Forse Petr Cech avrebbe fatto meglio a glissare nel rispondere a chi gli chiedeva un commento sull'essere l'unico portiere a non aver mai subito gol da Leo Messi in sei partite disputate contro il Barcellona. "Non sapete quanto queste cose lo carichino", disse una volta a proposito della Pulce Pep Guardiola, replicando ai giornalisti italiani che sottolineavano le zero reti segnati da Leo sui campi nostrani. Mai dare ulteriori stimoli a un fuoriclasse. Ed è in parte ciò che accaduto ieri sera all'Emirates Stadium di Londra, dove il fenomeno argentino ha trascinato il Barça alla vittoria sull'Arsenal di Wenger con una doppietta.

"Il nostro tridente è magico, una sorta di Abracadabra", aveva detto Luis Enrique alla vigilia. Buon profeta il tecnico dei catalani, che deve essersi talmente divertito nel guidare i suoi dalla panchina che non ha effettuato neanche un cambio nei novanti minuti londinesi. "Mi è piaciuto tutto ciò che ho visto fare dai miei giocatori - il commento di Lucho nella pancia dell'Emirates - e ho pensato di non toccare nulla per non rovinare quanto stava funzionando". Intanto Messi aveva assunto le sembianze - da sempre familiari - del Mago per incantare l'intero mondo del football, nella patria dei maestri del calcio. Persino Marca, quotidiano spagnolo di stampo madridista, celebra stamattina la Pulce come un assoluto genio del calcio, stella di una grandissima orchestra che vorrebbe suonare anche alla Scala del Calcio a maggio, quando a Milano si assegnerà la Champions League edizione 2016. Sarebbe un bis mai avvenuto negli ultimi ventisei anni (l'ultima squadra a riuscirci fu il Milan di Sacchi nel biennio 1989-1990, ma la formula della vecchia Coppa dei Campioni era molto diversa), altro obiettivo di un club che sta riscrivendo record a suon di gol e spettacolo. Persino il triplete, risultato considerato irripetibile dalle nostre parti, non è così lontano per i blaugrana, che sono nettamente in testa alla Liga (e domenica potrebbero allungare ancora, sfruttando il derby di Madrid) e già proiettati verso la finale di Copa del Rey contro il Siviglia, prossimo avversario in campionato e già sconfitto nell'ultima scoppiettante edizione della Supercoppa Europea.

"Per noi questo 0-2 è un gran risultato - ha detto Luis Enrique dopo aver violato l'Emirates per la prima volta nella storia dei catalani - ma la qualificazione non è chiusa", stesse parole utilizzate da Mascherano e Busquets per tenere alta l'attenzione in vista del ritorno al Camp Nou e probabilmente per rispetto nei confronti di un avversario fiero e orgoglioso come i Gunners di ieri sera. Eppure lo stesso Wenger ha ammesso di non credere ai miracoli, dando per scontato il passaggio del turno dei rivali tra tre settimane. Di certo da ieri crederà alla magia, quella di un Messi capace di regalare ogni anno gemme sempre più preziose sul palcoscenico più presitigioso. Cinque mesi fa il Barcellona subiva sei gol in due trasferte al Balaidos e al Sanchez-Pizjuan, facendo temere i suoi tifosi per una stagione di "magra" dopo la scorpacciata di quella precedente. Ma in pochi in Catalogna si sono preoccupati per un avvio al rallentatore, consapevoli che la temporada sarebbe stata lunga e con un impegno internazionale come il Mondiale per Club di Yokohama, stravinto in finale contro gli argentini del River Plate. Da lì in poi - poco prima di Natale - i blaugrana hanno pareggiato solo nel derby contro l'Espanyol in campionato, poi umiliato in Copa del Rey, vincendo tutte le altre partite disputate (ad eccezione del ritorno della semifinale contro il Valencia, un'esibizione al Mestalla con in campo i ragazzini della cantera dopo il 7-0 dell'andata).

Il Barça si presenta così a tutta velocità sul rettilineo finale della stagione, con una solidità difensiva ritrovata e un tridente che produce meraviglie in serie. Neanche qualche trasferta affrontata con un paio di cilindri in meno nel motore (Levante, Gijòn e Las Palmas) ha frenato la corsa degli uomini di Luis Enrique, ora virtualmente ai quarti di Champions League e attesi agli ultimi tre mesi di una stagione che ha già consegnato loro due trofei (Supercoppa Europa e Mondiale) e che potrebbe chiudersi con l'ennesimo trionfo del mago Messi e dei suoi splendidi compagni d'avventura.