Serviva un trascinatore a quest'Arsenal, qualcuno capace di decidere una partita che si preannunciava difficile, e così è stata. Ma quel trascinatore è arrivato, ha un nome, un cognome e nella serata finora più importante della stagione dei Gunners ne ha segnati tre, piegando l'Olympiakos per 3-0 al Pireo e portando di peso i suoi agli ottavi. Olivier Giroud entra nell'Olimpo degli attaccanti del calcio mondiale, sempre che già non ci fosse, segnando i gol numero 3, 4 e 5 in cinque presenze, con una media clamorosa di una rete ogni 59 minuti in Champions League.
Arsène Wenger punta su di lui (e fa bene) come unico attaccante nel classico schieramento 4-2-3-1, con le scelte quasi obbligate e una lista di assenze pesantissime, Sanchez e Cazorla in primis. Il ballottaggio tra Walcott e Chamberlain lo vince il primo, mentre in mezzo gli unici due disponibili sono Ramsey e Flamini. Unica nota positiva e intera la difesa, reparto in cui il dirimpettaio dell'alsaziano, Marco Silva, opta per l'unico cambio rispetto alle indicazioni della vigilia, con Da Costa preferito a Botìa.
La partita in realtà di emozioni non ne regala moltissime, nei primi minuti l'Olympiakos, forte del sostegno del caldissimo pubblico greco, spinge e ci prova immediatamente con Sebà, il più pericoloso dei suoi in apertura con qualche ottima sgroppata in contropiede conclusa non benissimo. Il primo vero brivido è al 19', sempre con l'ex Estoril che da fuori non trova la porta.
L'Arsenal riesce a scuotersi al 24', quando sulla destra si sviluppa un'ottima azione: Campbell, ex di giornata e autore di una partita straordinaria, crossa basso in area per l'inserimento di Flamini, che non arriva benissimo sulla palla ma in qualche modo colpisce, trovando la deviazione provvidenziale di Siovas che manda la sfera dritta sulla traversa. E' il preludio del gol del vantaggio, che arriva cinque minuti dopo: Ozil inventa per Ramsey sulla sinistra, cross al centro sul primo palo sul quale si avventa Olivier Giroud, avvitamento e stacco che si insaccano all'angolino basso con la complicità di un Roberto non perfetto e non esente da colpe.
Il vantaggio non basta ancora ai Gunners, che entrano però definitivamente in partita e sfiorano il raddoppio con Walcott, un diagonale destro largo non di molto, ma rischiano tantissimo a 6 dall'intervallo quando Koscielny si prodiga in una chiusura sul primo palo per anticipare Ideye: la palla prende una strana traiettoria e finisce alta di poco sopra la traversa.
A scacciare la paura ci pensa in apertura di ripresa ancora Giroud: prima si fa male, una lieve distorsione che non gli impedisce di rimanere in campo e due minuti dopo raccogliere lo spettacolare invito di Campbell, che mette giù al limite un lancio dalle retrovie, si destreggia in mezzo a quattro e serve il taglio del francese, che nessuno segue, e col piattone sinistro sul secondo palo batte nuovamente Roberto.
L'Olympiakos ci prova con l'orgoglio e produce un colpo di testa di Da Costa su corner parato senza patemi da Cech, che deve invece metter la manona in tuffo per mettere in corner un sinistro da fuori di Fortunis. Poco prima però Walcott aveva avuto il pallone del 3-0, diagonale di destro da dentro l'area deviato in corner. Al 66' però il gol della sicurezza arriva dal dischetto: sul diagonale di Monreal si getta Elabdellaoui, che di fatto para. Rizzoli indica il dischetto, Giroud prende il pallone e calcia perfettamente, spiazzando Roberto e di fatto chiudendo il match.
Da quel momento in poi succede davvero pochissimo, solo qualche cambio inutile e che non influisce sulla partita. Da segnalare c'è di fatto solo la standing ovation di tutto lo stadio per Campbell, giocatore dell'Olympiakos nella stagione 2013/14. La palma di migliore in campo però è già a casa Giroud, così come il pallone. E l'Arsenal riesce nel miracolo, sfatando il tabù del Pireo e conquistando degli insperati ottavi di finale, sotto il segno dell'attaccante francese.