Dopo il pari senza reti di Manchester, i riflettori della massima competizione europea si accendono questa sera al Calderon. Il Bayern di Guardiola bussa alla porta dell'Atletico di Simeone, la Madrid di fede biancorossa si stringe all'undici di casa per stritolare le mire del "filosofo" di Santpedor. Storia nella storia, Guardiola, l'artefice del miracolo catalano, il mirabile tessitore di un'epopea con pochi eguali, torna in Spagna da avversario, alla guida della più forte formazione di Germania. Obiettivo dichiarato, vincere la Champions, per salutare il Bayern - accordo già in essere col City - senza rimpianti.

Già, perchè a Pep, nella sua avventura tedesca, qualcosa manca. Successi in serie in Bundes - lì dove la supremazia del Bayern è netta - dipartita anticipata in Coppa. Difficile riassumere il fallimento sotto un'unico cielo, tante le cause dello zoppicante Bayern europeo. Assenze, malasorte, scelte d'azzardo, "arroganza".

L'allenamento dell'Atletico - Source: Uefa.com

Guardiola, all'ultima chiamata, sente il vento del Calderon e si fa guardingo, perché l'impatto dell'Atletico sul Barcellona non può non preoccupare un fine tattico come l'ex centrocampista. Simeone pratica un calcio che è agli antipodi di quello di Pep, tende a soffocare la manovra altrui, a togliere respiro agli avversari, per mordere poi con feroci ripartenze. Vincere annullando i rivali, sbiadendo ogni idea di gioco, questo il Simeone pensiero. L'Atletico non piace agli esteti, ai puristi, è sporco, ruvido, concreto.

La ragnatela tecnica di Guardiola - un solo giocatore in grado di sradicare palloni (Vidal, peraltro con enormi doti di inserimento) e quattro attori alle spalle di un centravanti, possesso palla e dialoghi nello stretto - si incastra con la ragnatela tattica di Simeone - due linee vicine, un collegamento tra mediana e attacco, Griezmann, giocatori in grado di ribaltare l'azione - e va a comporre un puzzle perfetto, in cui le credenziali dell'uno trovano risposta nelle qualità dell'altro. Due modi di intendere il football, qualche ora per mettere a segno il primo punto.

Formazioni

Atletico Madrid

Simeone deve fronteggiare una defezione pesante. L'Atletico non può disporre - al centro della difesa - di Godin. L'uruguaiano rappresenta l'anima - in campo - del Cholo, è il condottiero a cui si aggrappano i compagni, il cuore pulsante della marea biancorossa. Serve quindi un lavoro d'insieme per sopperire all'assenza del totem. Il tecnico chiama al proscenio Lucas e Gimenez, con Juanfran e Filipe Luis sull'esterno.

In mediana - out Tiago - conferma in blocco per il nucleo anti-Barcellona, con Koke e Saul a disimpegnarsi in corsia e Gabi e Augusto in zona centrale. Fernando Torres rientra dopo il turno di squalifica - rosso al Camp Nou - e si prende la "9", un passo avanti a Griezmann, con Carrasco in panchina.

Bayern Monaco

Un solo interrogativo in casa bavarese. Guardiola deve sfogliare la margherita di centrocampo. Due le opzioni: chiavi del gioco a Xabi Alonso, con Vidal sulla linea dei trequarti o arretramento del cileno e inserimento del gioiello Alcantara tra Ribery e Douglas Costa.

Neuer difende i pali, il giovane Kimmich trova posto al fianco di Javi Martinez, Alaba a sinistra, Lahm a destra. A completare il nucleo degli avanti Muller, con Lewandowski terminale offensivo.

A disposizione di Pep, Gotze e Coman, non al 100% Boateng, fuori causa Robben e Badstuber.

Vigilia

Le parole di Guardiola

Le parole di Simeone

Guardiola - Source: Uefa.com

Xabi Alonso "Non è una sorpresa che siano arrivati in semifinale. Fanno parte dell'elite del calcio europeo, in lotta su tutti i fronti: Liga e UEFA Champions League. Si sono insidiati tra i migliori molto velocemente. Sono sempre stati difficili da affrontare, ma in questi anni sono migliorati sempre".

"Saranno 180 minuti di grande intensità contro una grande squadra. Li rispetto molto".

"L'andata sarà difficile, tanta intensità e i loro tifosi a sostenerli. Vogliamo tornare a casa con un bel risultato. Loro sono ottimi giocatori che conosciamo bene. Sono una delle migliori squadre al mondo e dobbiamo sapere tutto di loro per affrontarli al meglio".

Precedenti

Esiste tra le due squadre un precedente a livello europeo. Finale di Coppa dei Campioni, 1974. A Bruxelles, la sfida termina con un punteggio di parità, 1-1 (reti nel supplementare), necessaria quindi la ripetizione. Il Bayern, alla seconda tornata, non fa sconti e si impone per 4-0, con doppiette di Hoeness e Muller.

Nel complesso, saldo favorevole per l'Atletico con compagini tedesche, specie in casa. Al Calderon, 11 successi in 16 partite. Lo scorso anno, a livello di ottavi di finale, 1-0 con il Bayer a firma Mario Suarez. Il Bayern, di contro, vanta 23 affermazioni contro squadre spagnole, ma il fresco ricordo della recente Champions spaventa Guardiola. Battuta d'arresto pesante al Camp Nou, inutile W in Germania.

L'avvicinamento alla partita

Simeone cavalca l'onda positiva del successo europeo. L'assolo nella doppia sfida con l'undici di Luis Enrique innalza ulteriormente la candidatura dell'Atletico, non solo in Coppa. La flessione blaugrana - dubbi dissolti dalle recenti goleade - consente di vivere un finale di Liga sul filo dell'equilibrio, con tre squadre - Real un passo dietro - a giocarsi il titolo. Nell'ultimo turno, vittoria di misura per i colchoneros, con Correa a sbaragliare la concorrenza del Malaga.

Per il Bayern un ulteriore passo in avanti. Manca poco per ufficializzare l'ennesimo sigillo in patria. A Berlino, contro l'Hertha, a segno Vidal - con un pizzico di fortuna - e Douglas Costa.

Qui il bellissimo gol di Douglas Costa: