A guardar bene la gara d'andata, giocata all'Etihad, tra Barcellona e Manchester City la differenza è lampante. Una squadra gioca con la consapevolezza della propria forza, di un progetto, l'altra procede a vista, senza obiettivi veri, lanciata in aria da lampi di stelle e poi sbattuta a terra dagli eventi. Il Barcellona scende in campo con la calma dei forti, nasconde la palla e colpisce, a casa del Manchester. Doppio Suarez e il baratro è a un passo. Aguero accende la fiammella, il passaggio a vuoto di Messi al tramonto provvede a non spegnere con un soffio catalano le scarse speranze inglesi. 

La Premier è affare del Chelsea, troppo incostante il City quando conta, la Champions è un prato verde che inghiotte giocatori di dubbia personalità. Manca sempre qualcosa, fortuna, carattere, capacità di cogliere il momento. A Barcellona, tutti pensano alla qualificazione, ma nessuno lo dice. Il vantaggio non deve inibire le naturali caratteristiche dell'undici di Luis Enrique. Non è nella natura del Barca giocare al risparmio, si parte alla pari al Camp Nou, una partita nuova, senza il ricordo dell'Etihad. Il secondo tempo in Inghilterra racconta di un City capace, a tratti, di perforare lo schermo di un Barcellona meno attento, ecco perché non bisogna correre rischi. 

Luis Enrique "Non ci fidiamo del Manchester City, è una squadra candidata alla vittoria finale. Abbiamo fatto solo il primo passo, domani sera scenderemo in campo per vincere, sarebbe pericoloso pensare di poter passare anche con un pari. L'anno scorso il City arrivò qui dopo un risultato negativo e creò al Barcellona non pochi problemi. Abbiamo il 50% di possibilità di passare il turno, basta guardare i loro giocatori per capire il potenziale della squadra. Non mi sembra un gruppo stanco, hanno diverse alternative, manca Clichy, ma recupera Touré. C'è solo una gara ed è quella di domani. Giochiamo per i quarti, davanti ai nostri tifosi, siamo in forma e speriamo di ottenere un grande risultato". 

Rubare palla, costringere il Barcellona a una partita diversa, di rincorsa, evitare ingenuità, come quelle d'andata, credere in qualcosa di impossibile, questa la ricetta di Pellegrini "Dovremo giocare come nel secondo tempo della gara di andata. Nel primo tempo il Barça ha fatto la partita, ma nella ripresa anche noi siamo stati pericolosi. Sarà fondamentale restare in 11 contro 11, in quel caso la squadra avrà la possibilità di giocare come ha fatto nel secondo tempo. Sarà importante cercare di rubare palla al Barcellona, che basa il suo gioco sul possesso contro ogni avversaria. Una volta conquistato il pallone, dovremo essere bravi a tenerlo. Vogliamo che il Barcellona abbia problemi nel cercare di recuperare la sfera. Vogliamo dimostrare di essere una delle migliori squadre d'Europa battendo il barcellona, per noi sarà una specie di esame. Daremo il massimo per uscire vincitori. Affronteremo una squadra difficile, ma in 11 contro 11 la partita sarà diversa [rispetto all'andata]. E' praticamente impossibile far bene contro il Barcellona in 11 contro dieci [come accaduto nelle ultime tre sfide tra le due squadre]. Il mio non è un riferimento all'arbitro, la scelta è stata eccellente".