Se non fosse stato già chiaro da inizio stagione, ieri sera c’è stata l’ennesima conferma: l’Arsenal fa sul serio e si candida prepotentemente a suon di vittorie come vincitore della Premier League edizione 2015/16. La vittoria per 2-1 tra le mura amiche sul Manchester City di ieri sera è l’ulteriore prova che la squadra di Wenger ha fatto quel tanto agognato salto di qualità, riuscendo a emergere in un campionato mai così equilibrato e sorprendente, proponendosi come prima inseguitrice della capolista Leicester. Oltre le assenze, oltre i valori tecnici e oltre i milioni spesi: quel “futuro” tanto nominato negli anni scorsi è arrivato, è oggi.

Il 3-0 al Manchester United, sempre in casa, aveva esaltato tutte le qualità di una squadra che ancora ha lasciato qualche punto di domanda, specialmente lontano dall’Emirates, da cui solo il Tottenham è riuscito a uscire con dei punti da ottobre a oggi. Ma questa vittoria vale più di ogni altra, perché arriva con l’infermeria piena, occupata dal centrocampo titolare Coquelin e Cazorla (entrambi out almeno fino a fine febbraio), dalle prime alternative Arteta, Rosicky, Wilshere, oltre che Welbeck, e dulcis in fundo un leader tecnico e psicologico quale Sanchez, colui che spesso ha risolto le partite coi suoi spunti.

Tanti erano i dubbi riguardo alla versione Gunners senza la mediana ideale e senza Alexis, eppure quella stessa squadra era già stata in grado di battere l’Olympiakos a domicilio, attaccandosi alle marcature di Giroud. Ieri sera sono stati altri due i simboli della vittoria, anche se non sono comparsi sul tabellino a fine gara: Aaron Ramsey e Mesut Ozil.

Il gallese ha dato il suo solito magistrale contributo in mezzo al campo, spesso allargandosi a destra per impostare l’azione, riuscendo spessissimo a trovare anche degli ottimi tempi di inserimento e per poco non andando anche a segno: Hart ci ha letteralmente messo la faccia per impedirglielo. Ennesima conferma che Ramsey è uno dei pilastri della squadra, che è tatticamente troppo importante potendo giocare praticamente ovunque, e ovviamente ha spunti e capacità di dribbling e dialogo nello stretto ben sopra la media. Si sta rivedendo il Ramsey che a inizio stagione 2013/14 trascinava l’Arsenal in vetta alle classifiche.

Per quanto riguarda Mesut Ozil, siamo a quota 15 assist in Premier League (i secondi in gradiatoria sono a 7). Certo, pensare che gli inglesi conteggino come assist anche i banali ultimi passaggi, come quello per il gol di Walcott ieri sera, non molto influente e determinante, potrebbe far pensare che questa statistica sia un po’ sopravvalutata. Eppure questo vuol dire che il tedesco è il nucleo vitale di un attacco che ha segnato 31 gol. Insomma, più della metà dei gol realizzati in campionato dall’Arsenal portano la firma di Ozil, avendo messo il tedesco anche due palloni in fondo al sacco.

Quello che sta sorprendendo in positivo però non è tanto l’attacco che gira, anche perché Giroud i suoi gol li ha sempre fatti, l’apporto degli esterni non manca e difficilmente l’Arsenal fa fatica a segnare, bensì una difesa che pare quasi clamorosamente solida: 14 gol subiti, la migliore insieme al Manchester United e Tottenham, che hanno altri tipi di problemi per ora. Gli interpreti sono sempre gli stessi, è però cambiato qualcosa alle loro spalle, perché a difendere i pali dell’Arsenal c’è Petr Cech, uno che “garantisce almeno 12 punti in più in classifica”, parole uscite dalla bocca di John Terry, che sa cosa vuol dire giocare con il portierone ceco.

Entrato dal portone principale, non ha cominciato alla grandissima il campionato, è più uscito alla lunga, o meglio si è rivelato alla lunga. I 14 milioni spesi in estate (tra alcune critiche, dimostratesi infondate) sono stati il miglior acquisto possibile. Ieri sera la difesa ha sbandato una sola volta, e poteva costare sì lo svantaggio, ma contro un attacco di fuoco come quello del Manchester City ci si poteva aspettare decisamente di peggio.

La fiducia aumenta gara dopo gara, ma ora arriva un trittico fondamentale, senza Ozil (che sarà tenuto a riposo per i problemi al ginocchio), forse ancora senza Sanchez e senza i sopracitati, la miglior squadra dell’anno solare 2015 in Premier League (davanti al Manchester City e al Leicester) dovrà dimostrare ulteriore forza. Arrivare a Gennaio senza perdere punti è fondamentale. Lo sa Wenger, lo sanno i suoi giocatori, e lo sanno soprattutto i tifosi. Finalmente, forse, è arrivato l’anno buono.