Scelte che fanno discutere, risultato che lascia l'amaro in bocca. Il Chelsea non è più di Josè Mourinho, e non solo perchè nella trasferta contro lo Stoke City di ieri l'allenatore è rimasto in hotel, vittima dello Stadium ban. Perchè l'ennesima sconfitta, la settima in Premier League in sole 12 giornate, gli 11 punti raccolti e il 16esimo posto (a +3 sulla zona retrocessione e potenziale -17 dalle capoliste), dice tante cose.
Una partita cominciata male e proseguita peggio. Come detto, senza il portoghese in panchina. Si sono seduti invece Fabregas e Oscar, oltre che Cahill. E le assenze si sono fatte sentire, non ha pagato la strategia di inserirli a ripresa in corso.
Lo Stoke è solido, si affida alla fantasia dei trequartisti, il trio formato da Shaqiri, Bojan e Arnautovic. Quell'Arnautovic che nel gennaio 2010 Mou definì come "un ragazzo veramente fantastico, ma con la testa di un bambino", e che ieri si è preso una rivincita segnando il gol decisivo, una sforbiciata sul secondo palo che gela tutti, concludendo un'azione sviluppata da destra da Johnson e con enormi responsabilità della difesa Blues, apparsa ancora una volta incredibilmente incerta. E dopo la beffa dell'eliminazione dalla Legaue Cup 10 giorni fa, ancora lo Stoke ha punito i londinesi.
Il Chelsea ci ha provato, ed è stato anche sfortunato: nel primo tempo un super Butland ha negato il vantaggio, nel secondo il poco cinismo ha negato il pareggio. La prestazione non è stata nemmeno malvagia, ma in questo momento ai Blues servono solo risultati che non arrivano. Terza sconfitta di fila in Premier League. E il tempo sta finendo.
E Mou? Che fare? Perdere 35 milioni per esonerarlo oppure continuare a insistere sperando in tempi migliori? Difficilmente si dimetterà, i tifosi stanno con lui. Ma l'incubo è più che reale per ora. E mancare la qualificazione in Champions League sarebbe qualcosa di disastroso. Quella Champions che per ora sembra l'unica competizione a dare qualche soddisfazione, seppur minime.