Al triplice fischio di Marciniak, tutto il popolo albanese è esploso di gioia: la Nazionale di Gianni De Biasi, l'orgoglio del Paese, si è qualificata per la prima volta nella storia delle Aquile ad un campionato Europeo.
La sfida di Yerevan, contro una già eliminata Armenia, era l'ultima spiaggia per evitare degli spinosi spareggi, una vera botta a livello psicologico dopo un girone qualificatorio di livello strepitoso. E invece no, l'Albania non ha tremato, giocandio una gara bifronte, come l'Aquila che campeggia sulla bandiera Nazionale: nel primo tempo a guidare, nel secondo a rincorrere un'ottima Armenia. Termina 0-3.
La gara inizia con una sfuriata offensiva dei padroni di casa, che guadagnano un calcio di punizione dal limite dell'area. Movsisyan trova la porta, Berisha respinge e Ghazaryan colpisce alto sulla respinta. L'Albania rischia grosso, ma nel giro di pochi minuti riesce a far saltare il banco grazie a Basha, che calcia in porta e si vede respingere un pallone su cui si avventa Gashi. Il numero 11 ci arriva, e la deviazione del difensore avversario Hovhannisyan conduce il pallone nel sacco: autorete e vantaggio Albania. L'atteggiamento degli uomini di De Biasi non cambia dopo la rete: gli uomini in maglia nera continuano a pressare e alto e producono un calcio ordinato, fatto di passaggi semplici e ben cadenzati, interrotti dalle sgroppate sulla fascia di Odise Roshi, esterno destro sempre largo per sfruttare le proprie doti fisiche nell'allungo e cercare la superiorità numerica. Al 22' le Aquile trovano il raddoppio: Ledian Memushaj mette il pallone in mezzo da una punizione vicina al limite di sinistra dell'area di rigore. Il pallone viene colpito da Xhimshiti, che, aiutato da una deviazione avversaria, trova la rete dello 0-2. L'Armenia è scesa in campo con la consapevolezza che, qualunque sarà il risultato finale della sfida, le chance di partecipare all'Europeo sono aritmeticamente estinte, ma l'atteggiamento, anche dopo due reti subite, è quello di chi ha il disperato bisogno di una vittoria: il talento dei caucasici dalla trequarti campo in su è nettamente maggiore rispetto a quello degli avversari, ma l'Albania si chiude, pressa e nega opportunità importanti ai padroni di casa. Allo scoccare del 45' minuto, il trequartista Pizzelli scaglia un sinistro potentissimo verso il secondo palo, che termina fuori di un soffio.
Al rientro dagli spogliatoi, l'Armenia si presenta con il baricentro nettamente più offensivo: esce il centrocampista centrale Mkrtchyan ed entra Aras Ozbiliz, esterno venticinquenne dalla tecnica sopraffina, compagno di Movsisyan allo Spartak Mosca, che alza ulteriormente il tasso tecnico dei padroni di casa. La prima opportunità della seconda metà di gioco è per gli uomini di De Biasi: un difensore armeno si fa scippare il pallone in zona difensiva, Basha viene servito al centro dell'area con la porta semi-sguarnita, ma l'impatto con il pallone del centrocampista centrale è pessimo. L'Armenia si asciuga il sudore dalla fronte e si riversa senza paura nella metà campo offensiva, facendo girare il pallone con grande qualità. Pizzelli, Mkhitaryan, Ozbiliz, tutti interpreti tecnicamente una spalla sopra tutti, ma l'organizzazione difensiva è la vera forza della squadra ospite, che attende nella propria metà campo e riparte. Al 76', sugli sviluppi di una rarissima sortita offensiva, l'Albania trova il gol dello 0-3: lo realizza Loret Sadiku, il numero 10 delle Aquile, che spiccano il volo verso EURO 2016. L'Armenia continuerà ad attaccare: sicuramente avrebbe meritato qualcosa di più che questa rotonda sconfitta in casa, ma la legge del calcio è dura. Non per l'Albania, che al triplice fischio arbitrale si lascia andare alla gioia di aver raggiuntio per la prima volta nella sua storia le fasi finali di un Campionato Europeo di calcio.