Soltanto 2 anni fa, dopo la deludente stagione vissuta in Serie A, Graziano Pellè sembrava un giocatore finito. L’ennesimo talento che l’Italia non è stata in grado di valorizzare. Ma nessuno aveva fatto i conti la forza e il carattere dell’attaccante di San Cesareo. Graziano si è rimboccato le maniche e grazie al duro lavoro è salito alla ribalta, prima in Olanda e adesso nel campionato più difficile e più bello del pianeta: la Premier League. Sono proprio la forza di volontà ed il carattere di Pellè ad aver fatto la differenza, perché chiunque al suo posto avrebbe ceduto, ma la parola mollare non fa parte del dizionario dell’attaccante leccese, che adesso è anche ad un passo dalla convocazione in Nazionale. 

Gli inizi

Classe 1985, Graziano Pellè è uno di quei talenti precoci, che lo vedi e già sai che arriverà lontano. Appena 18enne, il ragazzone (alto 194 centimetri) di San Cesareo esordisce in Serie A con la maglia del Lecce, con un certo Delio Rossi che non esita minimamente a buttarlo nella mischia. Con la maglia della Primavera del Lecce era già stato decisivo con le sue reti, contribuendo alla conquista di una Coppa Italia Primavera e due Scudetti di categoria. In rampa di lancio il giovane Graziano si fa notare anche al Mondiale Under 20 disputato in Olanda, dove realizza ben 4 reti, arrivando alle spalle nella classifica cannonieri a giocatori del calibro di Llorente e di quel fenomeno chiamato Leo Messi. Subito dopo il Mondiale inizia la gavetta nella Serie B, dove in una stagione e mezza con le maglie di Crotone e Cesena realizza 16 reti.

La prima esperienza Olandese e il fallimento italiano

Nel 2007 è di nuovo nei Paesi Bassi con la maglia della nazionale Under-21 e mostra tutto il suo carattere con un goal a cucchiaio su rigore. Lo nota un certo Van Gaal che non ci pensa su due volte e lo porta all’Az Alkmaar, dove Pellè resterà per quattro anni. Non furono 4 anni facili, pieni di alti e bassi, cambiando tanti allenatori e tanti schemi.  Dopo 94 presenze e 16 goal il ritorno in Italia. Anche qui stenta ad inserirsi, totalizza 11 presenze con il Parma e 12 con la Sampdoria, mettendo a segno 5 goal.

Finalmente la svolta

Dopo essersi reso conto che a Parma non credevano più in lui, prende la decisione che risulterà la svolta della sua carriera. Torna in Olanda, questa volta al Feyenoord dove ritrova Ronald Koeman, che era stato suo allenatore anche all’Az. E’ la consacrazione per Pellè, che si fa conoscere in tutta Europa realizzando 50 reti in 57 presenze, una media goal impressionante, seconda solo a fenomeni del calibro di Ronaldo e Messi. Graziano finalmente può credere anche alla Nazionale, ma Prandelli non lo vede proprio, nonostante la carenza di prime punte presenti nel campionato italiano. Il c.t. fatica a considerare candidabili i giocatori che giocano oltre confine, inoltre, come tanti, ritiene che il campionato olandese sia poco competitivo, un tipico luogo comune, soprattutto in Italia. Ma basta fare un esempio per confutare ciò: Zlatan Ibrahimovic, uno che in Olanda segnava in tutti i modi,  e che si è ripetuto in Italia, Spagna e Francia. Pellè poteva solo continuare a mettersi in mostra, facendo la cosa che gli riesce meglio: segnare. E lo fa ad un ritmo forsennato, ma Prandelli guarda da un'altra parte, non arriva la convocazione tanto sperata, niente Mondiali.

Ma nella vita si sa, nulla è scontato e così si presenta l’ennesima sliding doors:  Koeman passa al Southampton e fa sapere a Pellè che lo vuole con sé: non si rinuncia facilmente ad un attaccante che segna quasi un goal a partita. Graziano non ci pensa neanche un secondo, la Premier per il definitivo salto di qualità. E non poteva esserci inizio migliore, 3 goal in 5 partite con una doppietta decisiva contro il Newcastle.  "All'inizio della stagione non è stato facile perché ho bisogno di tempo per trovare la forma ideale - ha raccontato Pellè, ripercorrendo l'avvio della nuova esperienza inglese - E poi ho cambiato campionato, un calcio completamente diverso. Adesso comincio a farmi conoscere, sono una persona positiva. Il mio lavoro è segnare ma so che posso e devo migliorare ancora".

Pellè è la classica punta centrale, dotato in un fisico statuario e di tanta potenza, micidiale nel gioco aereo e con un senso del goal degno del miglior Pippo Inzaghi. L’attaccante leccese è inoltre un autentico leader, in grado di conquistare la fascia di capitano al Feyenoord dopo appena mezza stagione; ciò rende anche l’idea del rapporto tra Koeman e Pellè, e di quanta sia la fiducia riposta dal tecnico dei Saints in lui, tanto da affidargli le chiavi dell’attacco. Il manager olandese ha costruito inoltre l’intera trama tattica del Southampton intorno a lui, sa che Graziano è in grado di assicurargli una buona dose di goal ed assist.

Finalmente i Saints hanno trovato il degno erede dell’ex capitano Rickie Lambert, sia dal punto di vista caratteriale che dal punto di vista tattico. Infatti Pellè è perfetto per il ruolo di ariete nel 4-3-3 ideato da Koeman; è in grado di attirare su di sé le attenzioni delle difese avversarie e di lasciare gli spazi per i vari Long, Tadic o Rodriguez che si alternano di fianco a lui. Dopo le difficoltà iniziali di inserimento, la chimica tra Graziano e gli altri attaccanti è migliorata tantissimo, tanto da portare i Saints a ridosso delle prima posizione in classifica occupata dal Chelsea a 13 punti. Migliora infatti partita dopo partita l’alchimia con Shane Long, ex attaccante dell’Hull City, con il quale Pellè si completa a 360°. Long è in grado di sopperire alle mancanze dell’attaccante leccese con la sua velocità e le sue doti tecniche, aiutato anche dall’estro dell’esterno Tadic (anche per lui un inizio di stagione a livelli impressionanti), con il quale formano un perfetto trio d’attacco, che sabato pomeriggio ha messo in crisi la difesa dello Swansea per tutto il secondo tempo, regalando poi a Koeman e ai tifosi del Southampton una vittoria esterna dal sapore unico. Fondamentale ancora una volta Pellè con l’assist per Wanyama che ha realizzato la rete decisiva.

Finalmente la Nazionale

Il nuovo c.t. nella nazionale italiana Antonio Conte, che non lascia nulla al caso, sta monitorando continuamente Pellè: “Sto guardando accuratamente le prestazioni di Pellè, che sta facendo benissimo in queste prime partite di Premier. Le mie sono convocazioni meritocratiche, e un giocatore che ha segnato 50 goal in 57 presenze nelle ultime due stagioni e che si conferma in un campionato come la Premier va sicuramente preso in considerazione”. L'ennesima riprova che nella vita non bisogna mai mollare.