Il West Bromwich è la squadra che nell'attuale Premier League ha concesso più reti nel quarto d'ora iniziale. Forse è proprio al gol che dà per scontato che Swarbrick ha la testa quando Bony, dopo una manciata di secondi, si invola verso Myhill e viene affossato due volte. La prima volta, fuori area, è Craig Dawson a spingerlo. Il fallo non sembra nemmeno valevole di un fischio ed infatti l'arbitro fa proseguire l'azione, forse però solo per lasciare il vantaggio al City ed a Bony, cui strapotere fisico permette di non franare al suolo dopo la prima carica. L'ivoriano continua la sua corsa verso il portiere avversario ma stavolta viene placcato, ancora una volta non in maniera veemente, da un difensore del WBA. Stavolta il colpevole è McAuley. Gioco fermo. L'arbitro si dirige verso McAuley e lo espelle per il primo contatto, quello fra il suo compagno Craig Dawson e Bony. Darren Fletcher e gli altri Baggies realizzano qualche secondo dopo: si tratta del terzo scambio d'identità di due giocatori da parte di un arbitro nelle ultime tre stagioni.
In principio furono Gibbs ed Oxlade-Chamberlain, qualche settimana fa toccò a Wes Brown e John O'Shea. Oggi tocca ai due difensori di Pulis: l'arbitro reputa da rosso il primo contatto (decisione già di per sé molto discutibile) e non il secondo (altrimenti all'espulsione sarebbe susseguito un rigore e non una punizione), scambia l'identità di Dawson con quella di McAuley (secondo errore in una azione) ma il dubbio principale è uno: perché concedere vantaggio se si reputa da rosso già il primo contrasto.
Fatto sta che il moribondo (per l'ennesima volta in questa stagione) Manchester City, che viene da due sconfitte che ne hanno segnato la stagione (1-0 subìto dal Burnley che praticamente ha quasi chiuso la corsa al titolo e medesimo risultato incassato al Camp Nou, dove è terminata invece la corsa alla Champions League), si ritrova a giocare 88 minuti (recupero escluso) in superiorità numerica. Una manna dal cielo per gli uomini di Pellegrini che avevano bisogno più che dei tre punti di un'iniezione di fiducia.
Il WBA di Pulis (sole due sconfitte in dieci partite, +8 sulla zona rossa), già falcidiato dalle assenze (fuori per squalifica Brunt e Yacob, Foster, McManaman e Brown Ideye sono infortunati), schieratosi inizialmente con il 5-4-1, passa al 4-4-1, non rimpiazzando McAuley ed abbassando Berahino a trequartista. Il già basso baricentro Baggie si abbassa ulteriormente e comincia il calvario. Gli 88 minuti a seguire non passeranno mai.
Il City comincia a cuocere a fuoco lento gli avversari, passando quasi l'80% della partita al limite dell'area di rigore del WBA, a fraseggiare ed a cercare l'imbeccata ed il corridoio giusti per sbloccare la gara. La resistenza ospite agli albori del suddetto calvario è buona, tanto che i Citizens cominciano a sparare da fuori (al 22° la botta più pericolosa, con David Silva) per stanare gli avversari. Poco più di 5 minuti più tardi arriva però l'1-0 che dà il via alle danze: a segnarlo è Wilfried Bony, al primo gol con la sua nuova maglia: l'ex Swansea non ci pensa due volte a sparare la palla vagante dietro Myhill (sostituto di Foster) dopo uno dei tanti batti e ribatti che vedremo nel corso del match. Al 32° un'altra ottima occasione per i padroni di casa: ancora Bony protagonista (oggi City col 4-4-2 con Wilfried di punta insieme ad Agüero per ovviare all'assenza di Yaya Touré), stavolta nelle veci di assistman. Tacco di prima per l'accorrente Lampard che contrae troppo il piattone: fuori.
L'assedio tedioso prosegue ed al 39° arriva il raddoppio: segna Fernando, in rete anche all'andata. Il brasiliano, preferito a Fernandinho come spalla di Lampard, raccoglie un'altra palla uscita dal flipper che diventa dall'espulsione di McAuley in poi l'area del West Brom ed insacca. Colpevoli i titubanti tentativi di rinvio di Jonas Olsson, Myhill e James Morrison. Da questo momento in poi comincerà la personale sfida fra Agüero e Myhill. Il Kün cerca il 18° gol in Premier League, quello per raggiungere Diego Costa in vetta alla classifica cannonieri, il 5° in 6 gare al WBA, il primo dopo tre partite di campionato a secco.
Non ci riuscirà nemmeno stavolta. L'argentino, a cavallo fra primo e secondo tempo, avrà sul piede almeno tre occasioni molto importanti ma due volte Myhill (al 54° la parata più difficile) ed una il palo al 57° gli diranno di no. Il City, dominante anche nei secondi 45 minuti, colpirà un altro legno (nella stessa azione del palo di Agüero, Bony prende la traversa e Myhill compie un altro prodigio) ed andrà vicinissimo al tris una marea di volte. Il terzo gol arriverà al 77°, a chiudere un match poco emozionante e vissuto sullo stesso spartito per 90 minuti: marcatore é David Silva: per il canario 11° gol stagionale (ufficialmente superata la sua stagione più prolifica) con il terzo tocco ravvicinato vincente della gara per il Manchester. Tiro di Jovetic e deviazione di Silva, in posizione regolare.
Il WBA alza bandiera bianca e manda in campo Anichebe per Berahino (Ideye unica punta, lui fisico com'è, sarebbe stato senz'altro più utile di Berahino - a cui fra l'altro capita la più ghiotta occasione del match per i Baggies - , visto il tipo di partita che hanno fatto gli uomini di Pulis) e Mulumbu per il più anonimo in campo, Sessegnon.
Finisce 3-0, con il Manchester City che in attesa di Hull City - Chelsea (e del recupero dei Blues con il Leicester) si riporta a -3 dalla vetta, lasciando aperto uno spiraglio per la vittoria finale. Il WBA invece, come ammoniva qualcuno prima del match, non ha ancora del tutto archiviato la pratica salvezza e potrebbe tornare a -5 dalla palude. Per il City quarto risultato utile in casa consecutivo in Premier League e terzo clean sheet casalingo consecutivo in campionato. Per il West Brom (che all'Etihad non vince da otto match) seconda sconfitta nelle ultime quattro, seconda sconfitta consecutiva fuori casa in Premier League dove la vittoria non arriva dal primo Novembre.