Un'estate a dir poco travagliata quella di Iker Casillas. L'addio al Real Madrid, il suo Real Madrid, lasciato dopo tante critiche. L'approdo al Porto, in una nuova realtà. In mezzo tante voci, tante cose successe. Così come nella sua carriera, e oggi ne ha raccontate varie al sito ufficiale della UEFA, in un'intervista esclusiva. Partendo appunto dalla storia: "La mia miglior parata? Ce ne sono due, una nella finale di Champions League del 2002 contro il Bayer Leverkusen e una nella finale dei Mondiali del 2010, quando ho impedito a Robben di segnare. Il gol subito che mi ha fatto più arrabbiare? Non ne ricordo uno in particolare, sono arrabbiatissimo ogni singola volta che ne concedo uno".
Dalla Champions League vinta da giovanissimo titolare del Real Madrid alla Décima, quella del 2014. In mezzo quella sopracitata del 2002, tutte da titolare, con il numero uno sulle spalle: "Quello del portiere è un ruolo che mi ha affascinato sin da quando ero piccolo. Ha influito anche il fatto che mio padre non volesse mai giocare in porta quando giocavamo insieme. Che consigli posso dare a chi vuole giocare in questo ruolo? Necessita un'incredibile forza mentale. Essere un portiere include molti rischi, ci vuole coraggio e intelligenza". E a proposito, Iker parla anche dei suoi idoli: "Il mio idolo è sempre stato Peter Schmeichel, mentre se dovessi fare una classifica dei cinque migliori portieri di sempre direi Schmeichel, Vitor Baia, Buffon, Kahn e Canizares, in quest'ordine".
Infine, una carrellata riguardo ai compagni di squadra: "Il giocatore più forte con cui ho giocato è Zinedine Zidane, ho sempre amato guardarlo in azione. Il più forte che ho affrontato, invece, è Leo Messi. Ho giocato contro di lui molte volte nelle partite tra Real Madrid e Barcellona, è sempre stato fortissimo. Il più pazzo? Helton. Nello spogliatoio del Porto è sempre pronto a ridere e scherzare con il resto della squadra".