive.
In contrapposizione alle buone sensazioni offerte dalla cintola in giù, vengono maggiori perplessità nel commentare il reparto offensivo. Nonostante il numero di gol segnati nel girone di qualificazione sia elevato, la Repubblica Ceca non dispone di un vero punto di riferimento offensivo. I gol che a rotazione arrivano dagli interpreti di centrocampo, spesso hanno coperto i deficit dell'attacco ceco, che almeno nelle qualificazioni per Euro 2016 non ha brillato in modo particolare.
Quello che invece stupisce, è la continuità di rendimento di questa Nazionale. Sotto la gestione Vrba, la Repubblica Ceca ha perso appena due match ufficiali, vincendo tutti gli altri incontri di qualificazione. Nelle più recenti amichevoli invece, i cechi non sono sembrati a loro agio, subendo qualche sconfitta d troppo che però, non ha abbassato l'umore in vista di Euro 2016. Iniziato il ritiro lo scorso lunedì, la Nordin Tym proseguirà la preparazione pre europeo sulle montagne austriache dove disputerà anche amichevoli di un certo spessore.
Soprattutto il match con la Russia, in programma il 1 giugno, ci dirà a che punto è la preparazione tecnico tattica dei cechi, loro stessi ansiosi di conoscere la reale forza di questo gruppo.
Intanto, nell'attesa del verdetto, Vrba sembra vicino allo scioglimento di tutti i suoi dubbi. Dall'iniziale lista comprendente 28 uomini, il c.t ne ha già esclusi tre (Vydra, Kovarik, Zahuster), e nei prossimi giorni dovrà necessariamente passare al taglio di altri tre giocatori per arrivare alla definitiva lista dei 23.
I CONVOCATI
Portieri: Petr Čech (Arsenal), Tomáš Vaclík (Basel), Tomáš Koubek (Slovan Liberec).
Difensori: Theodor Gebre Selassie (Werder Bremen), Roman Hubník (Viktoria Plzeň), Pavel Kadeřábek (Hoffenheim), Michal Kadlec (Fenerbahçe), David Limberský (Viktoria Plzeň), Daniel Pudil (Sheffield Wednesday), Marek Suchý (Basel), Tomáš Sivok (Bursaspor).
Centrocampisti: Vladimír Darida (Hertha Berlin), Bořek Dočkal (Sparta Praha), Daniel Kolář (Viktoria Plzeň), Ladislav Krejčí (Sparta Praha), Lukáš Mareček (Sparta Praha), David Pavelka (Kasımpaşa), Jaroslav Plašil (Bordeaux), Tomáš Rosický (Arsenal), Jiří Skalák (Brighton), Josef Šural (Sparta Praha).
Attaccanti: David Lafata (Sparta Praha), Tomáš Necid (Bursaspor), Patrik Schick (Sparta Praha), Milan Škoda (Slavia Praha).
Uno dei punti di forza, probabilmente il principale di questa Nazionale, riguarda l'estremo difensore. Anche in questo europeo infatti, i pali della porta ceca saranno difesi da guantoni e caschetto di proprietà Cech. Il portiere campione d'Europa con il Chelsea, dopo undici anni di militanza blues ha lasciato Stamford Bridge per trasferisrsi nel North London.
Emirates Stadium e l'Arsenal hanno accolto Petr, che in bianco rosso si è subito trovato alla grande. Il portierone, estremo difensore della Nazionale maggiore dal lontano 2004, ha disputato una stagione superlativa, corredata dal raggiungimento del secondo posto in classifica, e dal riconoscimento personale che lo visto ricevere il premio di miglior portiere della Premier League 2016. Una seconda giovinezza per il 34enne, pronto a superare durante il suo quarto europeo, il record di presenze con la maglia della Nazionale ceca, attualmente condiviso a quota 118 presenze con Poborski.
Alle spalle del portiere Gunners, Vrba ha convocato Tomas Vaclik, ex Sparta Praga attualmente in forza al Basilea dove ha vinto il campionato svizzero giocando sempre da titolare. Dunque, due portieri di spessore affiancati da un terzo elemento di belle speranze: Tomas Koubek, classe 1992 attualmente in prestito dallo Sparta Praga allo Slovan Liberec dove si è messo in luce con una stagione da protagonista.
Anche il reparto difensivo si presenta solido e ben assortito. Vrba, dall'alto delle sua intelligenza, è stato bravo a lasciar spazio ad alcuni giovani interessanti sin dalle qualificazioni, facendo entrare nei pieni meccanismi della squadra, talenti come Pavel Kadeřábek, esterno classe 1992 in forza all'Hoffenheim, e Marek Suchý, di qualche anno più anziano, ma efficace e fresco come il compagno di reparto. Il tutto, viene completato dalle presenze di calciatori presenti su questo tipo di palcoscenico da anni; Kadlec può considerarsi al pari di Cech e pochi altri, un vero veterano della Nazionale ceca. A lungo nel Bayer Leverkusen, il polivalente difensore di Vrba ora milita nel Fenerbache dove sta ottenendo ottime risposte dal suo fisico. Stesso discorso fatto per Kadlec vale anche per Limbersky, bandiera del Viktora Plzen che al termine dell'europeo potrebbe anche lasciare la Nordin Tym. I due leader, senza dimenticare le presenze di Slvok, anch'esso classe 1983, e Gebre Selassie da molti anni in Bundesliga, garantiscono una base sicura sul quale giocatori con minore esperienza internazionale possono poggiarsi nei momenti di difficoltà che un Europeo può provocare.
Il reparto più interessante però, è senza dubbio il centrocampo. Composto da calciatori di spessore non elevatissimo, Vrba è riuscito a costruire un piccolo polmone in grado di correre in aiuto della squadra nei momenti difficili. Doti di grande coesione ed attenzione caratterizzano un centrocampo che spesso e volentieri viene schierato con tre uomini. Anche in questo caso il commissario tecnico è andato ad attingere da risorse interne, con la convocazione di ben 11 uomini tra Viktoria Plzen e Sparta Praga. Tra questi, gli interpreti con maggior possibilità di giocare Euro 2016 sono Dockal, mattatore nelle qualificazioni così come Krejčí, altro giovane da tenere sotto la lente d'ingrandimento. Preziose anche le presenze di Pilar e Plasil, ex promessa del calcio ceco che dopo esser passato da Catania e tornato a Bordeaux.
Tutti i discorsi legati a questo reparto però, si riallacciano a doppio filo con le condizioni fisiche del capitano: Tomáš Rosický. All'alba dei suoi 36 anni, il formidabile centrocampista dell'Arsenal ha passato l'intera stagione sotto le cure dei medici Gunners per tentare il rientro in extremis. Portato in panchina nell'ultimo match con l'Aston Villa, Rosicky non ha mai messo piede in campo, per questo, la sua condizione e il suo contributo, sembrano essere un'incognita anche in vista di quello che sarà il suo ultimo europeo.
Trasferendo il nostro mirino qualche metro più in avanti, l'attacco sembra destare maggiori preoccupazioni al ct della Nazionale ceca. Come già sottolineato, la Repubblica Ceca utilizza un 4-3-2-1 che esalta le caratteristiche dei due trequartisti, Darida e Sural. Veri e propri trasmettitori di gioco, i due giovani fantasisti sembrano esser l'arma in più di questa squadra, che invece, pecca per il rendimento dei propri 9. Il casting lanciato da Vrba è andato avanti per tutto il girone di qualificazione, con il c.t che spesso ha alternato "il delantero", senza trovare risposte incoraggianti. Il paradosso è che la Nazionale di due cannonieri tanto forti quanto prolifici, Barros e Koller, si presenti all'europeo senza un sostituto degno di indossare quella maglia.
Ai nastri di partenza, Necid, ex stella del CSKA Moska finito in Turchia, sembra essere il favorito per affiancare i due assi sull'esterno. L'altissima punta ceca, 190 centimetri per 81 chilogrammi, ha giocato nelle qualificazioni ma non ha convinto Vrba, che potrebbe affidare le chiavi dell'attacco a Lafata. Giocatore molto diverso rispetto a Necid, Lafata sa abbinare un buon fiuto del gol a classici movimenti da seconda punta. Polivalente ed efficace, il numero 9 dello Sparta Praga potrebbe rappresentare la giusta opzione nel caso in cui il classico attaccante alto e potente non risulti efficace all'interno di questa Nazionale.
OBIETTIVI
E' inutile negare che la Repubblica Ceca sia una squadra dalle qualità tecniche inferiori rispetto ad almeno due delle contendenti per il passaggio ai quarti di finale. Nonostante i numeri parlino di minor attitudine a giocare match importanti, minor tasso tecnico e minor profondità della rosa, la Nordin Tym certamente avrà le sue carte da giocare. Carte che, come in una partita a poker possono stravolgere un esito già visto, scritto e commentato. Per fare in modo che ciò accada, tanti fattori dovranno incastonarsi alla perfezione: il gioco di squadra visto durante le qualificazioni, la fame di vittorie e la grande disciplina imposta dal commissario tecnico saranno le basi su cui partire alla volta di una terra tanto grande quanto bella.
La sorte, nelle carte come nel calcio, giocherà un ruolo decisivo, ma guai ad appellarsi alla dea bendata; per la Repubblica Ceca, quello che più conta è non avere rimpianti, giocare al massimo delle propie chances e godersi l'europeo, perché come diceva Sofocle al suo tempo, la gioia più bella è quella che non era attesa.