C'è poco da girarci intorno: la Germania sarà la squadra da battere all'Europeo francese. Tra vecchie certezze (Ozil, Muller e Kroos) e nouve leve che stanno mettendo in mostra in questi anni un talento cristallino (Draxler e Gotze), Joachim Low ha tanto materiale, adatto a qualunque situazione. L'Italia invece è poca cosa, pochissima. Troppo facile entusiasmarsi per un pareggio ottenuto contro una Spagna i cui giocatori migliori sono nettamente fuori forma, a causa degli innumerevoli impegni dei rispettivi club e dell'età non più verdissima. Se poi consideriamo che in questa amichevole Conte ha voluto comunque mettere in campo giocatori che avranno ruoli importanti nell'Europeo, la situazione non può che essere preoccupante. A poco servono le parole del ct, che sarebbero adatte se ci fosse ancora una anno alla kermesse europea e non tre mesi come nella realtà: "Test come questi servono. Ora farò le mie valutazioni e cercherò di chiamare i migliori in vista dell'Europeo".
Quindi ora i grandi dubbi riguardano non solo il post Conte, che porterà all'ennesima rifondazione, ma anche l'immediato futuro. La Germania è molto più squadra, gli attaccanti dialogano come se giocassero insieme sin dalla culla e il centrocampo fa le due fasi con estrema efficacia. L'Italia invece conferma di essere una semplice accozzaglia di giocatori, cosa già vista nel primo tempo con gli spagnoli. Thiago Motta a 35 anni non può essere il punto di riferimento a metà campo e la cosa si vede dal feeling nullo con Montolivo e dall'estrema lentezza in fase d'impostazione. Continuano poi ad esserci dei giocatori fuori ruolo. In una partita giocata a ritmi blandi la cosa ci può anche stare, ma se si gioca a velocità medio alte la mancanza di una perfetta corrispondenza tra un giocatore e il ruolo che occupa può causare non pochi problemi. È il caso, per esempio, di Darmian e Florenzi, rispettivamente difensore centrale ed esterno destro, posizioni che raramente hanno coperto in carriera (il romanista ha quasi sempre fatto o l'ala offensiva o il terzino). Giaccherini poi non è abituato a giocare ad alti livelli e l'accoppiata Hector-Draxler glielo fa notare. Poco si può dire sull'attacco, in una partita di sofferenza il reparto inevitabilmente finisce con l'essere dimenticato spesso e infatti il trio Insigne-Zaza-Bernardeschi poco si nota, nonostante racchiuda la maggior parte del talento a disposizione degli azzurri. In difesa invece è il delirio, Bonucci soffre sempre sulle palle alte (Germania e Bayern lo hanno confermato) e, se non ha dei compagni di reparto di alto livello, non riesce a dare garanzie. Darmian è fuori ruolo (provare Rugani no?). Acerbi è bravo, ma per lui vale lo stesso discorso di Giaccherini: è ancora tutto da verificare in partite contro squadre fatte con undici campioni.
Questa era l'ultima amichevole prima di iniziare a fare sul serio, il primo test è andato benino, il secondo è stato un disastro. Bisogna sperare nell'exploit di qualche giocatore in campionato, per provare ad apportare qualche novità (se Immobile dovesse continuare a segnare così, potrebbe essere una buona carta). Inoltre Conte dovrà capire quali giocatori danno realmente garanzie, mettendo da parte giudizi d'altro tipo, cosa che talvolta non gli riesce, come dimostra il caso Insigne di pochi mesi fa. Nel girone l'Italia la qualificazione può ottenerla senza dover penare troppo, anche giocandosela col Belgio per il primo posto. I gialloneri infatti sono pieni di talento, ma la loro è un'esplosione recente e la Colombia ai Mondiali ha mostrato che il talento, senza esperienza, non basta. Dopodichè... bisognerà incrociare le dita. Magari sperando in qualche eliminazione clamorosa o in un calo di forma, come accaduto nel caso della Spagna. Perchè quest'Italia è ancora troppo inferiore a molte delle Nazionali che saranno impegnate in Francia a giugno.