E' la notte dei sogni. Quella dove questi ultimi possono tramutarsi in realtà. Una stagione di pensieri, di speranze, di gioie e di momenti bui. Otto giorni dal primo atto di Torino, andato in scena e vinto dalla Juventus di Massimiliano Allegri che s'inebria della brezza di un'impresa che sembrava prima impossibile, ma che poi col passare dei minuti è sembrata essere alla portata. E' la notte dove tutto ciò che è stato si deve mettere alle spalle e pensare solo all'obiettivo: Berlino. Real Madrid-Juve, atto secondo: si riparte.
Si riparte dal rigore di Carlos Tevez, dalla furente corsa sotto la curva bianconera, dalla vittoria dell'andata. Si riparte da Buffon e dalle sue parate, dalla generosità, dalla grinta e dalla voglia di vincere di Chiellini e Bonucci, dal genio e dall'estro di Andrea Pirlo, dalla classe operaia di Marchisio e Vidal, oltre che dalla bramosità di dimostrare il proprio valore di Alvaro Morata, gioiellino che da ex della gara vuole ad ogni costo la vendetta, seppur sportiva, di chi si è sentito forse scartato troppo presto dalla Casa Blanca. Infine, la Juve riparte da Paul Pogba, recuperato a tempi di record dopo l'infortunio rimediato a Dortmund, nella vincente trasferta tedesca.
Il 2-1 dell'andata ha detto forse più di quello che ci si aspettava. La squadra di Allegri s'è dimostrata all'altezza della situazione, addirittura meglio di un Real Madrid apparso imborghesito nell'animo e nel modo di scendere in campo, forse appagato da un malriposto senso di appagamento dovuto alla decima. Fatto sta che il vero Real s'è visto per pochi, pochissimi minuti, irretito dalla forza d'urto bianconera, della squadra come quella dello Juventus Stadium, catino inespugnabile che ha spinto i bianconeri all'impresa. Ancelotti ed i suoi dovranno ripartire da quella sfuriata durata troppo poco, un quarto d'ora circa, dove però i galacticos hanno messo in mostra tutte le loro qualità, pareggiando ed andando vicinissimi al gol con James.
Servirà il miglior Real, quello delle due semifinali dello scorso anno, quando mise sotto sia al Santiago Bernabeu, che all'Allianz Arena, il Bayern Monaco di Pep Guardiola. Una squadra affamata, che non si fermò davanti all'irresistibile strapotere della squadra bavarese. La stessa voglia di vincere che dimostrò Sergio Ramos in finale, andandosi a prendere una coppa che forse era già tra le mani di Simeone e del suo Atletico Madrid. La storia è cambiata, Ancelotti ha alzato al cielo la decima Coppa dei Campioni della storia della società madrilena, ma non vuole fermarsi. Starà alla sua squadra seguire la sua famelica voglia di vincere, sempre e comunque, davanti a chiunque. La Juventus è avvisata. Il Real, il Bernabeu, la storia, è qui: novanta minuti di passione e di sacrificio, per raggiungere una finale di Champions che manca oramai da troppo tempo.
Il momento delle due squadre
Chi arriva meglio alla sfida è senza alcun dubbio la Juventus. Piena di certezze, con uno Scudetto in tasca ed una finale di Coppa Italia da giocare. Il Real, dal suo canto, la Liga se l’è vista scippare proprio la settimana scorsa.
REAL MADRID - La squadra di Ancelotti è reduce da prestazioni altalenanti e non proprio brillantissime. Dopo la doppia vittoria contro l’Atletico Madrid, nei quarti di finale di Champions, si pensava che gli ultimi due mesi delle merengues potessero essere l’inizio della ricorsa al Barcellona nella Liga e il buon viatico per affrontare al meglio il finale di stagione. Invece, nonostante un filotto di vittorie in Spagna, il Real è caduto in una settimana prima a Torino, nell’andata delle semifinali, poi in casa contro un ostico e cinico Valencia, che ha messo a nudo tutti i problemi della squadra di Ancelotti. Certo, la testa ed il corpo potevano essere già all’impegno di Champions di questa sera, ma la scarsa applicazione e la facilità con la quale gli uomini di Nuno Espirito Santo hanno messo in difficoltà i blancos, soprattutto nella prima mezz’ora è stata disarmante. Sicuramente la fortuna e la buona sorte ha sorriso agli ospiti, con i legni di Bale e Chicarito, oltre al rigore fallito da Ronaldo, che hanno condizionato e non poco l’andamento della gara, ma quello che è sembrato diverso dal solito è stata la fragilità della difesa di Ancelotti. Ciò che aveva esaltato la scorsa stagione, sta distruggendo, per il momento, questa: scarsa compattezza tra i reparti e poco spirito di sacrificio non possono essere parzialmente coperte dalla straordinaria vena di Ronaldo ed i suoi compagni d’attacco.
JUVENTUS - Di contro la Juventus di Allegri viaggia con le vele spiegate, forte della vittoria dell’andata e di una sicurezza, mentale soprattutto, che si è costruita nel corso di un cammino quasi perfetto, senza sbavature. Quello che sorprende maggiormente della squadra bianconera è la compattezza: un blocco unico che, oltre alla convinzione dei propri mezzi, ha saputo conciliare la duttilità tattica di un allenatore che ha sbalordito per il modo nel quale si è preso la Juve di Conte e l’ha migliorata. Certo, la maturità di un gruppo che sta assieme da quattro anni sta facendo la differenza, ma la voglia di vincere (quattro Scudetti di fila) non è mai venuta meno: la Juve ha ancora fame di successi, di arrivare laddove la società bianconera manca da circa vent’anni. Un successo inaspettato quanto meritato, un cammino immacolato che vede la sua ultima prova del nove al Santiago Bernabeu, Teatro di sfide epiche, Stadio che trasuda di passione e deborda di storia. La Juve vuole scrivere un’altra pagina della sua magnifica e gloriosa storia, sperando che nell’album della stagione 2014/15 non sia l’ultima ad essere raccontata.
Ultime dai campi
Real Madrid - Carlo Ancelotti deve fare i conti con una squadra acciaccata in diversi settori: il dubbio più grande risiede a centrocampo, dove il tecnico italiano deciderà solo all'ultimo se impiegare ancora Sergio Ramos come mediano oppure puntare totalmente sulla tecnica dei vari James Rodriguez, Isco e Kroos. Il tedesco sembra farcela e dovrebbe partire dal primo minuto davanti alla difesa, in posizione da playmaker. Inevitabile a quel punto l'arretramento del difensore spagnolo tra i due centrali. Regolarmente in campo Pepe, con Carvajal e Marcelo sugli esterni. Davanti Benzema è ristabilito, ma non è al meglio della condizione dopo un mese di stop: il francese si è comunque allenato regolarmente e potrebbe soffiare il posto a Hernandez nel tridente con Bale e Ronaldo.
Juventus – Allegri si affiderà ai suoi uomini migliori, quelli che gli danno più sicurezza e hanno maggiore esperienza in campo internazionale. Probabile che l’allenatore bianconero si affidi ancora una volta alla difesa a quattro, almeno all’inizio, prima di cambiare in corso d’opera qualora ce ne fosse bisogno. Dentro quindi in difesa, davanti all’immancabile Buffon tra i pali, Lichsteiner a destra, Bonucci e Chiellini centrali ed Evra a sinistra. Cerniera di centrocampo formata da Marchisio, Pirlo e, soprattutto, dal rientrante Paul Pogba, autore di un gol nell’anticipo di sabato col Cagliari. Vidal agirà da trequartista, con il compito di dare manforte ai tre centrocampisti ed arginare, quando in possesso palla, Toni Kroos, playmaker della squadra di Ancelotti (sempre se dovesse recuperare). Davanti, assieme all’Apache Carlos Tevez, il ballottaggio è tra Morata e Llorente. Il primo verrebbe scelto per rapidità e velocità negli spazi che lascerà la difesa del Real qualora dovesse sbilanciarsi. Tuttavia, sembra altrettanto probabile un utilizzo di Llorente dal primo minuto, maggiormente abile, nella prima fase di gioco che potrebbe essere di studio e di minore foga e vigoria degli spagnoli, a mantenere alta la squadra sfruttando le sue doti fisiche. Scelta non facile che Allegri scioglierà soltanto nell’immediato pregara.
Probabili formazioni
Real Madrid (4-3-3): Casillas; Carvajal, Pepe, Ramos, Marcelo; Isco, Kroos, James Rodriguez; Bale, Hernandez/Benzema, Ronaldo. All.: Ancelotti
Juventus (4-3-1-2): Buffon; Lichsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio, Pirlo, Pogba; Vidal; Tevez, Morata/Llorente. All.: Allegri.
Le parole degli allenatori
Allegri - Potrebbe essere anche la partita più importante e più bella della carriera di Massimiliano Allegri, arrivato tra i fischi e i calci alla sua auto il 16 luglio. Oggi però il tecnico livornese ha conquistato tutti, e vuole conquistare anche l'Europa. "A livello di motivazione son partite che si preparano da sole - ha detto in conferenza stampa - a livello tattico dopo una settimana cambia poco. Dobbiamo essere molto bravi a giocare in serenità, ci aiuterebbe a giocare bene. A differenza della partita di Monaco, dove potevamo fare 0-0, domani sera è quasi impossibile. Bisognerà giocare una partita diversa, ottima sul piano tecnico, sulla fase di costruzione. Ci vuole coraggio, siamo a 95 minuti da Berlino, non vedo perchè non dovremmo crederci". Pressione che, anche da sfavoriti, è sempre presente. Ma col passare del tempo ci si abitua, anche perchè questo è il sogno di ogni allenatore: "Normale che ci sia tensione e concentrazione, è una semifinale di Champions. Quando uno però comincia ad allenare, l'obiettivo massimo è arrivare a vincere una o più Champions. Non sarà una partita come tutte le altre, ma resto sereno e tranquillo. Sono felice di essere sulla panchina della Juventus a godermi questa partita, cercando e sperando di fare un risultato importante".
Dal punto di vista tattico Allegri non vuole di certo rivoluzionare una squadra che funziona: "Con o senza Benzema non cambia nulla. Difficilmente domani finirà 0-0. Me lo auguro, anche soffrendo, ma sia noi che loro siam squadre che fan gol. Ho annullato la partita dell'andata, domani è come una partita secca. Ma sarà difficile gestirla, dobbiamo giocarla, affrontiamo una squadra impressionante. Ma noi non cambieremo assolutamente niente". In realtà però qualcosa cambierà, perchè dal primo minuto potrebbe scendere in campo Paul Pogba: "Sta bene, credo ci siano molte possibilità che scenda in campo dall’inizio. Può essere determinante perchè abbiamo un giocatore importante e straordinario in più, domani potrà dimostrare il proprio valore giocando una partita di grande maturità". Con lui in campo, Vidal sarebbe avanzato sulla trequarti: "Ha giocato spesso da interno, mezz'ala e anche da trequartista. Può fare entrambi in ruoli, quando c'è Pogba a volte gli ha giocato vicino e a volte davanti, ma non cambia assolutamente niente".
Ancelotti - L'allenatore italiano continua a seguire il suo filone, calma e tranquillità, da trasmettere all'ambiente e alla squadra. Parole che riconducono tutti a più miti consigli. Testa e gambe, la forza scenica del Bernabeu, tutto deve remare dalla stessa parte, per conquistare la finale e regalarsi un altro derby spagnolo. "Vedo la squadra concentrata, con voglia di vincere, con il desiderio di vincere una gran semifinale e avere l'opportunità di giocare un'altra finale. Stiamo cercando di scrivere un'altra pagina di storia, perché nessuno ha mai giocato due finali di Champions di fila (cosa non vera, in realtà mai nessuno ha VINTO due Champions di fila, ma ci sono squadre, come la Juventus ad esempio, che di finali di Champions consecutive ne hanno giocate anche tre, ndr). Le storia non sta dalla nostra parte, però faremo tutto il possibile per vincere. I fischi del Bernabeu? Tutti sentono quando i tifosi fischiano un giocatore. Mi dispiace, è chiaro, però so che Casillas ha molta esperienza ed è preparato. Queste situazioni lo motivano ancora di più". Si passa poi ai singoli. Il dubbio, sul fronte Real, riguarda Benzema. Il francese pare aver smaltito i problemi al ginocchio, resta da valutarne l'impiego, se al via o a partita in corso. Hernandez è in ottima forma e punta alla riconferma, per Benzema, fuori omai da diverse settimane, possibile quindi uno scampolo di gara nella ripresa. "E' disponibile al 100%. Ha avuto più tempo per recuperare e adesso è pronto. Può giocare dall'inizio oppure dalla panchina. In queste ultime partite contro Siviglia e Valencia la squadra ha giocato bene. Domani dovremo evitare di perdere concentrazione nei dettagli e giocare con intensità".
L'arbitro della gara
Sarà lo svedese Jonas Eriksson ad arbitrare il ritorno della semifinale di Champions League tra Real Madrid e Juventus. Con i bianconeri il fischietto di Lulea ha già diretto in due occasione i bianconeri: nella stagione 2013/2014 Juventus-Copenaghen (3-1) e nel 2012/2013 Shakhtar-Juventus (0-1). Quest'anno ha già diretto in due occasioni le italiane: Napoli-Athletic Bilbao (1-1), andata del preliminare di Champions e Roma-Bayern Monaco (1-7) nella fase a gironi. Eriksson, agente di commercio, è diventato milionario nel 2007, vendendo una quota di una start up (Iec) che nel frattempo è diventata un colosso nella acquisizione e vendita di diritti sportivi. Dalla cessione ha incassato 10 milioni di euro.