Hanno provato a coesistere a Barcellona, sotto la guida del filosofo Guardiola. Hanno provato a ritagliarsi una porzione d'erba all'interno del Camp Nou per primeggiare. Esperimento fallito e separazione consensuale. Ibrahimovic e Messi non possono calcare lo stesso campo. O meglio, possono farlo, perché il linguaggio che parlano sul prato è il medesimo, quello dei fuoriclasse, ma a cocciare è l'enorme personalità. Nessuno tende a inchinarsi di fronte all'altro. A un grado di perfezione così elevato non possono esistere signori e vassalli. Ibra, conscio di non potere mai essere l'UNO a Barcellona è ripartito altrove, lasciando il regno al re che già imperava.
Così Messi ha continuato ad accendere la Catalogna e Ibra ha vagato, fino alla chiamata di Al Khelaifi. La ricca Parigi per lanciare la sfida a Leo. Serviva la Champions per avvicinare Messi e Ibrahimovic, due che all'apparenza più diversi non potrebbero essere. Messi, la Pulce, è tecnica e rapidità, genio prestato al calcio. Fa cose ai più impensabili, le fa a una velocità concessa solo agli iniziati. Ibra è un gigante, e dei giganti ha la forza. Più dei giganti ha poi il talento. Il connubio, come facilmente comprensibile, è letale.
Psg e Barcellona vivono un momento analogo. Stagione per certi versi transitoria quella dei catalani. Il ciclo del tiki taka si è esaurito poco dopo Guardiola, c'è la necessità di una sorta di rivoluzione, tecnica. Ripartire su nuove basi, cancellare quell'odore di stantio, di passato. Il punto fermo resta Messi, attorno a lui Neymar e Suarez. Il Psg è in piena crescita, ma soffre per l'espansione in Ligue 1 del modello pazzo del Loco Bielsa. Vive di contraddizioni interne, partite qua e là concesse ad altri. Stelle e stelline che si fanno la guerra per minuti e palcoscenico.
L'infortunio di Zlatan ha aperto il cratere dei dubbi sulla panchina di Blanc. Senza l'"eroe" a Parigi è emersa la paura. Pareggi, prestazioni sottotono, pause. Poi è tornato Ibra e come nelle fiabe ecco il sereno. La Champions pone nel gruppo F Barcellona e Psg, Messi e Ibrahimovic.
Si giocano loro il primo posto, nella partita del Camp Nou. Le avvisaglie ieri sera. Tre volte Messi, 74 in Champions, come lui nessuno. A proposito, attenzione alla risposta di Ronaldo questa sera. 0-4, successo ampio con il modesto Apoel. Decisivo, ancor di più, Ibrahimovic. Il Psg passa, con Cavani, ma si addormenta, e l'Ajax, scuola di calcio, giova ricordarlo, impatta con Klaassen. Sale allora il colosso di Malmoe. Stop e girata. 2-1, gli incubi lasciano Parigi, Cavani allarga la forbice, Zlatan esce ed è tripudio.
Zlatan e Leo, diversi ma vincenti.
Messi contro l'Apoel:
Ibra con l'Ajax: