Una Lazio disastrosa e friabile crolla sotto i fendenti dello Sparta Preaga perdendo clamorosamente partita e qualificazione. Per gli ospiti, reti decisive di Dockal, Krejci e Julis.

Biancocelesti che scendono in campo con un offensivo 4-2-3-1 e con Mauri dal 1'. Stessa disposizione per i cechi, in cui Julis prende il posto del bomber Lafata. Gara subito pimpante da parte dei laziali che, al minuto numero otto, vanno vicini al gol con Biglia, che mette fuori una bellissima conclusione di esterno. Il tentativo del 20 di casa è però una mera illusione per il pubblico dell'Olimpico, gelato due minuti dopo da Dockal, micidiale nel piegare le mani ad un Marchetti non perfetto. La marcatura subita paralizza i padroni di casa, che vedono incredibilmente lo Sparta Praga doppiamente avanti al 12', quando Krejci colpisce con una conclusione da biliardo imprendibile per il portiere laziale. Male, malissimo, la Lazio, davvero permeabile in difesa con i tanti spazi lasciati ai guizzanti avversari. Il doppio svantaggio finalmente però desta gli uomini di Pioli, capaci di creare immediatamente due occasioni pericolose con Miroslav Klose: al 14' bel cross del tedesco che quasi fa commettere autogol a Brabec, un minuto dopo il suo colpo di testa finisce alto. Spinta dal pubblico di casa, avanza arrembante la Lazio, ancora temibile al 19' quando Parolo non inquadra però da posizione defilata. Il Praga ormai pensa solo a difendersi, giustamente convinto ad adottare tale atteggiamento dal sicurissimo vantaggio. I padroni di casa approfittano a metà di tale assist, aggredendo i cechi ma non riuscendo ad offendere con decisiva pericolosità: al 25' clamorosa occasione non sfruttata da Stefano Mauri, sette minuti dopo bella parata di Bicik su Candreva. L'ultima azione del primo è però l'estremo beffardo step di una gara chiusa di fatto dopo i primi quarantacinque minuti. Al 44', infatti, errore difensivo di Bisevac che non interviene sul cross vellutato di Frydek consentendo a Julis tutto il tempo per concludere in porta. 

Il secondo tempo vede una Lazio aggressiva ed intenzionata quantomeno ad onorare la maglia: al 47' conclusione debole di Keita, cinque minuti dopo è ancora Bicik, invece, a dire di no a Mauri compiendo un vero e proprio miracolo. Tra gli undici laziali, il più guizzante appare Keita Balde, spesso puntuale nell'agire a sinistra ed ancora pericoloso, al 60', con una conclusione prontamente bloccata dal portiere avversario. Lo Sparta non sembra più intenzionato ad attaccare, lasciando campo ad una Lazio che, però, non sfrutta massimamente tale concessione. Al 66', preciso ma flebile tacco di Matri, tre minuti dopo imperioso ma largo stacco di testa del neo entrato Mauricio. I minuti che scorrono inesorabilmente ammazzano mentalmente, però, la compagine di casa, sempre più spuntata man mano che il cronometro tende verso il novantesimo. Al 74' ancora avanti l'indomabile Candreva, l'unico a non arrendersi, ma la palla finisce fuori di poco. L'ultima azione di un secondo tempo sicuramente meno emozionante rispetto alle precedente frazione capita sui piedi di Biglia, che all'86' batte una buona punizione senza però scalfire il palo.

Una prestazione assurdamente convincente in avanti, disastro totale dietro. Pioli dovrà fare una profonda autocritica, soprattutto considerando la totale insufficienza dei suoi quattro interpreti difensivi. Certo, andando ad analizzare le azioni si nota una Lazio in bambola solo per due minuti, troppi però per una compagine che avrebbe dovuto come minimo andare ai quarti. Era stato, forse, il sorteggio più benevolo, non è stato né recepito né sfruttato. Migliore in campo per la Lazio, Candreva. Per lo Sparta in evidenza Frydek