La Premier League 2015/2016 rimarrà nella storia del calcio, comunque vada a finire. C’è qualcuno che già sta pensando ad un film su Jamie Vardy, l’operaio del gol, simbolo del Leicester, anche se il campionato, o meglio, la serie tv, ancora non è finita. Sì la serie tv. Perché è il caso di parlare di una storia fuori dall'ordinario, da ogni immaginazione, quindi assimilabile ad una serie tv, ideata e creata per intrattenere le persone sul divano puntata dopo puntata sino al gran finale. L’effetto serie tv della Premier 2015/2016, soprattutto grazie al Leicester, è evidente. Quale amante del calcio, anche se non del calcio inglese, non ha parlato almeno una volta con gli amici delle Foxes? Si susseguono eventi su Facebook nelle piazze italiane per festeggiare il Leicester, il negozio del sito ufficiale è andato “in tilt” da mesi, le maglie di Mahrez e Vardy sono introvabili, il Leicester ha un fan club addrittura negli Stati Uniti. Insomma, questa storia è diventata virale, come giusto che fosse visto l’eccezionalità del caso. Ma è tutta realtà.

Il Leicester è primo in classifica a più sette dal Tottenham secondo, a cinque giornate dalla fine, a cinque puntate dalla fine della serie. Il Leicester che non ha mai vinto uno scudetto nella sua storia, che due stagioni fa militava nella Serie B inglese, che si è sempre caratterizzata come “piccola”, rischia di capovolgere l’ordine del calcio moderno, che ha visto negli ultimi anni vincere sempre chi spendeva di più, chi aveva dietro solo una certa tradizione. Questa squadra così rivoluzionaria, composta prima da uomini che da giocatori, si è guadagnata già il pass per la prossima edizione della Champions League. Un obiettivo dopo l’altro la vetta Ranieri e i suoi la stanno scalando tutta: ora sono a cinque gradini dal toccare il paradiso.

Dall’altra parte della storia ci sono gli antagonisti, anche se è brutto chiamarli così: gli Spurs. Perché se non ci fosse di mezzo questo Leicester parleremmo del miracolo Pochettino, del miracolo Tottenham. Squadra da anni nella top 10 d’Inghilterra, con varie partecipazioni nelle coppe europee, ma che non vince il titolo dal 1990/91. Da una parte dispiace che non venga tributata a dovere questa squadra, dall’altra gli Spurs stanno rendendo la storia ancora più accattivante: cambiano gli attori principali, tutto diventa più affascinante ed imprevedibile. A cinque giornate dalla fine possono ancora lottare per il titolo, hanno vinto col Manchester United garantendosi praticamente la Champions, sono davvero in forma e sono pronti a sfruttare ogni piccolo errore della capolista. Anche per questo, comunque vada a finire, questa Premier rimarrà impressa nella storia.

  • Mancano cinque puntate alla fine della serie, come si è arrivati a questo punto della stagione? Hanno inciso diversi fattori, cause interne (meriti del Leicester e del Tottenham) ed esterne (calo delle big). 
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Cause interne

Nell’analisi di ogni comportamento umano si possono attribuire cause interne (proprie qualità) o cause esterne (gli altri, l’ambiente), così funziona anche per i corpi unici quali sono i gruppi. Quale gruppo più unito da prendere a modello di quello rappresentato dal Leicester City? E’ proprio su questo che ci si deve soffermare: il Leicester è un gruppo. Sembra banale come cosa, ma non lo è. E’ evidente che l’interdipendenza tra i giocatori è ai massimi livelli: un destino comune li lega, un obiettivo comune li sprona a lottare insieme su ogni dannato pallone. Il lavoro di Claudio Ranieri è stato eccezionale, senza dubbio, ma l’allenatore romano ha avuto anche la fortuna di trovare persone disponibili all’ascolto, al sacrificio, alla dedizione assoluta. Sono le storie di ogni persona che ci fanno capire chi si cela dietro al giocatore che veste la maglietta blu griffata puma, e da queste storie condivise si è creato un legame così forte che ha permesso alla squadra di andare oltre le doti fisiche e tecniche dei singoli interpreti. Da Drinkwater scarto di una neopromossa, a Vardy l'operaio, passando per Kantè che qualche anno fa giocava in terza divisione francese, ma ce ne sono altre ancora: tutte storie di giocatori mai realizzati che riescono a trovare insieme la via del successo. E' l’aiuto reciproco che ha beneficiato ogni membro del gruppo. Ranieri ha dichiarato che questa squadra deve servire da ispirazione ai giovani, che devono pensare: "se ce l'hanno fatta loro, posso farcela anche io". Lo stesso allenatore, nelle interviste, mostra incredulità di fronte a quello che sta facendo insieme ai suoi ragazzi, uniti come non mai. Tanto che ci si chiede: se i vari Mahrez, Vardy e Kantè verranno ceduti, manterranno lo stesso livello di gioco? I dubbi, per forza, persistono. Ci sono storie del calcio che vanno ben oltre il calcio stesso: questa è una di questa. 

Diverso è il discorso sul Tottenham di Mauricio Pochettino. Il livello medio della squadra sulla carta è sicuramente superiore a quello del Leicester, ma le aspettative di inizio stagione, anche in questo caso, sono state superate dalla realtà dei fatti. Pochettino, dopo un'annata in chiaro-scuro, è riuscito a disegnare sul campo la sua idea di gioco, fatta di pressing e di verticalizzazioni. La qualificazione in Champions per il prossimo anno dovrebbe essere in tasca: questo è già un passo avanti rispetto all'Europa League conquistata la scorsa stagione. Competizione che è stata onorata sino agli ottavi di finale, dove Pochettino e i suoi sono stati eliminati dalla corazzata Borussia Dortmund. Gli Spurs hanno la miglior differenza reti della Premier, il miglior attacco e la miglior difesa: statistiche rilevanti. Questo denota ottima concretezza difensiva e trame offensive efficaci.  L'annata di Harry Kane non è stata ai livelli della passata stagione, ma comunque l'attaccante inglese ha mantenuto un buon ritmo realizzativo. Quest'anno è definitivamente esploso Dele Alli, che insieme a Lamela ed Eriksen compone una trequarti offensiva di tutto rispetto. Mettiamoci anche l'equilibrio e l'intelligenza tattica di Dier e si capisce che se orchestrati bene, i giocatori in rosa sono da top team. Il Tottenham è stato più continuo delle rivali di Manchester, l'Arsenal ed il West Ham, per questo ora si contende il titolo col Leicester. La corsa è a due, la volata finale toglierà il fiato.

Cause esterne

Non si può argomentare a metà, dire le mezze verità: sarebbe menzogna. E' doveroso quindi ammettere che la cavalcata del Tottenham, ma sopratutto quella del Leicester, è stata favorita dai problemi delle "grandi", che non sono mai riuscite ad innescare la marce più alte per viaggiare spedite. Tante le delusioni: a partire dalla vincitrice della scorsa Premier League, il Chelsea. I blues in un certo periodo della stagione rischiavano addirittura di rientrare tra le ultime tre, l'annata è stata davvero nera. L'esonero di Mourinho ha dato una scossa, ma Hiddink ha solo potuto traghettare la squadra sino al porto: l'aspetta capitan Conte, che dovrà riscattare una stagione senza Europa, quindi da dimenticare in fretta. Poi le due di Manchester. Lo United spende solamente, ma cambiando squadra ad ogni sessione estiva manda all'aria ogni tipo di progetto; Van Gaal spende i milioni, ma poi fa giocare i giovani: la stagione dei Red Davils è stata davvero tortuosa e piena di interrogativi. Si farà chiarezza? Qual'è la strada da percorrere? Sembra che nessuno lo sappia, ma c'è una tradizione da mantenere e non ci si può accontentare dell'Europa League. Il City senza verve e costanza in campionato, con una semifinale di Champions da giocare, rischia addirittura l'accesso in Champions, perchè lo United sta a -4: anche qui bella volata finale. Ed infine come non menzionare l'Arsenal. Tutti gli indizi portavano ad una vittoria finale dei Gunners, ma anche quest'anno Wenger non è riuscito a sfatare questo tabù. Arriverà un'ennesima qualificazione in Champions, ma anche l'ennesima occasione persa.

Nell'imprevedibilità e nell'irrazionalità totale di questo campionato, fare previsioni è quasi impossibile, farlo sarebbe da presuntuosi. La storia di questo Leicester può essere solo raccontata, il campionato è da gustare sino all'ultimo minuto, sul divano, o allo stadio per chi può. Come fosse una serie tv.