Sembrava stesse andando tutto per il verso giusto: squadra in risalita, prestazioni di livello, le premesse per una grande stagione c'erano tutte. Ma poi è arrivato il mese di novembre. E gli infortuni. Così, in un mese, l'Arsenal si è trasformato da squadra ambiziosa a lazzaretto. Cause? Difficili da ricercare. Fosse un problema di condizione potremmo comprendere, fossero errori nella preparazione anche. Eppure no, non c'entra nulla. Nessuno degli infortunati è fuori per un problema muscolare. E a quel punto qualche domanda ce la si pone per forza.

Sulla fragilità di certi elementi presenti nella rosa a disposizione di Wenger non c'è nemmeno da discutere. Rosicky su tutti, uno che senza i problemi fisici sarebbe stato tra i 10 migliori al mondo del decennio scorso. Lo stesso Wilshere ha spesso avuto problemi fisici che l'hanno molto limitato e lo potrebbero limitare in futuro, così come Welbeck. Entrambi sono fuori da inizio stagione e lo saranno almeno fino al 2016. Per quanto però possano contare, questi tre non sono elementi imprescindibili per i Gunners: se ci sono offrono eccellenti alternative, ma nell'undici-tipo forse solo Jackie potrebbe trovare spazio ora come ora.

I due infortuni più pesanti riguardano Francis Coquelin (legamenti del ginocchio, fuori almeno due mesi) e Alexis Sanchez (problema al tendine, probabilmente fuori fino a fine anno), ma non mancano quelli a breve termine, come i problemi al polpaccio di Gibbs, Walcott e Arteta, il ginocchio non perfetto di Cazorla, l'anca di Koscielny. Più o meno tutti recuperabili in settimana, ma con grossi punti di domanda. La sfida casalinga di sabato contro il Sunderland non preoccupa, molto di più la sfida del Pireo: affrontarla senza dei perni fondamentali potrebbe essere penalizzante, e non poco.

Allargando il discorso, i Gunners dovrebbero aver toccato con gli ultimi acciacchi quota 50 nell'anno solare 2015, un numero spropositato che ovviamente ridimensiona gli obiettivi della squadra. Lo scorso anno la prima parte di stagione è stata difficile anche per la mancanza di valide alternative, l'infortunio di Giroud all'inizio ha pesato, così come i tanti leggeri infortuni che hanno volta per volta tolto uomini alla "rotazione" di Wenger. Nella seconda metà di stagione però l'Arsenal aveva ripreso passo, ma era ormai troppo lontano dal Chelsea per poter pensare una rimonta.

Quest'anno il discorso è cambiato, il campionato non ha un padrone, la classifica è molto corta (almeno per quanto riguarda le zone alte) e gli infortuni non stanno condizionando più di tanto gli obiettivi dei londinesi, i quali però stanno fronteggiano una grande emergenza che potrebbe pregiudicare il cammino in Champions League. Dovesse riuscire a passare, nulla sarebbe proibitivo per l'Arsenal, che spera ancora in una rinascita nella seconda parte di stagione, magari con qualche puntellamento alla rosa nel mercato di Gennaio. I nomi abbondano. E se dall'infermeria non ci saranno novità, saranno diversi gli innesti.

Resta comunque incredibile la sfortuna che affligge i giocatori che passano da Londra e vestono il rosso. Tutti almeno una volta a stagione devono dare forfait per problemi fisici, Wenger ha sempre scelte obbligate a cui riesce comunque a ovviare in qualche modo, lanciando anche i giovani (si veda Bellerin). Ma il problema potrebbe persistere. Vi ricordate l'uomo sulla panchina inglese che si sentì male durante la gara del mondiale tra Italia e Inghilterra e uscì in barella (per poi diventare virale sul web)? Ecco. Era il fisioterapista della nazionale e dell'Arsenal. Anche in panchina ci si infortuna se si fa parte della società Arsenal... Meglio riderci su.