Il Burnley c'è: la squadra della città del Lancashire ritorna in Premier League, dopo un'assenza di quattro anni: l'ultima delle 52 presenze nella massima serie inglese risale infatti alla stagione 2009-2010, che i Clarets conclusero al 18esimo posto, retrocedendo dopo solo un anno.
Squadra dalla storia prestigiosa, in bacheca può vantare due vittorie in quella che veniva denominata Division 1, ora meglio nota come Premier League, nel 1914 e nel 1960. L'ultimo trofeo conquistato è il Community Shield del 1973. Nonostante una storia prestigiosa, il Burnley viene soprattutto ricordato per "merito" dei suoi tifosi: negli anni '70 infatti si formò un gruppo di hooligans noto con il nome di Suicide Squad, di orientamento politico neo-nazista. Andrew Porter, che per molti anni è stato il capo del gruppo, ha anche scritto un libro in cui raccontava, vantandosene, di tutti gli scontri con le altre tifoserie, in particolare si ricorda l'episodio del 2002, quando accoltellò un tifoso del Nottingham Forest.
Il fenomeno hooligans sta lentamente sparendo dall'Inghilterra, ma quella del Turf Moor è una delle ultime roccaforti del tifo violento.
SULLE SPALLE DEI GIGANTI - I punti forti della squadra sono sicuramente due: la solidità difensiva e l'attacco prolifico. Lo scorso anno la coppia di centrali formata da Shackell e Duff ha concesso solamente 37 gol, guadagnandosi il riconoscimento di miglior difesa del campionato.
Ings e Vokes, i due attaccanti, hanno segnato in due 42 gol, miglior coppia offensiva di tutta la Championship. Dalla loro parte c'è anche la giovane età: il primo ha solamente 21 anni ed è un pilastro dell'Under21 inglese, mentre il secondo, Gallese, ne ha 24, ma salterà probabilmente i primi due mesi di stagione a causa della rottura del legamento crociato. L'interrogativo però è d'obbligo: saranno in grado di ripetersi anche in Premier League? Sicuramente, sulla carta, la qualità della rosa è parecchio inferiore alla media, e in un campionato così difficile può essere un problema. Certo, uno come Ings potrebbe esplodere definitivamente, ma da solo non può reggere il peso di una squadra intera, che dovrà guadagnarsi la salvezza. Il centrocampo inoltre non pare troppo affidabile: David Jones, ex Wigan, e il nuovo arrivato Matthew Taylor garantiscono esperienza, ma non la qualità sufficiente per emergere nella massima serie inglese.
LA CAMPAGNA ACQUISTI - Cessioni importanti non ce ne sono state: hanno lasciato Turf Moor solo Junior Stanislas, prodotto del vivaio del West Ham mai esploso nonostante le grosse aspettative, direzione Bournemouth, e Chris Baird, uomo d'esperienza che non ha lasciato il segno.
Proprio quest'ultimo è stato scambiato con Steven Reid, terzino destro d'esperienza, che si giocherà il posto con Trippier. Presi anche altri due uomini esperti come il già citato Matthew Taylor dal West Ham e il portiere Matt Gilks dal Blackpool, che contenderà a Heaton il posto di titolare tra i pali. Arrivano anche due attaccanti: Lucas Jutkiewicz e Marvin Sordell, altri due giocatori definiti come grandi promesse, ma che fin'ora hanno bazzicato solamente nelle serie minori. Comprati rispettivamente da Middlesbrough e Bolton. Manca ancora un mese alla chiusura del mercato e la dirigenza del Burnley deve portare a Turf Moor almeno due giocatori: un difensore che possa alternarsi con Duff e un centrocampista titolare che dia copertura e visione di gioco.
LA FORMAZIONE TIPO - Sicuramente sarà un 4-4-2 come lo scorso anno, compatto e veloce sulle fasce, per rifornire gli attaccanti di buoni palloni da mettere in porta. Tra i pali si contendono il posto Gilks e Heaton; i terzini dovrebbero essere Trippier e Mee, con Reid pronto a subentrare, mentre è confermata la coppia di centrali formata da capitan Shackell e Duff; a centrocampo in tre per due posti, con Jones e Taylor comunque preferiti a Marney; lo stesso discorso vale per le fasce, dove Kightly è intoccabile, mentre Wallace e Arfield si giocano il posto sulla destra; davanti difficilmente non vedremo Ings e Vokes, nonostante la concorrenza di Sordell, Jutkiewicz e Barnes.
LA PROMOZIONE - Lo scorso anno, ai nastri di partenza della Championship, il Burnley non era di certo tra le favorite alla promozione diretta, era considerata una squadra da zona play-off, ma niente di più. Invece la sorpresa: 93 punti, con 72 gol fatti a fronte di 37 subiti. Il manager Sean Dyche ha vinto per ben tre volte il premio di allenatore del mese, mentre Ings e Vokes sono stati nominati per due volte giocatori del mese.
Il secondo posto, a -9 da un Leicester irraggiungibile, ma a +8 sulla zona play-off, è valso così la promozione diretta per la squadra del Lancashire, con una media di 2 punti a partita, stabilendo anche il record di punti per una singola stagione.
La festa è scattata il 21 aprile, grazie alla vittoria per 2-0 sul Wigan firmata da Barnes e Kightly, che ha matematicamente regalato la Premier League ai Clarets.
LE ASPETTATIVE - L'obiettvo del Burnley per questa stagione di Premier League è ovviamente la salvezza. Come ogni anno, in fondo alla classifica sarà bagarre: ai nastri di partenza i Clarets però partono abbastanza indietro secondo diversi addetti ai lavori. La squadra non dispone di grossi budget, a differenza delle avversarie, e ovviamente il mercato in entrata sta portando giocatori che potrebbero sì esplodere, ma che allo stato attuale non danno garanzie. Proprio questo è il problema: se Ings e Vokes si ripetono sugli stessi numeri, se la difesa tiene ancora, se il centrocampo regge, allora il Burnley se la può giocare alla grande; in caso contrario, difficilmente lo rivedremo in Premier League nella stagione 2015/16.
L'ALLENATORE - Il manager alla guida del Burnley dal 2012 è Sean Dyche. Classe 1971, ha iniziato ad allenare nel 2011, quando guidò il Watford in Championship, concludendo all'undicesimo posto. Il 20 ottobre 2012 subentrò a Eddie Howe, esonerato dalla dirigenza. Dyche ha un passato da calciatore: ha infatti giocato come difensore dal 1989 al 2007 con le maglie di Nottingham Forest (solo nelle giovanili), Chesterfield, Bristol City, Luton Town, Millwall, Watford e Northampton. Ha ottenuto quattro promozioni nella sua carriera, ma non ha mai disputato una partita di Premier League.
LO STILE DI GIOCO - Aggressività, corsa, solidità, in una parola: educazione calcistica. Dyche non ha plasmato una squadra particolarmente spettacolare, ma straordinariamente efficace ed educata tatticamente. Ognuno ha il suo ruolo, ben definito e cucitogli addosso: non ci sono fantasisti, non servono nella filosofia di Dyche, che predilige la compattezza difensiva. La forza è il contropiede, che viene finalizzato splendidamente dai due attaccanti, che devono essere grandi realizzatori. Da non sottovalutare la spinta dei terzini, che deve essere costante: Trippier e Mee devono fare un gran lavoro di corsa.
Saranno questi gli ingredienti che il Burnley userà per ottenere la salvezza: difficile, ma non impossibile.