L'Olympiastadion non può essere considerato uno stadio "normale". Qui la storia ha lasciato le sue tracce più di ogni altro luogo sportivo, in un viaggio che parte dalla Grecia e termina tristemente con le due guerre mondiali. Inaugurato nel 1936 ha accompagnato e sostenuto la formazione, l'educazione e la potenza del partito nazista. Dai semplici allenamenti collegiali, alle esercitazioni, fino alle imprese sportive metafore di ciò che accadeva in guerra.

Lo stadio Olimpico di Berlino mostra ancora oggi i segni della guerra e del potere. I giochi olimpici del '36 si svolsero proprio sotto gli occhi di Hitler, acclamato dalla folla come un atleta, in un'atmosfera ben diversa da quella che ci accingiamo a vivere oggi. La costruzione di uno stadio, come è facile immaginare, celebra la potenza e la grandezza di un impero, di un ideale. 

Ecco allora che la celebrazione dell'uomo sportivo parte nell'antica Grecia, con le grandi opere e le prime Olimpiadi, e si sviluppa col fascismo. Vivere lo stadio di Berlino, proprio per la sua imponente figura (74400 i posti a sedere, ma originariamente erano più di 100000) dà l'idea di quanto il simbolo a cinque cerchi possa diventare qualcosa di molto più presente nel cuore e nella mente delle persone.

Nel 2015 Barcellona e Juventus si affronteranno per cancellare ogni dubbio sulla neutralità dello sport, ricordando la sua indipendenza da ideali politici e religiosi. Le dimissioni di Blatter arrivano forse al momento giusto. Tra tre giorni ci sarà spazio solo per lo sport. La bellezza del calcio e dell'intrattenimento dovrà essere più forte della tradizione e della storia.

Il calcio, dopo la finale mondiale del 2006, si ritrova consapevole del messaggio universale da trasmettere. Milioni di persone normali assisteranno a uno degli eventi sportivi dell'anno. La finale di Champions League conserverà ancora una volta il suo fascino e la sua magia.