L'assassino è dat guy: così oltremanica definiscono Danny Welbeck, che di mestiere non fa il maggiordomo, ma l'attaccante. E oggi, al suo rientro con la maglia dell'Arsenal dopo quasi un anno di assenza, ha firmato una vittoria di importanza capitale al 94' mettendo la testa su un pallone pennellato su punizione da Ozil e condannando alla terza sconfitta stagionale il Leicester dei miracoli, la seconda su due contro i Gunners. Una partita aperta nel primo tempo da un rigore di Vardy (dubbio), condizionata da un'altrettanto dubbia espulsione di Simpson, ribaltata dalle reti dei subentrati Walcott e Welbeck.
L'anima british dell'Arsenal in paradiso, mentre la working class per una volta resta a guardare. Ma Ranieri all'Emirates propone il suo classico starting XI, quadrato e con tutti a disposizione, mentre Wenger a sorpresa (ma non troppo) opta per Chamberlain largo a destra, con Coquelin in mezzo al campo e Mertesacker di ritorno da titolare in difesa, vista l'assenza di Gabriel, sommata ai soliti noti in mediana.
Non sorprendono ovviamente i ritmi infernali, imposti da un lato dall'alta pressione del Leicester, dall'altro dalla necessità di vincere dell'Arsenal, che riesce a dialogare bene nello stretto e reclama un rigore che poteva starci per un fallo di mano di Kanté in area. Il francese è protagonista in positivo però in mezzo al campo, non fermandosi mai e riuscendo a portare bene disturbo. La prima doppia occasione è al quarto d'ora: Schmeichel con un'uscita sulla trequarti toglie palla a Ramsey, lanciato meravigliosamente tutto solo nella metà campo avversaria, ma sulla ripartenza Albrighton trova al centro Vardy, la cui incornata è preda a terra di Cech in due tempi.
Respirare e ragionare è semplicemente utopia in mezzo al campo, e non solo. Giroud compie un lavoro incredibile per districarsi dalla morsa dei due centrali del Leicester, che alla mezz'ora se lo perdono, ma per loro fortuna è in offside: a nulla serve il colpo di testa che poteva valere il vantaggio. Poco prima era stato Sanchez a sfiorare la rete, una botta dal limite ribattuta in modo decisivo da un Morgan statuario. L'Arsenal sbatte contro un muro, il Leicester sa ripartire, e ci riesce anche: al 38' Cech sventa un pericoloso cross di Kantè, ma al termine del primo tempo le Foxes passano. In contropiede, Vardy arriva in area, punta Monreal e cerca il contatto: Atkinson decide per il penalty, che lo stesso inglese, che era andato a schiantarsi quasi volontariamente contro le gambe di Monreal, realizza con il destro potente e preciso.
Per Wenger le cose non si mettono bene, anche perchè Koscielny deve dare forfait, al suo posto dentro Chambers che non soffre eccessivamente, anche perchè il Leicester rimane ben presto in 10: Simpson prende due gialli inutili e ingenui nel giro di pochi minuti, e al 53' lascia i suoi in 10 con Ranieri che opta per Wasilewski e Gray per Okazaki e Mahrez. Male l'algerino: mai pericoloso, troppo lezioso, da segnalare solo una simulazione in piena area a cui Atkinson non abbocca.
Con la superiorità numerica l'Arsenal inizia ad assediare, dopo aver già sfiorato il pari con un destro in diagonale da fuori di Ramsey al 47'. La prima svolta arriva al minuto 60, quando dalla panchina Walcott rileva Coquelin. Proprio lui riesce a equilibrare il risultato, sbucando sul secondo palo e mettendo in porta una sponda clamorosamente geniale di Giroud. Tripudio all'Emirates al 69'. I Gunners prendono fiducia, dall'altra parte il povero Vardy si trova solo contro l'intera difesa avversaria, riuscendo a combinare ben poco se non un destro da fuori parato senza problemi da Cech.
Dal gol del pareggio si gioca però a una sola porta. L'Arsenal innanzitutto reclama un altro rigore per un braccio larghissimo di Huth che para una rovesciata geniale di Giroud: solo la distanza ravvicinata grazia la squadra di Ranieri, che resiste in apnea anche a un destro svirgolato da Sanchez poco dopo. Ci prova anche Ramsey da fuori, alla disperata, ma non trova la porta.
Così Wenger si gioca il tutto-per-tutto: Welbeck entra in campo al posto di Chamberlain per supportare Giroud. I palloni in area continuano ad arrivare, i Gunners concludono almeno sei volte prima del 90' verso la porta: due volte mura la difesa, un altro paio di volte la palla sibila fuori di un nulla, specialmente su un colpo di testa di Mertesacker, un'altra volta Schmeichel dimostra di essere un portiere di livello elevatissimo parando un sinistro a botta sicura di Giroud.
Quattro di recupero, la partita sembra destinata a terminare 1-1, ma Wasilewski concede una punizione ingenua: 6vs6 in area, palla in the box con la traiettoria disegnata da Ozil che trova la testa proprio di Welbeck, che deve solo aggiustare leggermente la traiettoria prima di poter correre e lanciarsi in mezzo ai suoi tifosi per festeggiare il 2-1, dopo oltre un anno di assenza. A quattro secondi dal termine della partita. La favola del Leicester non si interrompe, visto che resta capolista, ma l'Arsenal si riavvicina vistosamente, ora è a -2 e si sente più che mai in corsa. E la corsa alla Premier si surriscalda ulteriormente...