8 Ottobre 2013 è la data in cui il destino del Sunderland cambia. Allo Stadium of Light la situazione è al limite del pessimo. La squadra ha cominciato malissimo la stagione ed è una delle principali squadre candidate a retrocedere. Di Canio non è stato capace di ripetere il bel finale della stagione precedente e - non appena ha avuto qualche spazio di manovra in più - ha fatto sfracelli. In senso negativo. Regime troppo dittatoriale, giocatori ammutinati, palla che scotta, squadra che gioca male. Poi arriva Poyet. Gus è come una medicina, Gus è un toccasana. Cambia filosofia, modulo, ridà fiducia ai giocatori, ribalta le gerarchie, fa punti, permette ai Black Cats di rialzare la testa. Avvolgiamo il nastro a Maggio 2014.
La Premier League è terminata ed in cassaforte sulla costa del fiume Tyne c'è la salvezza del Sunderland. Una firma risalta più di tutte sull'impresa: Gustavo Poyet, uruguayano con le cicatrici di un esonero in diretta TV (video a fine articolo) al Brighton. Riparte dalla salvezza conquistata nel recupero precedente all'ultima giornata di BPL 2013/14, l'avventura in Premier League del Sunderland.
L'ANNATA PASSATA:
L'affannosa Premier League 2013-14 si è chiusa, per il Sunderland, con questi numeri: 10 partite vinte, 8 pareggiate e 20 perse. 38 i punti che sono bastati a mettersi in tasca la permanenza nella massima serie inglese, cinque in più del retrocesso Norwich. Gli sprint più veloci il Sunderland li ha piazzati a metà campionato (una sola sconfitta fra il 14 Dicembre ed il 1 Febbraio al netto delle nove gare giocate) e sul rettilineo finale (quattro vittorie consecutive che hanno permesso a Poyet di non avere grossi rimpianti sulle 7 sconfitte su 8 ottenute fra Febbraio, Marzo ed inizio Aprile). Non ha fatto, per i Black Cats, una grande differenza giocare in casa o in trasferta: 18 punti ottenuti allo Stadium of Light, 20 lontano da esso; 21 gol fatti in casa, 20 in trasferta; 27 reti subìte da padroni di casa, 33 da ospiti. Meno faticoso e più entusiasmante il cammino in Capital One Cup, dove, l'unica squadra capace di battere i Black Cats è stato il Manchester City in finale. Nell'iter verso la Finale messi in fila scalpi come Southampton, Chelsea e M.United. In F.A. Cup il cammino si è arrestato ai quarti di finale, invece. Non una stagione particolarmente negativa, insomma, se si guarda al bottino finale (finale, quarti di finale, salvezza e 14° posto) e se si pensa che ben 29 delle 38 giornate di Premier League (il 76%) il Sunderland le ha trascorse in zona retrocessione di cui addirittura 13 delle 29 (44%) come fanalino di coda.
Il trono di miglior marcatore del Sunderland 2013-14 non lo detiene un solo giocatore, bensì è diviso da due calciatori: a quota 10 gol si piazzano al primo posto Borini ed Adam Johnson (anche miglior assistman con 6 assistenze), le ali titolari. Sotto di loro il provvidenziale Connor Wickham che ha risolto parecchie grane in coda alla Premier League.
LA FORMAZIONE TIPO:
Durante la passata stagione il Sunderland ha trovato una propria quadratura solamente verso la primavera. Gus Poyet, a differenza di Di Canio, ha virato verso il 4-3-3. Con Poyet il portiere titolare è diventato l'italiano Vito Mannone, capace di concludere per 11 volte la sua gara da imbattuto. Difesa ben piantata sull'esperienza di O'Shea e Wes Brown, compagni di viaggio anche a Manchester quindi rodati e ben assortiti. Sulle fasce la resistenza di Bardsley e la freschezza di Marcos Alonso, innesto indovinato l'inverno scorso. In mezzo al campo dinamismo e regia (Ki Sung, visto all'opera anche nella Corea del Sud), tackle e sudore (Colback), classe ed effetti speciali (Larsson) . In avanti Borini ed Adam Johnson larghi, imprescindibili, ed uno fra Steven Fletcher, Altidore e Wickham centravanti. Dalla panchina primie riserve Giaccherini (capace di giocare sia ala che mezzala), Bridcutt (in risalita nel finale di stagione, mediano centrale) e Celutska (terzino polivalente)
CAMPAGNA ACQUISTI:
Sarà ben diversa la spina dorsale del Sunderland, quest'anno invece. Della formazione di cui sopra solamente i due centrali, Larsson, Adam Johnson ed i tre centravanti sono attualmente in forza alla squadra biancorossa. Diverse le partenze verificatesi quest'estate: partiamo da Bardsley, Gardner, Vaughan e Colback che una volta scaduto il contratto in essere si sono accasati altrove. Bardsley è approdato allo Stoke, Vaughan è sceso di categoria (Nottingham Forest, dove aveva giocato in prestito), Colback ha addirittura firmato per gli acerrimi rivali del Newcastle. Gardner è invece finito al WBA. Cuellar e Dossena, d'altra parte, sono rimasti svincolati al termine del contratto con il Sunderland. Ki Sung e Borini hanno fatto invece ritorno a Swansea e Liverpool dopo il prestito ai Black Cats, così come Marcos Alonso (Fiorentina), Vergini (Estudiantes) e Celutska (Trabzonspor). L'unica cessione onerosa è arrivata da Nacho Scocco, tornato in Argentina per 5 milioni di euro. Partiti anche i due portieri Keiren Westwood e Ustari.
I vuoti sono stati solamente parzialmente riempiti. In difesa sono arrivati Billy Jones per la fascia destra (dal WBA a 0 euro) e Patrick van Aanholt per quella mancina (3 milioni, dal Chelsea). A centrocampo è stato inserito l'interessante 29enne Jordi Gomez dopo 17 reti in 127 gare con il Wigan: probabile che vada a riempire lo slot di Ki Sung. In porta è stato preso senza sborsare niente Costel Pantilimon, fino allo scorso anno in forza al Manchester City come secondo di Hart. Sono rientrati dai prestiti N'Diaye (dal Betis, 15 presenze), Cabral (dal Genoa, 7 presenze) e Diakité (dalla Fiorentina, 9 presenze). Vista la difficoltà a far ritornare Borini a Sunderland, i dirigenti dei Black Cats si sono mossi nella direzione di Cristian Rodriguez, ala dell'Atletico Madrid che pare vicina all'Inghilterra oramai, infelice delle poche presenze messe insieme nel 2013-14 e dell'arrivo di Griezmann. Poyet chiede una rosa di 23 uomini: 3 portieri, 7 difensori ("non 8" ha affermato il coach), 6 centrocampisti e 7 attaccanti (3 centravanti, 3 esterni ed un jolly): allo stato attuale, facendo due conti e considerando i probabili esuberi, mancano un centrale, un terzino sinitro di riserva, un terzino destro bravo anche al centro, una mezzala, un'ala ed un tuttofare d'attacco (se contiamo la firma di Cristian Rodriguez già conclusa). Ecco un undici ipotizzabile (vedi sopra)
PUNTO FORTE E PUNTO DEBOLE:
Attualmente trovare il punto forte in questa squadra spuntata è come cercare l'ago in un pagliaio. Ci affidiamo allora all'esperienza dei due centrali difensivi, marcantoni navigati, che dovranno impartire consigli giusti agli inesperti terzini (65 partite in due in Premier). Il punto debole è senz'altro la rosa corta al momendo a disposzione di mr.Poyet: non deve essere il massimo trovare metà dell'undici con cui hai conquistato la salvezza sparpagliati in giro per l'Inghilterra tutt'altro che convinti a ritornare lì dove hanno trovato fiducia. Ripartire non sarà facile. Manca, inoltre, un vero e proprio bomber, sperando nell'attesa esplosione del golden boy di 21 anni Wickham. La sorpresa può essere Jordi Gomez, centrocampista comunque autore di 58 gol in carriera.
IL GIOCO:
Il gioco del Sunderland non è stato un iradiddio. Il centravanti non è una punta di diamante quindi il gioco passa dalle fasce, dove Borini ed Adam Johnson avevano (ed avranno?) il compito di sconquassare la fascia in fase offensiva e di ordinatamente metterla a posto in quella difensiva. Chiave anche gli inserimenti dei centrocampisti, a turno, deputati a sfruttare le sponde dell'ariete che agisce da 9. In difesa, il centrocampo a tre votato particolarmente all'inserimento comporta qualche assedio all'arma bianca. E' anche questo il motivo dei 7 cartellini rossi ricevuti dal Sunderland l'anno passato.
LE ASPETTATIVE:
Tutto dipende da come si svilupperà e su come verrà chiusa la sessione estiva di mercato. Mancano tanti tasselli al puzzle del Sunderland. Naturalmente ripetere la salvezza dello scorso anno è il primo obiettivo: Sunderland, QPR, WBA e C.Palace sembrano le quattro squadre candidate a lottare per non finire in Championship con in mano la 18° piazza. Nel caso dovessero arrivare una prima punta da 15 gol ed un paio di difensori tecnicamente pronti e talentuosi l'asticella si alzerebbe di qualche centimetro e finire fra 16° e 11° posizione sarebbe la priorità. Al mercato l'ardua sentenza.
L'ALLENATORE :
Gus Poyet nasce a Montevideo il 15 Novembre 1967 . Conta 46 primavere ed il suo modulo preferito è il 4-3-3. Dopo un'ottima carriera da giocatore (105 presenze nel Chelsea ed 82 nel Tottenham) comincia la sua cavalcata da allenatore dallo Swindon Town. In realtà, fra le fila dei Ferrovieri, funge da vice di Dennis Wise. Subito dopo passa al Leeds, anche lì da vice di Wise. Nel 2007 recita per un'ultima volta da vice: seppur scindendosi da Wise continua la sua carriera a White Hart Lane come secondo di Juande Ramos. Dal 2009 al 2012 è invece il capoallenatore del Brighton. Porta i suoi dalla terza alle seconda divisione nel 2010-11, al suo secondo anno - dopo il 14° posto nella stagione precedente - grazie ad un roboante bottino di 95 punti (parecchi giunti grazie alle 22 reti di Glenn Murray) davanti ai 92 del Southampton. Quell'anno vince per due volte il premio di allenatore del mese.
L'annata successiva in Championship è molto positiva: 10° posto dopo la promozione ed un premio come allenatore del mese. Il successo del tecnico uruguayano prosegue nel 2012-13: Brighton quarto ed in due anni dalla C ai Playoff per salire in Premier. Il primo avversario per salire in BPL è il C.Palace che fa fuori Poyet alle semifinali. C'è ancora tempo per compiere l'impresa, Poyet non aspetta altro che la stagione successiva per consacrare sé stesso e la favola del suo Brighton&Hove ma nell'estate 2013 viene esonerato a sorpresa dopo l'obbligo della dirigenza del Brighton di starsene a casa per un mese. Il treno per le Premier non tarderà ad arrivare: se Gus non ci era salito con la maglia del Brighton, l'8 Ottobre 2013 - quando lo chiamano dallo Stadium of Light - lo fa con la divisa biancorossa del Sunderland.