Negli ultimi anni ci siamo abituati a considerare il Portogallo una delle squadre Nazionali più forti in circolazione, forse in maniera un po’ affrettata. Ovviamente pensare ai lusitani fa ovviamente venire in mente senza troppi fronzoli il nome di Cristiano Ronaldo, leader, anima e corpo della selezione attualmente allenata da Fernando Santos. In effetti il fenomeno del Real Madrid ha deciso tre partite praticamente da solo, contro Armenia (tripletta), Danimarca (gol nel recupero) e Armenia (rete decisiva), anche se ovviamente tutte le altre giocate non sono da dimenticare così alla leggera. Insomma, è stato lui il trascinatore del Portogallo.
Ovviamente quando si ha in rosa un giocatore del genere è normale cavalcarlo e affidarsi a lui, ma troppe volte negli ultimi anni i fallimenti della Nazionale sono stati causati non tanto da lui, bensì dal fatto che non avesse un buon “supporting cast” intorno, che fosse un predicatore nel deserto. Attenzione al “fosse”, perché le cose potrebbero star cambiando, forse. La sensazione è che una via di mezzo tra la linea giovane (under-21 sconfitta in finale all’Europeo) e tra il gruppo degli esperti possa riportare in alto il Portogallo.
Fernando Santos ultimamente sta lavorando proprio su questo aspetto, sulla ricerca degli “altri” da inserire a fianco dei senatori. Le politiche dei club, sopra a tutti Porto e Sporting Lisbona, stanno aiutando enormemente l’ex allenatore della Grecia: entrambe stanno puntando su giocatori lusitani in arrivo dalle altre realtà della nazione. È il caso di Danilo Pereira e André André, due ai quali Lopetegui rinuncia raramente quando deve scegliere l’undici dei Dragoes, così come Ruben Neves, centrocampista classe 1997 che fa impazzire mezza Europa e che ha anche già portato la fascia da capitano della squadra campione d’Europa nel 2004 e nel 1987.
Forse il centrocampo è comunque l’ultimo dei problemi della squadra, anche perché oltre ai tre citati sopra ci sarebbero anche Joao Moutinho, a tutti gli effetti il principale “secondo violino” della squadra, o William Carvalho e Adrien Silva, giocatori interessantissimi, in particolare il primo, mentre il secondo per ora è (stranamente) fuori dal giro. Insieme ai due ci sarebbe anche il terzo gioiello dello Sporting, ovvero Joao Mario, ma anche l’esperienza di due veterani quali Miguel Veloso e Tiago, altri a cui è difficile rinunciare. Probabilmente saranno sei i convocati in mezzo (visto il 4-3-3), perciò potremmo parlare anche di esclusi eccellenti.
Anche tra i portieri sembra abbastanza definita la situazione: Rui Patricio, Anthony Lopes ed Eduardo, con i primi due a contendersi la maglia da titolare. E anche sulle ali i dubbi ci sono ma sono comunque risolvibili, anzi potrebbero esserci altri esclusi tra i vari Nani, Quaresma, Danny, Bernardo Silva, Rafa Silva e quant’altro. Restano due aspetti: la difesa e il centravanti. A tutti gli effetti questi sono i veri talloni d’Achille della squadra.
Quello delle prime punte è un problema che il Portogallo si porta dietro ormai da tanti anni, dai ritiri di Nuno Gomes e Pauleta: i vari Hugo Almeida, Liedson, Helder Postiga e altri non sono mai stati davvero all’altezza ed è stato Ronaldo a tappare i vuoti in quei ruoli. Può essere ancora questo uno dei punti deboli della squadra all’europeo di Francia? Quasi senza alcun dubbio, sì. Eder ha già dimostrato di essere ampiamente inadatto, Nelson Oliveira e Lucas Joao disputano la Championship, e nonostante il loro valore sia discreto è difficile credere che possano bastare in Nazionale. Rui Fonte e Ricardo Pereira non sono sufficienti, e in ogni caso non hanno le caratteristiche della prima punta. Paciencia è troppo giovane e non sta trovando spazio. La soluzione del giallo davanti sembra ancora essere irrisolta e probabilmente sarà ancora Ronaldo a fungere da punta.
La situazione non migliora in difesa. Giocatori che sono stati grandi campioni, ma che ora hanno ovviamente perso lo smalto dei giorni migliori, non hanno ancora trovato “eredi” davvero adatti a prendere il loro posto. Pepe, Ricardo Carvalho e Bruno Alves sono tutti oltre i 30, le alternative più credibili sono José Fonte e Luis Neto, certamente difensori discreti, ma non raggiungono certamente il livello dei tre sopracitati al massimo delle loro potenzialità. Insomma, in mezzo qualche problema di troppo c’è. E non basta il buon Paulo Oliveira, possibile jolly, per risolverlo.
Forse sugli esterni c’è qualche sorriso in più, perché tutto sommato ci sono giocatori esperti e ancora forti insieme a giovani più che discreti, quindi i terzini possiamo dire essere al giusto livello della nazionale portoghese. Vieirinha, ex ala trasportata sulla linea difensiva, Cedric, Coentrao, Guerreiro, Eliseu, Silvio. Un problema in meno, potremmo dire.
Ma ovviamente gli interrogativi riguardanti alcuni reparti nevralgici restano. Cristiano Ronaldo può giocare da centravanti, per caratteristiche però potrebbe faticare di più rispetto che sull’ala, anche se diverse volte ha timbrato il cartellino. Avesse a fianco un attaccante di un certo calibro però sfrutterebbe meglio il suo incredibile potenziale. E dietro? Dietro si prega. Si prega che Pepe riesca ad essere sano e concentrato, che gli altri veterani siano in una condizione accettabile, che il quarto prescelto possa fare bene.
Il Portogallo nei gironi di qualificazione non ha impressionato, si è qualificato come primo ma ha reso un po’ troppo sotto le aspettative, soprattutto sul piano del gioco. Mancano equilibri, che Santos deve ritrovare assolutamente. Per ora le sensazioni non sono buone. Ma chissà che in questi cinque mesi che ci separano dall’inizio dell’avventura possa esplodere qualcuno in quei ruoli poco coperti. Certo ne sarebbero felici i tifosi, ma, probabilmente, il più contento sarebbe Ronaldo.