Piove, all'Emirates. Ma non parliamo solo di condizioni metereologiche, ma anche di emozioni. Perchè ultimamente quando scende in campo l'Arsenal, raramente ci si annoia o non ci si diverte, teoria confermata anche oggi. A farne le spese è stato l'Everton, che nel posticipo del Sabato della decima giornata di Premier League ha perso sul campo dei Gunners per 2-1 una partita decisa nel primo tempo, tra il 36' e il 44', ma con una ripresa giocata ad alta intensità e tensione, con emozioni che si sono protratte fino al termine del quarto minuto di recupero.

Ne sono però usciti con un bel sorriso i Gunners, che non solo hanno vinto la partita, ma hanno momentaneamente conquistato la vetta della classifica, aspettando che domani si giochi il derby di Manchester. Un primato che ha un volto ben definito, quello di Olivier Giroud: Wenger decide di lanciarlo dal primo minuto dopo i continui gol da subentrato, con anche Chamberlain e Gabriel per sostituire gli acciaccati Ramsey e Mertesacker. Il francese lo ripaga alla grande. Già nei primi minuti c'è profumo di scelta azzeccata per il tecnico alsaziano, al 36' arriva la conferma definitiva, quando, dopo una prima mezz'ora in cui era successo piuttosto poco se non una mezza occasione per Ozil annullata da un fischio arbitrale, Giroud stacca di testa beffando la linea della difesa dell'Everton e anche Tim Howard, che decide di non uscire e rimane nella nobody's zone. Assist, manco a dirlo, di un Mesut Ozil in stato di grazia.

Non passano nemmeno due minuti e per l'Everton, in campo con un 4-2-3-1 con due esterni veri sulle fasce (Lennon e Deulofeu), si fa durissima: su punizione di Cazorla dalla destra, Jagielka si fa passare alle spalle Koscielny, Howard insiste nell'incertezza e per l'ex Lorient è facile mettere in rete il 2-0 che potrebbe spezzare le gambe ai Toffees. Invece no. La reazione della squadra di Martinez c'è ed è firmata da Ross Barkley: sinistro deviato in maniera provvidenziale da un Gabriel quasi perfetto nella partita, palla alle spalle di Cech, incolpevole. L'Everton prova a risalire la china, anche una decisione sbagliata di Mason gli impedisce di provare a pareggiare subito e negli spogliatoi ci torna in svantaggio.

La ripresa è un cocktail di emozioni infinito, perchè gli ospiti avanzano nettamente il loro baricentro e lasciano spazi in contropiede, chi meglio di Alexis Sanchez per sfruttarli? Il cileno deve però fare i conti con un Howard che si riscatta con un paio di ottime parate, compresa una su Giroud in mezza rovesciata. Non c'è nemmeno la fortuna ad aiutare l'Everton, che perde Jagielka per infortunio. Dall'altra parte si deve vedere anche Petr Cech. L'Arsenal ha probabilmente il primo match-ball al 69', ancora con un attivissimo Giroud: sinistro da fuori che si schianta diretto sulla traversa ad Howard battuto. A pareggiare il conto (dei montanti) ci pensa Lukaku, ottimo colpo di testa su assist di Barkley che scheggia la parte superiore della traversa. Poco prima anche un ottimo Galloway aveva sfiorato il pareggio di testa.

Wenger opta per la copertura nel finale con Flamini in campo, e l'ex Milan ha sulla testa il secondo match-ball: centrale, facile per Howard. Capovolgimento di fronte ed è l'Everton a sfiorare il pari con Deulofeu, che aveva segnato già due anni fa all'Emirates un gol che valse un pareggio: oggi però deve vedersela con un Cech perfetto nel posizionamento e che respinge la sua botta dal limite. Dentro anche Konè da una parte e Gibbs dall'altra per il recupero, nel quale l'Arsenal sfiora due volte il terzo gol su altrettante incertezze di Howard, mentre dall'altra parte l'Everton non conclude davvero pericolosamente. Il punto esclamativo arriva nell'ultimo minuto di recupero con Gibbs che vien steso da Barry, già ammonito e inevitabilmente espulso. E' l'ultimo episodio di una gara bellissima, che regala di più all'Arsenal, ma che rappresenta una grande iniezione di fiducia per un Everton in netta crescita.