Ora possiamo finalmente dirlo: la Copa America Cile 2015 sta per cominciare. Qusta notte, all'1:30 ora italiana, scenderanno in campo i padroni di casa del Cile contro l'Ecuador per l'infuocata gara inaugurale dello Stadio Nacional di Santiago.

CILE - La Roja si prepara all'esordio con un solo risultato ammesso: la vittoria. Partire in quarta nella prima giornata del girone sarebbe fondamentale per creare subito la posizione di leadership che i cileni proveranno a imporre a tutti i costi. Sampaoli schiererà i suoi uomini con un 4-3-1-2, con Arturo Vidal presente a centrocampo. Il bianconero, nonostante il volo perso per il Cile, è arruolabile per l'esordio e il tecnico argentino non se ne priverà. Diaz e Aranguiz completeranno il terzetto alle spalle di uno dei giocatori più attesi della competizione: Jorge Valdivia. El Mago, trequartista ad altissimo tasso poetico, rientra dopo l'infortunio trovando la sua 10 pronta ad attenderlo. Nel gioco verticale e intenso di Sampaoli, Valdivia potrà inventare a beneficio di Alexis Sanchez, uomo chiave della Roja, ed Edu Vargas, reduce da un lungo stop, che si gioca il posto da attaccante con Pinilla.

4-3-1-2: Claudio Bravo; Mauricio Isla, Gary Medel, Gonzalo Jara, ugenio Mena; Arturo Vidal, Marcelo Diaz, Charloses Aranguiz; Jorge Valdivia; Edu Vargas, Alexis Sanchez. All. Jorge Sampaoli

ECUADOR - La gara inaugurale è sulla carta è la più impegnativa del girone per l'Ecuador di mister Quinteros, che disporrà un ordinato 4-4-2, che potrebbe evolversi in un 4-2-3-1 a seconda di come si muoverà Miller Bolaños, seconda punta agile e guizzante che ruoterà intorno al top player della Trì, Enner Valencia. In settimana Quinteros ha espresso la propria soddisfazione per la presenza della punta del West Ham, che considera fondamentale per il percorso dell'Ecuador. Confermati anche Jefferson Montero e Fidel Martinez, esterni ad alto voltaggio offensivo che proveranno a fulminare la difesa alta schierata da Sampaoli.

4-4-2: Alexander Dominguez; Juan Carlos Paredes, Frickson Erazo, Gabriel Achilier, Walter Ayovì; Christian Noboa, Osbaldo Lastra, Jefferson Montero, Fidel Martinez; Miller Bolaños, Enner Valencia. All. Gustavo Quinteros

PRECEDENTI - O si vince o si muore, almeno per quanto riguarda l'ultimo decennio. I numeri ci forniscono indicazioni importanti sull'atteggiamento delle due squadre, che quando si affrontano combattono strenuamente per portare a casa il risultato: l'ultimo pareggio tra Ecuador e Cile risale a dieci anni fa. Inoltre, non sarà la prima volta che l'Ecuador inaugura la Copa America in Cile: in ben tre casi la Roja ha fatto gli onori di casa rifilando alla Trì altrettante pesanti sconfitte, per 5-0, 6-0 e 7-1. Numeri poco teneri nei confronti di un Ecuador più competitivo che in passato. Anche l'ultimo scontro diretto, risalente al 2013, sorride al Cile, uscito vincente per 2 reti a 1. Prima di quest'ultimo match tra Roja e Trì, la situazione era di sostanziale equilibrio, con tre vittorie per parte nei precedenti sei scontri.

STADIO - L'Estadio Nacional di Santiago è un vero e proprio monumento della storia cilena. Inaugurato nel 1938 con un incontro amichevole tra il Colo-Colo e i brasiliani del Sao Cristovao, vinto 6-3 dai cileni, lo stadio ha ospitato numerosissime gare importanti della storia del calcio sudamericano. El Elefante Blanco, come fu soprannominato il Nacional da Arturo Alessandri, presidente cileno all'epoca dell'inaugurazione, è stato teatro di finali Copa Libertadores, Copa Sudamericana e Copa América (record di partite ospitate). Dopo alcuni miglioramenti delle strutture, nel 1962 il Cile ospita la settima edizione del Campionato Mondiale di calcio, e numerosi partite verranno disputate al Nacional, o Pasionàl, come sono soliti chiamarlo i cileni: la gara di inaugurazione, i quarti di finale e la finalissima vinta 3-1 dal Brasile di Didì, Vavà e Garrincha contro la Cecoslovacchia. Quando definiamo questo stadio "un pezzo di storia cilena", non ci riferiamo solo al calcio: l'11 settembre del 1973 il generale Augusto Pinochet depone con un colpo di stato il presidente Salvador Allende, eletto democraticamente, e instaura una dittatura di destra supportata dagli Stati Uniti. Tra il settembre e il novembre dello stesso anno, l'Estadio Nacional diventa un campo di concentramento in cui verranno deportate circa 40.000 persone, tra oppositori politici, intellettuali e stranieri. Gli uomini erano imprigionati nel campo da gioco, mentre le donne erano segregate negli spogliatoi e nelle piscine. Sempre negli spogliatoi e nei corridoi dello stadio si avvenivano torture ed esecuzioni, successive agli interrogatori che avevano luogo nel velodromo. Una volta terminata questa oscura parentesi di violazione dei diritti umani, il Nacional è tornato ad essere la casa del calcio e delle grandi emozioni, sportive e non: verranno ospitati grandi concerti e addirittura la visita di Papa Giovanni Paolo II. Lo stadio, a pianta ovale e dalla grande capienza (77.000 posti), è l'impianto più grande del Cile e fino alla seconda metà degli anni degli anni Ottanta ospitava le gare casalinghe della U. de Chile, della U. Catòlica e del Colo-Colo. Quando queste ultime due hanno inaugurato i propri stadi, al Nacional è rimasta solo la U. de Chile, una delle grandissime del calcio cileno, allenata anche dal ct Jorge Sampaoli, che questa notte tornerà nella sua casa e condurrà i suoi uomini nella bolgia della sua gente.