In un campionato in cui le tradizionali rivali hanno fatto fatica (il Chelsea detentore del titolo è quasi fuori dall'Europa), l'Arsenal di Arsene Wenger ha sciupato occasioni su occasioni per costruirsi una classifica esaltante. Ultimo episodio il pareggio subito ieri in rimonta all'Emirates dal Crystal Palace di Alan Pardew, che ha raddrizzato un match che sembrava indirizzato dalla parte dei Gunners dopo il gol nel finale di primo tempo a firma Alexis Sanchez. Ma un tiro insidioso di Bolasie, insaccatosi nell'angolino con la complicità del rientrante Petr Cech, ha beffato i padroni di casa, ora raggiunti dal Manchester City al terzo posto a quota 60 punti dopo trentatrè giornate, con lo United di Van Gaal distante solo quattro lunghezze.
Le due vittorie consecutive contro Everton in trasferta e Watford in casa avevano addirittura alimentato nuovamente sogni di titolo per gli uomini di Arsene Wenger, che stavano proseguendo nel loro buon momento anche a Upton Park, in vantaggio per 2-0 nel derby di settimana scorsa contro il West Ham. Poi il solito black-out, la rimonta griffata Carroll e il punticino finale strappato da Koscielny per uscire indenni da Boylen Ground. Ieri l'ennesimo passo falso di una squadra che quest'anno non ha nemmeno l'ancora di salvezza della FA Cup, sfumata malamente proprio contro il Watford. L'Arsenal ha pagato un sorteggio sfortunato di Champions, che le ha messo contro il miglior Barcellona della stagione (mentre ora i blaugrana sono in preda a una crisi profonda che può costare loro un titolo praticamente già acquisito), perdendo così ogni speranza di superare lo scoglio degli ottavi di finale e di fare strada in Europa. Nulla di nuovo sotto il cielo dell'Emirates, per un team che non riesce a trovare continuità all'interno delle stesse partite, figurarsi per un'intera annata. Wenger ha mostrato di aver scelto l'undici titolare di questo finale di Premier League: con Ramsey reduce dall'ennesimo infortunio muscolare e Cazorla ancora ai box da mesi, l'alsaziano ha puntato a centrocampo sull'acquisto di gennaio Elneny, affiancato dal roccioso Coquelin, mentre in difesa Mertesacker è stato soppiantato da Gabriel.
Ma i cambiamenti di formazione più inattesi sono arrivati nel reparto offensivo, dove sono salite repentinamente le quotazioni del giovane Alex Iwobi e di Danny Welbeck, rispettivamente a scapito di Theo Walcott e Olivier Giroud. In questo modo i Gunners hanno tolto punti di riferimento alle difese avversarie, con Sanchez libero di giocare indifferentemente a destra e a sinistra, ma hanno perso i guizzi spesso decisivi dell'attaccante francese, tornato tra le riserve come a inizio stagione. Il rientro in porta di Petr Cech è stato invece sciagurato: il ceco, una garanzia nella travagliata stagione dei londinesi, è incappato in un erroraccio contro il Palace, proprio nel giorno in cui tornava a difendere i pali della sua squadra rimpiazzando Ospina. L'incapacità di chiudere le partite sta costando cara alla formazione di Wenger, ora costretta a guardarsi le spalle per assicurarsi un posto nella prossima edizione della Champions League, con o senza preliminari d'agosto. Il calendario prevede un altro turno casalingo contro il West Brom, poi due gare contro squadre in lotta per la salvezza come Sunderland e Norwich, prima dello scontro diretto dell'Etihad contro il Manchester City, in programma domenica 8 maggio. Solo allora si capirà se i Gunners riusciranno a chiudere tra le prime tre o quattro, anche perchè l'ultimo turno riserverà a Ozil e compagni un impegno abbordabile contro il già retrocesso Aston Villa. Sfumati tutti i principali obiettivi stagionali, resta da centrare il risultato minimo, ovverosia l'accesso all'Europa che conta, per poi affrontare un'estate che sarà fondamentale per il futuro del club.