"Stop rumors", un tweet puntuale, per certi versi atteso. Andrea Pirlo spegne il fuoco della stampa, da New York. Il suo futuro, nel bel paese, è tema di discussione, ancor più oggi, tempo di pausa per la A e di campo per le rappresentative nazionali. L'interesse - vero o presunto - dell'Inter - le parole del Ct, Antonio Conte, tutto riconduce ad Andrea, emigrato nell'Eden d'America per respirare a pieni polmoni dopo i fumi d'Europa. Una scelta di calcio - esperienza in una realtà in forte ascesa - e di vita - la scoperta di un mondo diverso, per impostazione e pensieri - un taglio netto al passato. L'ultimo Pirlo in bianconero, quello di Berlino - finale di Champions con il Barcellona - è ben diverso da quello attuale. Non può essere altrimenti. La Mls incuriosisce e attrae, ma non può mettere sotto pressione testa e gambe come il pallone del Vecchio Continente. Il sapore del gioco, del divertimento, spogliato dei "vizi" italiani ed europei, fa degli USA isola felice per campioni al tramonto e stanchi delle forzature nostrane. Eppure arriva, per chi vuol mantenersi ad alto livello, un punto di non ritorno. 

Pirlo vuol chiudere con l'Italia - a livello di club - ma non con l'Italia a livello di Nazionale. Qui la scelta americana va a cozzare con la realtà dei fatti. Il Pirlo versione newyorchese non può rappresentare il faro azzurro alla prossima rassegna continentale. Ritmi diversi, allenamenti lontani dalla "fame" d'Europa, approccio soft, tutto quel che Conte rifiuta per il suo gruppo. Nel progetto attuale, Pirlo vive ai margini, qualificazioni da comprimario, dentro-fuori - per noie fisiche ma non solo - la sensazione di essere uno dei tanti dopo essere stato l'Uno. Ecco perché, all'alba dei 37 - età rimarcata dal Ct in conferenza - Pirlo deve scegliere cosa essere domani. Il naturale sostituto via via acquisisce gradi e consapevolezza all'interno del microcosmo azzurro - Verratti è per qualità l'erede di Pirlo - ma Andrea non vuol appendere in anticipo gli scarpini. 

Il rientro, da protagonista, passa da una scelta forte, il ritorno. Non solo Inter, tanti club disposti ad affidarsi per una manciata di mesi al talento indiscusso dell'emigrante. L'ultima scommessa, per l'Italia, convincere il burbero Conte - vecchio mentore ai tempi della Juve - a concedergli la passerella conclusiva. In Francia, Pirlo vuol essere della partita, occorre però ripartire, maniche all'insù, spirito di sacrificio e buona dose di volontà, la classe è in faretra da sempre.