Ritenuta da molti osservatori del calcio sudamericano come la miglior nazionale di sempre nella storia del football cileno, la Roja padrona di casa è definitivamente chiamata a disputare una Copa America di alto livello, con il dichiarato intento di vincerla. Dopo la drammatica eliminazione ai rigori ai mondiali dello scorso anno negli ottavi di finale ad opera del Brasile, gli uomini del c.t. Sampaoli hanno preso progressivamente consapevolezza dei propri mezzi, attestandosi tra le grandi potenze del calcio continentale, insieme a Colombia e Uruguay, oltre alle storiche rivali dell'Argentina e della Seleçao.
Complice un girone di qualificazione alla sua portata, composto da Bolivia, Ecuador e Messico, la Roja è a tutti gli effetti una delle candidate più credibili a trionfare nella massima competizione continentale. Selezione di enorme talento, la nazionale cilena è guidata ancora una volta dal c.t. Jorge Sampaoli, apprezzato tecnico emergente, considerato un innovatore del gioco tanto da essere stato paragonato a un vero e proprio guru del gioco, "El Loco" Bielsa. Il Cile si caratterizza infatti per schemi tattici duttili e camaleontici con la possibilità di passare indifferentemente da un sistema che prevede una difesa a tre, imperniata sull'interista Gary Medel, ad un altro in cui il rombo di centrocampo è chiamato a valorizzare le qualità del Mago Valdivia. E' proprio in mezzo al campo che la Roja ha a disposizione un quantitativo di talento sproporzionato rispetto ad altri settori del campo. La presenza di Arturo Vidal garantisce qualità, quantita e capacità realizzative sopra la media rispetto al ruolo ricoperto, mentre l'estro di Mati Fernandez va a completare un reparto tecnicamente eccelso, con Pizarro e Carmona a dare equilibrio alla squadra.
La vittoria contro i campioni in carica della Spagna nel girone di qualificazione del mondiale brasiliano ha svelato il potenziale di una nazionale mai realmente competitiva negli ultimi lustri. L'esaltazione del collettivo e la "garra", tipiche delle squadre latine, è ora accompagnata da un gioco spumeggiante ed offensivo, diretto a valorizzare le enormi qualità, in parte ancora inespresse, di Alexis Sanchez, vera stella della Roja. Il numero 7 dei Gunners si è ormai evoluto da esterno d'attacco in punta centrale, capace di sfruttare al meglio le proprie doti tecniche in velocità, cosa che non era riuscito a fare nel suo periodo al Barcellona. La duttilità di Sanchez consente a Sampaoli di poterlo affiancare sia a una prima punta di peso come Pinilla - reo di non aver sentenziato la Seleçao nell'incredibile ottavo di finale di Belo Horizonte - sia a un attaccante di movimento come l'ex napoletano Edu Vargas che, dopo un inizio di carriera molto promettente, sta trovando enormi difficoltà di adattamento al calcio europeo.
L'ispiratore della manovra è il Mago Valdivia, spesso però subentrante dalla panchina, capace di giocate da fuoriclasse accompagnate tuttavia da ricorrenti pause e da una gracilità fisica che ne ha sempre condizionato il rendimento. Il sistema di Sampaoli prevede movimento continuo, dinamismo adeguatamente valorizzato dall'abbondanza di talento a disposizione. Sulla carta il reparto difensivo è quello meno affidabile, stante la carenza di centrali di ruolo, con Medel adattato in retroguardia e con l'ex bianconero Isla a più agio come esterno di centrocampo che come terzino. In porta la certezza si chiama Claudio Bravo, vincitore della Liga come estremo difensore del Barcellona, protagonista di una stagione straordinaria (culminata in una fantastica prestazione nel Clasico comtro il Real Madrid al Camp Nou).
Una volta superato l'ostacolo rappresentato dal girone iniziale, la Roja potrebbe diventare un cliente scomodo per chiunque, avendo peraltro dalla sua parte il vantaggio di disputare il torneo in casa. Gli avversari sono avvertiti: il Cile ha intenzioni bellicose, con la voglia di dimostrare a tutti che il passaggio di status da mina vagante a big del calcio sudamericano è definitivamente avvenuto.