Come un’orchestra. Il centrocampo del Barcellona, negli ultimi anni è passato alla storia del calcio come uno dei più forti e completi di tutti i tempi. Difficile raccontare le gesta di chi come Iniesta, Xavi o Busquets ha fatto storia non solo con la maglia blaugrana, ma anche con quella della Nazionale. Titoli su titoli riempiono la bacheca di questi magnifici campioni, che in questa stagione hanno visto accrescere le qualità del reparto grazie all’arrivo di Ivan Rakitic.

Proprio Rakitic ha rivestito un ruolo fondamentale in questa stagione colma di soddisfazioni per i blaugrana: arrivato per alternarsi con l’ormai 35enne Xavi, fin dalle prime uscite Rakitic ha dimostrato di meritare il posto da titolare, relegando in panchina proprio capitan Xavi.

Luis Enrique è stato bravissimo nel trovare la giusta quadratura al reparto centrale, decisivo nel recupero dei palloni e nel dettare i tempi di gioco. La sostanza di Busquets, il dinamismo di Rakitic e il genio di Iniesta spesso e volentieri hanno fatto la differenza in Champions come in Liga. Da non dimenticare però il contributo che giocatori come Xavi e Rafinha hanno saputo dare dalla panchina: il primo, con la sua immensa esperienza, ed il secondo con la sua freschezza ed intraprendenza. Un centrocampo pressoché perfetto, raccontato anche attraverso i numeri e le statistiche della stagione che sta per concludersi in quel di Berlino:

Rakitic con 7 gol è il giocatore più prolifico in mezzo al campo. L’ex capitano del Siviglia, è diventato un punto chiave della squadra ideata da Lucho, grazie alla sua regolarità e ai suoi inserimenti, spesso decisivi durante i match ”rognosi”. Con la bellezza di 50 presenze in stagione, Rakitic, è dopo Messi il calciatore più utilizzato da Luis Enrique; non male per essere la stagione d’esordio in blaugrana.

Busquests, invece, considerato come l’anello debole del centrocampo del Barça con gli anni ha fatto ricredere un po tutti gli addetti ai lavori che lo definivano una semplice diga in mezzo al campo. Con il tempo ha imparato ad alternare una grandiosa fase di contenimento, con un altrettanto sorprendente visione di gioco. Non segna molto, ma grazie alla statura elevata, Busquets è sempre molto temibile sui calci piazzati, dove può sfruttare tutti i suoi centimetri. La sua specialità però, riguarda la riconquista di palloni e il contrasto con l’avversario. 59 palloni recuperati e l’81% di contrasti vinti in questa Champions, fanno di Sergio uno dei giocatori fondamentali del Barcellona, necessario soprattutto per dare l’equilibrio e l’ordine che spesso un tridente iper offensivo come Messi-Neymar-Suarez potrebbe togliere.

Pochi, se non nessuno, gli aggettivi rimasti per descrivere il genio di Andres Iniesta.
Artista, mago, professore, sono appellativi che non bastano per una leggenda vivente, capace di vincere una Coppa del Mondo, due Europei, tre Champions, sei Supercoppe spagnole, tre Copa del Rey, una Supercoppa UEFA, due campionati del mondo per club e sette volte la Liga a soli 31 anni. Davvero numeri da capogiro per colui che in assenza di Xavi è il capitano di questa squadra. In questa stagione ha svolto un ruolo un po diverso rispetto al solito, lasciando da parte la fase offensiva, curando soprattutto aspetti di interdizione e recupero palla. In questa stagione Don Andres non ha ancora segnato una rete, chissà che il battesimo del gol non possa arrivare proprio nella notte più attesa: La Fianle di Champions League.

Poco più delle briciole invece per le riserve extra lusso Xavi e Rafinha. Il primo, sabato alla sua ultima in carriera con il Barcellona, subentra spesso al posto di Iniesta per garantire equilibrio, visione e geometrie in mezzo al campo, mentre il secondo viene chiamato in causa quando Rakitic o lo stesso Iniesta sono alla frutta. Nonostante il minutaggio limitato, Rafinha come i vari Sergi Roberto e Samper hanno già fatto vedere di essere pronti per dare il cambio a campioni come sono quelli del centrocampo blaugrana. Il futuro è dalla loro parte!