BURNLEY - SOUTHAMPTON 1-0
73' Barnes
Burnley (4-4-2): Heaton; Trippier, Shackell, Keane, Mee (74' Lafferty); Boyd, Jones, Marney, Arfield; Barnes, Ings. All.: S. Dyche.
Southampton (4-2-3-1): Forster; Clyne, Fonte, Alderweireld, Bertrand; Wanyama, S. Davis; Hesketh (32' Ward-Prowse), Tadić, Mané (78' Long); Pellè. All.: R. Koeman.
NOTE: al 60' Heaton para un rigore a Tadic.
Sorpresa di formazione nel Southampton, che fa esordire il giovanissimo Hesketh dal primo minuto, sacrificando Long. Per il resto invece tutto come previsto, padroni di casa con il quadrato 4-4-2 e gli ospiti con Pellè punto di riferimento e Tadic alle sue spalle.
Poche cose buone da entrambe le parti nella prima frazione di gioco. Parte meglio il Burnley che cerca spazi che difficilmente la difesa dei Saints concede, ci prova in particolare Barnes di testa, ma c'è Forster, e la tiene lì. La sfortuna continua ad assistere Koeman, che al 32' deve sostituire Hesketh per infortunio, al suo posto rientra Ward-Prowse. Il classico giropalla paziente degli ospiti stavolta non porta però a molto, merito di un'ottima disposizione in campo degli uomini di Dyche, che arrivano all'intervallo sullo 0-0.
Pericolosissimo il Southampton in apertura di ripresa, prima con un sinistro di Manè che sfiora la traversa, poi arriva anche l'occasione dal dischetto per un fallo di Boyd: è Tadic che si prende la responsabilità, ma Heaton risponde bene ed evita il gol del vantaggio. Riprende fiducia dopo lo scampato pericolo il Burnley che soffre la fisicità di Pellè ma torna a farsi vedere in avanti: gli sforzi vengono premiati al 74', quando è Barnes a battere con il destro un non perfetto Forster. Finale che vede un assedio dei Saints, iperoffensivi con anche Long in campo, ma Heaton è insuperabile, mentre sono solo sfortunati Fonte e soprattutto Wanyama nel recupero: le loro conclusioni sibilano solo a lato del palo.
Tre punti pesantissimi quelli ottenuti dal Burnley che esce dalla zona retrocessione per il momento, mentre è in caduta libera la squadra di Koeman, striscia aperta di quattro sconfitte consecutive.
LEICESTER CITY - MANCHESTER CITY 0-1
40' Lampard
Leicester City (4-5-1): Hamer; Simpson, Wasilewski, Morgan, Konchesky; Mahrez, Cambiasso, King, Drinkwater (79' Knockaert), Schlupp (64' Ulloa); Vardy (73' Powell). All.: N. Pearson.
Manchester City (4-2-3-1): Hart; Sagna, Kompany (77' Demichelis), Mangala, Clichy; Toure, Fernando; Nasri, Lampard (60' Milner), Silva; Pozo (74' Jesus Navas). All.: M. Pellegrini.
Cambia modulo il Leicester per la sfida casalinga alla seconda in classifica: si va con un centrocampista in più e un attaccante in meno. Tra gli ospiti, torna dal primo minuto Kompany, mentre sulla trequarti gioca Lampard dopo il turno di riposo in Europa.
Supremazia territoriale praticamente totale del Manchester City, e non poteva essere altrimenti visto lo schieramento difensivo dei padroni di casa, che però si rendono sempre pericolosi ogni volta che ripartono, in particolare con l'attivissimo Vardy, che corre in continuazione. Hart non è mai però costretto a fare i miracoli, al contrario di Hamer, bravo a respingere una punizione del solito Toure. Il vantaggio arriva nel finale di primo tempo grazie a Lampard, che in piena area mette il piede su una palla servitagli da Nasri, a seguito di una bella azione individuale. Periodo di forma strepitoso per il francese.
Il secondo tempo è davvero qualcosa di orribile. Nemmeno una conclusione, ne in porta ne fuori, partita noiosa e lenta, il City attacca con tanta pazienza, ma di fatto non affonda mai. Lo stesso fa il Leicester, ma gli uomini di Pellegrini si asserragliano nella propria area e non concedono spazio alcuno alla squadra di casa. Si ravviva un po' la partita nel finale, visto che la squadra di casa si sbilancia un po' in attacco e si apre qualche spazio per il contropiede degli Sky Blues, che non raddoppiano ma trovano comunque i tre punti su un campo piuttosto ostico.
Continua così l'inseguimento del City verso il Chelsea capolista, sono solo tre i punti di distacco. Rimane fanalino di coda invece il Leicester, con soli 10 punti, e Pearson trema.
CHELSEA - HULL CITY 2-0
7' Hazard, 68' Diego Costa
Chelsea (4-2-3-1): Cech; Ivanovic, Cahill, Terry, Filipe Luis; Mikel (82' Ramires), Matic; Willian (80' Schurrle), Oscar, Hazard; Diego Costa (78' Drogba). All.: J. Mourinho.
Hull City (3-5-1-1): McGregor; Chester, Dawson (10' Bruce), Davies; Elmohamady, Meyler, Livermore, Huddlestone, Robertson; Aluko (64' Brady); Jelavic (74' Ramirez). All.: S. Bruce.
NOTE: espulso Huddlestone al 60' per gioco scorretto.
Sorpresa tra i pali del Chelsea: non sta bene Courtois, tocca allora a Cech. A centrocampo invece c'è Mikel per sostituire Fabregas. L'Hull non cambia modulo: Robertson e Jelavic vincono i ballottaggi con Quinn e Jelavic, Davies torna titolare preferito a Rosenior.
Ottima partenza dei Blues, che cercano riscatto dopo la débacle sul campo del Newcastle. Dopo 7 minuti arriva già il primo gol: Mikel recupera la palla e tocca per Oscar, che mette un gran cross tagliato sul secondo palo dove arriva la testa di Hazard per portare in vantaggio i padroni di casa. In generale gioca comunque meglio la squadra di Mourinho, come è normale che sia, anche se la mancanza di Fabregas si fa sentire, mancano le sue geometrie. Prova a prendere fiducia l'Hull City col passare dei minuti, provando anche a giocar stabilmente nell'area avversaria, ma senza mai creare vere occasioni dalle parti di un tranquillo Cech, che nella prima frazione ha rischiato solo su una sua uscita un po' spericolata, ma senza conseguenze.
Anche a inizio ripresa i Tigers mantengono l'ottima mentalità, anche se la partita si incattivisce un po' e l'arbitro mostra diversi gialli, alcuni anche un po' a caso. Al 60' arriva anche il rosso per Huddlestone, pestone evitabilissimo su Filipe Luis che gli costa, giustamente, l'espulsione. Con l'uomo in più è monologo Chelsea, e al 68' arriva il raddoppio: uno-due pregevolissimo Hazard-Ivanovic, poi il belga la tocca filtrante in area per Diego Costa che ci mette di fatto la punta e la mette morbida sul secondo palo. Entra in gestione della gara a questo punto la capolista, che tiene palla creando occasioni soprattutto dalle fasce, con un ottimo Hazard, migliore in campo. L'Hull prova ancora a farsi vedere nel finale, senza però trovare il gol.
Torna così alla vittoria la squadra di Mourinho, che si porta a 39 punti, mentre l'Hull ritorna immischiato nella zona retrocessione, ma con una buona iniezione di fiducia per le prossime gare nonostante la sconfitta.
SUNDERLAND - WEST HAM 1-1
22' Gomez (R), 29' Downing
Sunderland (4-5-1): Pantilimon; Vergini, O’Shea (c), Brown, Reveillère; Johnson (70' Alvarez), Cattermole, Larsson, Gomez, Wickham; Altidore (62' Fletcher). All.: G.Poyet.
West Ham (4-3-1-2): Adrian; Jenkinson, Reid, Tomkins, Cresswell; Kouyate, Song, Nolan (81' Valencia); Downing; Carroll, Sakho. All.: S. Allardyce.
Previsioni rispettate da entrambe le squadre, che vanno con le formazioni tipo al netto delle assenze. I ballottaggi in attacco vengono vinti da Altidore per i padroni di casa e da Sakho per gli ospiti, così vanno ad accomodarsi in panchina Fletcher e Valencia.
Primo tempo molto godibile, le due squadre si danno battaglia, anche se le occasioni migliori capitano sui piedi della squadra di Allardyce. Il gol del vantaggio però lo firma il Sunderland, grazie al rigore realizzato da Jordi Gomez che spiazza Adrian, dopo che Tomkins aveva (forse) toccato Johnson in area in un 1-contro-1 sul lato destro. Il West Ham reagisce prontamente e trova il gol del pareggio al 29' con il gran diagonale da fuori area di Downing. Prova a giocare coi lanci lunghi e le sponde di Carroll la squadra ospite, mettendo più volte in difficoltà Pantilimon e dimostrando netta superiorità sul piano tecnico e tattico.
Resta intensa la gara anche nella ripresa. Comincia bene la squadra ospite, pericolosa quando Carroll riesce a giocare di sponda per gli inserimenti dei centrocampisti, e anche quando Sakho viene innescato in velocità. La punta inglese e Downing hanno le migliori occasioni, poi sale d'intensità anche la squadra di Poyet, che ha le migliori occasioni nel finale di gara, una in particolare vede un super Adrian togliere dallo specchio della porta un siluro di Wickham. Finale che vede tanti palloni in the box per gli Hammers, ma il gol non arriva, e finisce 1-1.
Mantiene così il quarto posto il West Ham, sono 28 i punti raccolti dalla straordinaria squadra di Allardyce in stagione, mentre il Sunderland pareggia per la quarta volta nelle ultime 5 partite e resta nella zona caldissima.
CRYSTAL PALACE - STOKE CITY 1-1
11' McArthur, 13' Crouch
Crystal Palace (4-4-1-1): Speroni; Kelly, Dann, Hangeland, Ward; Bolasie, McArthur (85' Bannan), Jedinak, Zaha (61' Puncheon); Ledley; Chamakh (77' Gayle). All.: N. Warnock.
Stoke City (4-2-3-1): Begovic; Bardsley, Shawcross, Wilson, Pieters; Nzonzi, Cameron; Diouf, Bojan (55' Arnautovic), Walters; Crouch. All.: M. Hughes.
L'unico dubbio del Palace era riferito alla difesa: Delaney non ce la fa ma va in panchina, Dann dal primo minuto agisce a fianco ad Hangeland. Lo Stoke recupera invece Walters ma non Muniesa in difesa, tocca Wilson giocare titolare con Shawcross.
Iniziano fortissimo entrambe le squadre, sin dalle prime battute. All'11' Bolasie si invola sulla sinistra e crossa con il destro a rientrare, trovando la testa di McArthur che la indirizza con precisione sul palo lungo dove Begovic non può arrivare. Dopo soli due minuti pareggia lo Stoke: Bojan parte in contropiede e dal fondo serve Walters che cerca la battuta in porta, trovando una deviazione che di fatto permette a Crouch di appoggiare in porta da pochi passi il gol del pari. Buona occasione al 27' ancora per un ottimo McArthur, ma stavolta Begovic non si fa sorprendere. Gli ospiti tengono più palla, ma è la squadra di Warnock ad aver le migliori occasioni, partita comunque in sostanziale equilibrio.
Tutto di marca Eagles l'inizio della ripresa, che ci provano ancora con McArthur da fuori, Begovic risponde ancora presente. Lo Stoke non gioca moltissimo palla come nel primo tempo, la squadra sembra accontentarsi nel pareggio, anche se nel finale Peter Crouch si trova ancora sul piede la palla per il pareggio, cercando un gol di rapina alla sua maniera, ma Speroni ci mette la manona e nega la gioia della doppietta all'inglese, mantenendo il pareggio.
Punto che serve a poco a entrambe, certamente è lo Stoke la più soddisfatta tra le due, vista la situazione di classifica molto più tranquilla, mentre il Palace resta nel mucchione a fondo classifica.
WEST BROMWICH - ASTON VILLA 1-0
72' Gardner
West Bromwich (4-3-2-1): Foster; Wisdom, Lescott, McAuley, Pocognoli; Gardner, Dorrans (70' Dorrans), Morrison; Varela, Sessegnon; Ideye. All.: A. Irvine.
Aston Villa (4-3-3): Guzan; Hutton, Okore, Clark, Cissokho (78' Weimann); Sanchez (78' Vlaar), Richardson, Cleverley; N’Zogbia (46' Delph), Agbonlahor, Benteke. All.: P. Lambert.
NOTE: espulso Richardson al 22' per un fallo violento.
Cerca soluzioni alternative per salvare la panchina Irvine, e si affida a due acquisti estivi che non hanno brillato fin'ora: Ideye Brown e Varela. Gli ospiti recuperano Vlaar e Delph che però vanno in panchina, insieme a Weimann: si resta con gli uomini in forma.
Partita che nella prima frazione regala davvero poche emozioni, ci prova con un po' più di convinzione l'Aston Villa fino al 22', momento in cui resta in 10: Richardson pensa bene di entrare malissimo su Sessegnon, con il piede a martello, e l'arbitro non può far altro che mostrargli il cartellino rosso. In superiorità numerica, il West Brom gioca meglio, soprattutto proprio con Sessegnon, in giornata positiva. Lo stesso francese ha sul piede la prima vera grande occasione della gara nel finale di primo tempo, raccogliendo un filtrante, Guzan però è un gatto e gli dice di no.
Il secondo tempo è complicatissimo per gli uomini di Lambert visto l'uomo in meno, Benteke è spesso cercato coi lanci lunghi ma i centrocampisti si inseriscono meno del solito, anche per questione di caratteristiche. Continua invece a macinare un buon gioco la squadra di casa, che dopo aver sfiorato ancora il gol con Sessegnon, passa in vantaggio al 72' con Gardner: l'ex Sunderland risolve una palla vagante in area dopo un paio di respinte, segnando il gol decisivo per il ritorno alla vittoria.
Irvine può finalmente tirare un sospiro di sollievo, la sua panchina per ora sembra davvero salva. Perde l'Aston Villa dopo una bella serie di risultati positivi, ma resta abbastanza lontano dalla zona calda.
Ecco la classifica aggiornata: