Dal Vetch al Liberty Stadium, dalla vendita del club per £1 nel 2001 alla scampata retrocessione in Conference, fino all’Europa League: la storia dello Swansea negli ultimi anni è stata un impennata clamorosa verso l’alto, fino a traguardi inimmaginabili solo qualche stagione fa.

E come tutte le squadre che hanno assaporato ascese simili, anche per gli Swans c’è stata l’annata no, o meglio la stagione in cui le prestazioni tornano ad essere normali, dove l’allenatore viene messo in discussione ed alla fine esonerato, e gli obbiettivi ridimensionati.

Che lo Swansea abbia esaurito il proprio ciclo magico, quello nato nel 2007 con Roberto Martinez in panchina e terminato nel 2013 con l’allora capitano Garry Monk – l’attuale allenatore- che alza la League Cup al cielo?

STAGIONE PASSATA – Dopo i fasti della stagione 2012-13 - storica vittoria della Capital One Cup, nono posto in Premier - gli Swans hanno ben figurato anche in Europa League (memorabile il 3-0 del Mestalla contro il Valencia) arrivando fino agli sedicesimi e sfiorando una miracolosa impresa al San Paolo, prima di cedere ai colpi del Napoli solo nei minuti finali. Nonostante ciò, in Premier League il cammino dei gallesi è stato costellato di alti e bassi, con Michu incapace, colpa dei numerosi infortuni, di ripetere l’exploit della campionato precedente. L’andamento altalenante, e qualche attrito di troppo con i vertici del club, hanno poi portato all’esonero di Micheal Laudrup, rimpiazzato dall’ex capitano di mille battaglie, il trentacinquenne Monk, che ha guidato la squadra ad una salvezza relativamente tranquilla, guadagnandosi così la riconferma.

CAMPAGNA ACQUISTI – Fra le partenze estive (il portiere Michel Vorm, Ben Davies, Alejandro Pozuelo) quella di Michu è senz’altro la più dolorosa a livello tecnico ed anche emotivo, visto il ruolo fondamentale che lo spagnolo aveva ricoperto nella sua prima stagione al Liberty Stadium.

Senza di lui, Monk dovrà di nuovo ridisegnare l’attacco, e il francese Befetimbi Gomis, arrivato a parametro zero dal Lione, sembra designato a prenderene il posto nello scacchiere dello Swansea, anche se i due hanno caratteristiche tecniche totalmente differenti. Negli altri ruoli da segnalare l’acquisizione del portiere Lukasz Fabianski e del giovane terzino sinistro scozzese Stephen Kingsley (’94 dal Falkirk). Capitolo speciale va dedicato ai ritorni di Sung-Yong Ki e Gylfi Sigurdsson. Il coreano era stato emarginato da Laudrup e girato in prestito al Sunderland, ma Monk è pronto a ridargli fiducia. L’islandese Sigurdsson invece ha fatto ritorno dopo due stagioni al White Hart Lane, dove con gli Spurs ha brillato solo ad intermittenza. Per concludere, l’arrivo dell’ala sinistra Jefferson Montero: l’ecuadoregno ha un grosso bagaglio tecnico unito al cambio di passo che lo fanno un cliente duro per ogni terzino avversario. Tuttavia l’incostanza e alcune frivolezze hanno determinato la sua bocciatura nella precedente avventura europea (con Villarreal, Levante e Real Betis) prima della rinascita nel campionato messicano. Riuscirà a sfondare in Europa stavolta?

Monk ha inoltre dichiarato al Wales che si aspetta ulteriori acquisti, anche se voci di mercato riportate dallo stesso giornale gallese vedrebbero il difensore Chico in partenza (destinazione Deportivo La Coruña), con l'ivoriano Wilfried Bony che potrebbe essere pure lui attratto da piazze più importanti.

PUNTO DI FORZA E PUNTO DEBOLE – L’organizzazione tattica, il calore del Liberty Stadium, uniti all’entusiasmo e la dedizione al lavoro. Sono stati questi gli ingredienti che hanno condito le ultime stagione dello Swansea e saranno sicuramente presenti anche nel menù offerto da Monk.

Teoricamente la squadra è ben organizzata e ha tra le sue file uomini sia di qualità che di esperienza in termini di calcio inglese. Ciò nonostante la “coperta corta” e l’assenza di ricambi all’altezza potrebbe pesare e la difesa, oltre che essere il reparto più vulnerabile, è anche quello che appare più sguarnito in fatto di personale all’altezza. Le attuali riserve sono l’olandese Dwight Tiendalli, Kyle Bartley, Jordi Amat ed il giovane Kingsley. Bartley ha solo 4 presenze in Premier alle spalle, Amat non sempre ha convinto e Kingsley è appena arrivato dalla Championship scozzese.

Il centrocampo e l’attacco sono ciò che sulla carta ha il maggiore potenziale e che dovrebbe dare migliori garanzie. Dubbi rimangono sull’assetto che Monk sceglierà e come si adatteranno i nuovi (Montero e Gomis) ai ritmi della Premier, ma la grinta di Jonjo Shelvey, i guizzi di Nathan Dyer e Wayne Routledge, la classe di Sigurdsson e le giocate di Ki sono un ottima base su cui lavorare.

L’ALLENATORELoud, Proud and Positive, il titolo della sua biografia, riassume perfettamente, in tre parole, chi è Garry Monk. Leggenda ed ex-capitano dello Swansea, Monk ha vissuto in prima persona l’escalation della squadra gallese dalla League Two fino alla Premier League, prima di essere nominato allenatore, dopo l’esonero di Laudrup. a metà della scorsa stagione.

L’inizio del mandato col botto (vittoria 3-0 nel derby col Cardiff) ed una salvezza conquistata senza soffrire troppo hanno fatto si che quella scelta temporanea si rivelasse una formula vincente. D’altronde chi meglio di Monk conosce l’ambiente Swansea?

Tuttavia, la stagione che si appresta ad iniziare, è il vero banco di prova per il tecnico inglese che dovrà rimodellare una squadra che in estate ha perso pezzi importanti

STILE DI GIOCO – Muovendo i suoi primi passi nel lavoro di allenatore, c’è curiosità di vedere se Monk adotterà i principi di Rodgers o quelli di Laudrup, i suoi ultimi predecessori. Le differenze di stile fra i due erano chiare: con Rodgers il gioco iniziava con l’uscita di un centrale e la palla passava sempre per il centro del campo, dove Britton era l’incaricato di smistarla. Il tanto possesso palla, la catena di passaggi e la posizione delle ali avevano fatto guadagnare ai gallesi il nomignolo di “Swansealona”, visto che il loro gioco ricordava, in piccolo, il Barça di Pep Guardiola. Lo Swansea visto con Laudrup aveva invece uno stile più diretto, il centro del campo spesso bypassato in favore di lanci lunghi, e gli esterni offensivi erano invertiti per aprire gli spazi alle sovrapposizioni dei terzini. L’impostazione era più prudente e meno avventurosa, ma questo nulla toglie ai risultati raggiunti dall’allenatore danese nei 16 mesi spesi in Galles.

Lo scorso anno, Monk iniziò dando di nuovo Britton le chiavi del centrocampo ed riproponendo un gioco di nuovo “alla Rodgers” e con molta probabilità sarà questa la strada che l’allenatore inglese seguirà.

LA FORMAZIONE TIPO – Come sopra spiegato, lo stile di gioco che Monk sceglierà è fondamentale per definire lo schema tattico, che dovrebbe essere il 4-3-3 dove i tre di centrocampo saranno posizionati a triangolo ed avranno tre differenti compiti: uno dirigerà il traffico davanti alla difesa (il coreano Ki o l’eterno Britton), l’altro dovrà essere un box-to-box adatto sia a contenere che a proporsi in avanti (Shelvey), mentre il terzo avrà compiti maggiormente offensivi (Sigurdson , la cui posizione ed atteggiamento in campo potrebbe variare il modulo in 4-2-3-1 classico). In difesa le gerarchie sono già stabilite con Rangel a destra, capitan Ashley Williams a far coppia con Chico al centro e Neil Taylor che si riprenderà la fascia sinistra dopo la partenza di Ben Davies.

Davanti Dyer a destra ed uno fra Montero e Routlegde a sinistra saranno le ali, mentre al centro dell’attacco c’è il ballottaggio fra Bony e Gomis. Sarebbe interessante se i due potessero convivere assieme ed anche Monk ha provato questa soluzione nell’amichevole contro il Reading, dove Gomis ha agito largo sulla destra con Bony al centro dell’attacco.

ASPETTATIVE – Finire nella parte di sinistra della classifica e competere di nuovo per un trofeo domestico sarebbe un ottimo inizio per l’era Monk. Nulla è impossibile nel calcio inglese, ma l’obbiettivo primario e realistico per gli Swans sarà quello di stare più lontano possibile dalla relegation zone e conquistare quanto prima la salvezza.