France Calling, ma prima c'è un crocevia fondamentale. Per la Svezia la partecipazione all'Europeo è davvero un must, perchè potrebbe essere l'ultima grande manifestazione (Mondiale 2018 permettendo) di Zlatan Ibrahimovic con addosso la maglia gialla e blu della sua Nazionale. E se il girone di qualificazione ha decretato che i pass diretti li avrebbero staccati Austria e Russia, c'è un'ultima tappa per la squadra di Hamren.

Quella tappa è la città dei ponti, Copenhagen, casa di una delle altre deluse dai gironi, ovvero la Danimarca, quella nazionale che la Svezia si ritrova spesso nel destino (o viceversa): agli Europei del 1992 i danesi andarono a vincere in casa dei (quasi) vicini, nel 2004 andarono entrambe a braccetto ai quarti passando il girone grazie a quel 2-2. Ma questa volta non ci sono pareggi che tengano, forse solo una festa sul campo dei rivali.

Il risultato dell'andata non condanna affatto una Danimarca che vuole rialzare immediatamente la testa e ribaltare quel 2-1, una sconfitta nella quale Morten Olsen ha salvato tante cose: "La nostra prestazione nella prima partita non è stata così negativa. Ovviamente chi vince ha sempre ragione e quando si perde la gente tende a pensare che tutto stia andando male. Eppure non sempre le cose stanno così. Il mio compito è proprio quello di analizzare ciò che ha funzionato e ciò che invece non lo ha fatto".

Ma l'andata è il passato, il presente parla di una squadra che deve per forza vincere (o 1-0, oppure con 2 o più gol di scarto): "Da parte nostra mi aspetto una vittoria e la qualificazione. Non sarà facile, ma nessuno ha mai detto che lo sarebbe stato. In ogni caso, avremo il vantaggio di giocare in casa e di poter decidere le nostre sorti davanti al nostro pubblico. Mi aspetto una gara molto equilibrata".

Dopo le sorprendenti scelte prettamente offensive della gara d'andata, questa volta la Danimarca dovrebbe avere un atteggiamento sì offensivo, ma più prudente. Non cambia la difesa davanti a Schmeichel, confermati i titolari Jacobsen, Kjaer, Agger e Durmisi. Cambia il centrocampo, perchè Hojbjerg dovrebbe essere il regista, affiancato da Kvist e Krohn-Dehli, con Eriksen sulla trequarti e la coppia Jorgensen-Bendtner in avanti. Potrebbe anche essere un 4-2-3-1 con Jorgensen ala destra e Krohn-Dehli a sinistra.

Lati positivi e lati negativi nella gara d'andata anche per il CT svedese Hamren, il quale chiede soprattutto il giusto atteggiamento alla sua squadra: "Mi aspetto dalla Danimarca lo stesso atteggiamento mostrato negli ultimi 25-30 minuti della sfida di sabato. Vedremo se riusciremo a fare in modo che non accada. Personalmente, preferirei affrontare la squadra vista in campo nei primi 60-65 minuti. Dai miei giocatori mi aspetto una dimostrazione di coraggio, lo stesso che abbiamo mostrato dopo i primi cinque o dieci minuti dell'ultima partita. Nel gruppo si è creato un clima di ottimismo dopo la gara di sabato e la prima vittoria contro la Danimarca da parecchio tempo a questa parte".

Una Svezia che parte da favorita in virtù del risultato, ma il commissario tecnico è chiaro: "Se pensiamo che basterà lo 0-0 per qualificarci, allora ci aspettano momenti difficili. Naturalmente abbiamo studiato i rigoristi avversari e anche Kasper Schmeichel. Il nostro obiettivo, però, è quello di chiuderla prima di arrivare ai rigori".

Una formazione dunque che dovrà avere il giusto temperamento, e Hamren proprio per quanto mostrato dai suoi, conferma per 10/11 i titolari dell'andata, eccetto Antonsson infortunato. Difesa davanti a Isaksson costituita dunque da Lustig, Granqvist, Johansson e Olsson, quest'ultimo in leggero dubbio per un raffreddore. Mediana con Durmaz e Forsberg larghi, Lewicki e Kallstrom in mezzo al campo. Davanti, con Ibra, c'è ancora Marcus Berg.