Nonostante l’immane tragedia, si pensava che le misure estreme adottate da Margaret Thatcher subito dopo la strage avessero dato un senso agli avvenimenti di Hillsborough; se non per coloro che dallo stadio non sono mai tornati, almeno per le generazioni a venire.
Posti a sedere obbligatori, rimozione di qualsiasi barriera metallica e riduzione della capacità degli stadi sono solo alcune delle misure prese in seguito al celebre Rapporto Taylor, stilato per evitare che avvenimenti terribili come quello del 1989 potessero ripetersi; tanti Club hanno dovuto adattarsi e per farlo hanno dovuto investire molti soldi, visti i costi esorbitanti che spesso hanno accompagnato ristrutturazioni o costruzione di nuovi stadi, più moderni e sicuri. Nonostante i soldi incassati dalle tv, molti Club hanno alzato i prezzi per rientrare degli investimenti effettuati e indirettamente favorito così un cambiamento sociale all’interno delle proprie strutture: dal chiasso e l’esuberanza della classe operaia e dei giovani tifosi si è passati ad una presenza massiccia di persone apparentenenti ad una fascia sociale medio-alta, decisamente più mansueta.
Non fosse stato per l’atmosfera sempre più flaccida, si potrebbe affermare che l’equazione stadi sicuri più pubblico benestante abbia dato il risultato sperato. Per anni è stato così, si è raccontato di quanto le famiglie siano tornate a riempire gli stadi, di come i bambini abbiano invaso interi settori di Anfield, Old Trafford o dell’Emirates Stadium ma raramente si è parlato dei tanti esclusi per via del nuovo listino prezzi di Manchester United, Chelsea o Arsenal; che fossero dei violenti o no, che fossero degli esagitati o meno, in tanti sono stati tagliati fuori perchè non potevano permettersi anche solo un biglietto – figuriamoci un abbonamento.
Fino a quando si sono registrati zero incidenti tra tifoserie, zero invasioni di campo e zero sospensioni per intemperanze allo stadio, tutti questi inconvenienti che potremmo definire tecnici sono stati perdonati; qualche tifoseria ha timidamente chiesto ai Club di esplorare la possibilità di permettere ai tifosi di restare in piedi durante le partite, confinati in qualche piccola porzione dello stadio, altre insistono in maniera commovente nel preparare coreografie e striscioni pur sapendo che, tra autorizzazioni da parte del Club, della polizia locale e della Football Association, la missione assomiglia ad un’epopea.
L’immagine che il calcio inglese ha dato di sé nell’ultimo decennio è limpida, immacolata, virtualmente perfetta. Nonostante altri paesi – come ad esempio la Germania – siano riusciti a debellare il fenomeno hooligans senza stravolgere la natura del calcio, l’Inghilterra è diventata per molti il modello da seguire: niente più tifo violento, niente più incidenti ma solo calcio e gioia, festa e fiori per tutti.
Non è più così, se mai lo è stato.
Questa immagine sta lentamente scomparendo, indebolita dalle sempre più numerose azioni violente da parte di tifosi di questo o quel Club: fino a quando questi avvenimenti toccavano campionati meno mediatizzati, l’eco non è stato percepito dalle masse; ora che gli articoli sui giornali riguardano Club di Championship o Premier League, nascondere le crepe è diventato impossibile.
Il più pubblicizzato ha conivolto West Bromwich Albion e Aston Villa, i cui tifosi hanno invaso il campo tre volte durante la partita, hanno lanciato i seggiolini in campo e hanno provocato scontri in uno dei pub nei pressi di Villa Park; un altro episodio, ben più grave, ha visto un tifoso del Watford finire in coma in seguito ad un’aggressione da un gruppo di tifosi dei Wolves alla fine della partita tra le due squadre; altri incidenti sono stati segnalati tra tifosi del Chelsea e quelli del Tottenham dopo la finale di Capital One Cup del primo Marzo scorso.
Come potete intuire, la situazione è molto meno rosea di quanto si possa credere.
Cosa sta succedendo nella pacifica e perfetta terra d’Albione, esempio di virtù in un calcio europeo sempre più pericoloso e violento?
Che il velo di candida esemplarità stia lasciando intravedere una realtà fino a qui nascosta alla vista?