Lo scandalo che ha colpito la massima organizzazione mondiale del calcio, comincia ad avere le prime grandi ripercussioni. Stamattina c'è stato un incontro con tutte le federazioni, come confermato dalla portavoce della Fifa, Delia Fisher: "C'è stato un incontro tra il presidente e i rappresentanti delle confederazioni per discutere la situazione attuale''.
Al centro dell'incontro le imminenti votazioni di domani, per l'elezione del nuovo presidente della FIFA che, prima dello scandalo di ieri, sembravano scontate verso la rielezione per la quinta volta consecutiva di Sepp Blatter. Il terremoto ha, però, spinto immediatamente la UEFA a chiedere ieri lo slittamento delle stesse visto la straordinarietà dell'accaduto. Proprio il presidente Michel Platini, presente stamane alla riunione, dal palco della Fifa ha duramente attaccato Blatter, dichiarando: "Ho parlato a Blatter e gli ho detto: dimettiti, lascia la Fifa, non ne possiamo più. Ci siamo guardati negli occhi. Credo che abbia capito. Lui mi ha detto: capisco, ma non posso dimettermi. Io gli ho detto: mi spiace che non capisci, ma il tempo è finito".
Un Platini molto deciso, ha proseguito in conferenza stampa, aggiungendo: "Da una parte c'è il calcio giocato, ed è uno spettacolo. Dall'altro c'è la Fifa e devo dire che sonodisgustato, non ne posso più. E' davvero troppo. Le azioni giudiziarie che sono in corso non le commento, ma l'immagine è terribile. Oggi c'è stata una riunione col segretario generale, abbiamo discusso di tutto e delle elezioni del presidente". Il presidente della Uefa ha concluso il suo intervento, con un chiaro invito a tutti i presenti di votare il principe giordano Ali Bin Hussein, come prossimo presidente: "E domani la grande maggioranza delle Federazioni voterà per il principe giordano. Di Blatter non ne possiamo più. Vogliamo una Federazione forte, credibile, qualcuno non è convinto".
Il Daily Mail, inoltre, ha rivelato che Blatter sarà ascoltato nei prossimi giorni dalla polizia svizzera e, fino a quando non sarà interrogato non potrà lasciare il paese.