1) Il cambio di allenatore a metà percorso - Comincia Guus Hiddink, chiude Danny Blind. Dopo l'addio di Louis van Gaal nell'estate post-mondiale (per prendersi la panchina del Manchester United), è stato chiamato il giramondo già stato sulla panchina della Nazionale negli anni '90. Quella volta era andata molto bene: la squadra aveva giocato un ottimo mondiale, quello del 1998 (in Francia, che coincidenza...). Stavolta, decisamente meno. 10 punti in 6 partite, con sconfitte esterne decisamente pesanti sul campo di Repubblica Ceca e Islanda e il pareggio interno con la Turchia. Hiddink decide di abbandonare la nave, gli subentra Danny Blind, leggenda dell'Ajax nonchè padre di Daley. Le cose non migliorano, anzi, peggiorano. Una sola vittoria nelle seguenti tre partite, due sconfitte interne, la disfatta dell'Ataturk (3-0 contro la compagine guidata da Terim). Il cambio non ha giovato, anzi, ha rotto un equilibrio, solo parziale, che regnava nella squadra, creando ulteriore confusione.
3) L'infortunio del leader Robben nel momento decisivo - Poi ci si è messa pure la sfortuna a complicare i piani. Nel momento più importante, il proprio leader si è fatto male, lasciando la squadra appiedata. Troppo importante Arjen Robben per questa squadra, sia sul piano del gioco, essendo il maggior talento, che sul piano mentale. Affrontare le ultime tre partite e mezza senza di lui è stato un durissimo colpo, soprattutto perchè la squadra non era pronta a questa eventualità. L'esperienza al servizio di una squadra di giovani è mancata.
4) Troppa gioventù e troppa poca esperienza - A proposito. Leggiamo gli anni di nascita dell'undici che è sceso in campo nell'ultima gara, la sconfitta interna per 3-2 contro la Repubblica Ceca. Zoet 1991, Tete 1995, Bruma 1991, van Dijk 1991, Riedewald 1996, Wijnaldum 1990, Blind 1990, Sneijder 1984, El Ghazi 1995, Huntelaar 1983, Depay 1994. Un po' troppo sbilanciata come situazione, pensando che anche in panchina solo otto giocatori erano nati negli anni '80. Troppa poca esperienza internazionale. Se consideriamo gli elementi della formazione titolare è facile constatare che ci siano due giocatori (Sneijder e Huntelaar) che hanno più presenze degli altri nove messi insieme.
5) Calcio troppo offensivo contro squadre di contropiede - In tutto questo, non può mancare una notazione tattica fondamentale. L'Olanda ha sempre giocato con una difesa a quattro, un mediano e poi cinque giocatori offensivi, con due trequartisti nei ruoli di interni di centrocampo. In poche parole, cinque giocatori offensivi e cinque difensivi, anche se vien difficile definire i terzini Oranje come "giocatori difensivi". Poi se nemmeno i difensori fanno il loro lavoro è un altro discorso. Pensare di giocare in questa maniera contro squadre che ripartono senza problemi, che giocano la palla lunga sugli attaccanti e spesso fanno trovare la difesa avversaria in inferiorità numerica è semplicemente deleterio. E la frittata è completa.