Il tentativo buono, il momento giusto. Forse era solo questione di tempo prima di vedere l'Arsenal in cima alla classifica di Premier League. Frenato in precedenza solamente dai risultati a dir poco incredibili della favola Leicesterthings have changed in questo primo weekend di calcio a tinte britanniche del 2016. Non è stato a dir la verità una gran due-giorni di calcio, perchè la stanchezza si è fatta sentire eccome dopo il tour de force delle festività, specialmente per chi annovera in rosa un numero non indifferente di infortuni. Tra questi ci sono proprio i Gunners, che grazie a una zampata di Koscielny battono il Newcastle, che gioca meglio e tira di più, ma con poca precisione e cinicità, mostrando una volta di più di non meritare il terzultimo posto attualmente occupato. Solito grande Wijnaldum da una parte, un po' meno grandi Ozil e compagnia dall'altra, ingabbiati e poco capaci di creare gioco.

Possiamo definirla la classica partita che è in grado di vincere la grande squadra, ovvero senza brillare ma riuscendo a chiuder col bottino pieno, un po' come accaduto anche al Manchester City, l'altra grande pretendente al titolo. La trasferta di Vicarage Road col Watford si rivela difficile, come da aspettative, perchè gli Hornets non si tirano indietro, giocano a viso aperto e a ritmi come sempre altissimi. Il calo finale è però sintomo di stanchezza e logorio fisico (poco turnover ultimamente per Quique) e il City ha avuto la meglio sfruttando il talento dei campioni, in particolare di Touré e Aguero, i due autori dei gol decisivi. L'impressione è che ad oggi siano queste due le candidate principali alla vittoria finale, anche se ci sono ancora limiti evidenti e lacune da colmare: per l'Arsenal gli infortuni penalizzano, per il City la difesa è un problema, così come la gestione delle gare in trasferta.

E la favola Leicester? Com'era normale accadesse, è arrivata la flessione, dovuta specialmente al calo di forma di Vardy, alle prese anche con alcuni problemi fisici, e di Mahrez, che contro il Bournemouth ha anche sbagliato il rigore. Un lento ritorno alla normalità che potrebbe comunque regalare alle Foxes un sogno europeo, impensabile che lottino fino alla fine per la vittoria finale. Decisamente più probabile invece includere una squadra come il Tottenham nella contesa finale, anche se, come sempre, ci sono i lati negativi rappresentati dai cali fisici, come tutti, e anche quelli mentali, dettati forse da una rosa molto (troppo?) giovane. Belli da vedere, ma non ancora pronti probabilmente. Certo, ripresentarsi con questa rosa e magari un innesto in mezzo al campo ai nastri di partenza della prossima stagione porrebbe gli Spurs in tutt'altra situazione. Il pareggio con l'Everton ha infatti mostrato le varie facce di una squadra bella a vedersi, divertente e veloce, ma non ancora pronta, che si fa sorprendere un po' troppo. Comunque, come detto, attenzione ai prossimi anni.

Nella lotta alla Champions League sperano di rientrare le nobili decadute, il Manchester United in primis. Dopo sei partite senza nemmeno una vittoria, è arrivata una prima mezza ripresa nel match casalingo contro lo Swansea. Le firme sono quelle dei due simboli della squadra, Rooney e Martial. Tre punti importanti sotto il profilo mentale, ma il gioco è ancora tutto da rivedere, perchè questo Man U non può pensare di raggiungere obiettivi affondando così poco e affidandosi solo alle giocate. E soprattutto, questo 2-1 non consolida la posizione di van Gaal. Il connazionale Guus Hiddink vede invece il suo Chelsea rialzarsi in maniera decisa, con un 3-0 sul Crystal Palace che lascia intendere un cambio di rotta con l'avvento del 2016: si è rivista in tutto e per tutto la squadra che eravamo abituati a conoscere fino a maggio. Diego Costa ritrovato, così come Oscar; Willian il solito leader, la difesa di nuovo solida... Per il Palace un passo falso interno che non compromette nulla finora.

La squadra di Pardew rappresenta il gruppone londinese nella parte sinistra della classifica: oltre all'Arsenal primo della classe, il Tottenham quarto, ci sono anche Palace, Watford e West Ham, di cui vi abbiamo parlato approfonditamente nella giornata di ieri. Gli uomini di Bilic hanno battuto il Liverpool per 2-0 mandando in un'altra sorta di mini-crisi Jurgen Klopp. Sia chiaro, il tecnico tedesco non è assolutamente in discussione ed è destinato a rimanere a lungo sulla panchina dei Reds, anche perchè con una squadra costruita male non si potevano pretendere miracoli da subito. Certo è che almeno un piazzamento in Europa League è lecito aspettarselo. Il Liverpool dimostra ancora una volta di poter essere protagonista con le big, quando non deve attaccare in massa ma ripartire, mentre fatica molto con le "piccole". Non va meglio all'Everton, anche se un punto in casa col Tottenham, con questo Tottenham, è manna dal cielo. Martinez non può fare a meno di McCarthy in mezzo e deve recuperare al più presto Jagielka, sperando che Lukaku continui a segnare.

Come i Toffees, continuano ad ondeggiare anche i Potters, lo Stoke City dei revenants in attacco, anche se l'ultima sconfitta sul campo del WBA, sempre più Pulis-team, arrivata al 93' in mischia da corner, fa male. Non convince però la prestazione, al contrario di quanto di buono fatto a dicembre. L'impressione che manchi qualcosa e qualcuno coi piedi buoni che possa far da raccordo è sempre più nella testa di tutti. Difficile invece capire cosa manchi al Southampton, caduto sul campo del Norwich. In quanto a talento e rosa, probabilmente nulla, se non amalgama. Questione di testa che Koeman deve risolvere: come può la stessa squadra battere 4-0 l'Arsenal e perdere con i Canarines? Problemi psicologici gravissimi invece per l'Aston Villa, che completa il giro di 19 partite senza vittorie ed è sempre più vicino alla Championship, mentre il Sunderland, alla caccia di rinforzi per gennaio in difesa e a centrocampo, torna a respirare e a sperare.