E’ una favola calcistica, frutto di un lavoro oculato e di un’organizzazione perfetta, non di un tocco di bacchetta magica. Effettivamente suona strano anche pronunciarlo, ma il Leicester è primo in classifica in Premier League insieme allo Zio Paperone Manchester City. Questo perché ha saputo imporsi con metodo. Ranieri è l’artefice numero uno di questo capolavoro. E’ inutile che stiamo a ri-scrivere tutti i numeri relativi al Leicester, tanto si è scritto in questi giorni, tanto già ne saprete. In questo ambito si vuole analizzare il lavoro di Ranieri, il Leicester di campo. 

Transazione offensiva 
La società ha investito, mettendo a disposizione di Ranieri buone alternative (Okazaki, Kantè, Inler, Fuchs, Dyer, Huth e Benalouane per un totale di 38 milioni spesi), sopperendo così alla perdita dell’esperto Cambiasso. Ranieri è riuscito ad amalgamare perfettamente nuovi e “vecchi”, disponendo i suoi col consueto 4-4-2, diremmo, classico italiano. Italiano sì, perché Ranieri dell’organizzazione tattica, vera forza delle squadre nostrane, ha fatto la sua caratteristica principale. Ciò che più ha impressionato in queste prime 14 giornate, però, non sono stati i gol subiti dal Leicester (ben 21) quanto i gol fatti (29, solo il City con 30 ha segnato di più). Frutto di una transazione offensiva che funziona a meraviglia. Il Leicester aspetta spesso gli avversari nella sua metà campo, pressando in prima linea con i due attaccanti, poi, recuperata palla occupando gli spazi a zona, sprigiona tutta la sua velocità, con Mahrez e Vardy protagonisti delle ripartenze. Ranieri, infatti, si nota come non abbia lavorato tanto sul possesso palla (a partita si aggira sempre sul 40/45%), quanto sull’aggressione dello spazio, sulla ripartenza improvvisa, sull’ampiezza sulle fasce, anche conscio del fatto che la sua squadra non abbia molte qualità di palleggio a centrocampo, quest'ultimo composto prettamente  da giocatori dinamici e atletici. Un 4-4-2 perfetto per le caratteristiche dei giocatori: Mahrez a sinistra, Albrighton a destra che da più copertura essendo anche bravo a coprire le discese di Fuchs, Drinkwater e Kantè a centrocampo, Vardy prima punta e non esterno come lo avevamo visto in qualche occasione la scorsa stagione, affiancato da una punta capace di creargli gli spazi, il più mobile Okazaki o la boa Ulloa. L'impressione è che ognuno sappia perfettamente cosa fare e quando farla. I movimenti ad elastico dei due attaccanti sono letali, i tagli dentro al campo di Mahrez sono insidiosi, la semplicità di gioco dei due centrali di centrocampo non sarà spettacolare ma è molto efficace. L'ultimo gol del Leicester, quello del record assoluto di Vardy, è la sintesi perfetta dell'essenzialità di questa squadra. Palla al laterale, taglio tra i due difensori dell'attaccante, gol.  Nulla di nuovo, ma al Leicester riesce tutto in queste giornate, con una facilità impressionante.



Difesa
Huth e Morgan sono i due centrali difensivi titolari. E' forse questo il vero problema della squadra di Ranieri. Fisicamente non si discutono, ma la loro poca dinamicità può essere l'anello debole della catena. Avevamo detto che il Leicester tende ad aspettare nella sua metà campo le squadre per poi ripartire, questo significa anche che se Kantè e Drinkwater non riescono a fare scudo, qualsiasi giocatore tecnico ed un minimo veloce (ce ne sono parecchi in giro per i campi di Premier) può andare a nozze di fronte ad una linea difensiva spesso troppo statica. E' successo proprio questo nella sconfitta delle Foxes contro l'Arsenal, quando Walcott, Sanchez e compagni hanno dominato 5-2. Su questo Ranieri dovrà lavorare, anche se il livello dei giocatori a disposizione non lo potrà aiutare più di tanto. Prevedere le linee di azione, anticipare le giocate, chiudere gli spazi: questo dovrà fare il Leicester per subire meno gol questa stagione, sopratutto quando si troverà di fronte squadre sulla carta superiori. La mentalità è quella giusta, prevedere di migliorare una squadra del genere può sembrare utopico ma il Lecisester ci sta insegnando che nel calcio ancora tutto può succedere. Intanto l'allenatore romano speri vivamente che il signor Riyad Mahrez con il numero 26 ed il signor Jamie Vardy con il numero 9 mantengano così alto il livello delle loro prestazioni. Stanno facendo i fenomeni.