Paura o orgoglio? Dentro o fuori? Quando a Natal sarà da poco scoccata l'una del pomeriggio l'Italia scenderà in campo per affrontare la Celeste in un match condito da un frullato di emozioni che solo una sfida Mondiale, senza ritorno, è in grado di regalare. Sei titoli iridati in campo, la tradizione azzurra contro la "garra" sudamericana, la voglia di vincere di Suarez e compagni opposta all'esperienza della nostra Nazionale. 90 minuti per dirimere dubbi e quesiti. Poche ore per trasformarsi da CT a tifosi.

La sconfitta con il Costa Rica ha ridimensionato l'Italia, mentre il ritorno del Pistolero ha riacceso l'Uruguay, ma il nastro, oggi, si riavvolge. Si riparte da zero, dimenticando il passato e l'ultima sfida in Confederations Cup terminata ai rigori. Si riparte, con una nuova Italia. Diversa da quella intimorita vista nella seconda sfida del girone. Prandelli naviga a vista, contrastando spifferi e possibili crepe. Nel momento di massima difficoltà ricorre all'antico. Difesa a tre, con un blocco cementato. Rispolverato Bonucci e con lui Chiellini e Barzagli. Si va con l'usato sicuro. Il recupero di De Sciglio lancia un'Italia giovane sugli esterni, ma soprattutto consente a Darmian di virare a destra. In mezzo ci affidiamo a Pirlo e al talento di Verratti, in cerca di consacrazione dopo il riposo di Recife. Davanti scocca l'ora di Balotelli - Immobile. Due punte vere per non concedere campo all'Uruguay, per lanciare un messaggio all'undici prescelto. "Ciro è un ottimo attaccante moderno, ha il senso del gol, attacca la profondità, torna e aiuta la squadra, se non si hanno questi requisiti non ci si può definire attaccante moderno. Ancora non so se giocheranno insieme con Mario, è logico che con due attaccanti si cambierà qualcosa, ma non conta il numero degli attaccanti ma il gioco espresso, abbiamo dei pensieri ma non sono ufficiali, voglio tenere tutti sulla corda, così saranno sempre pronti.”, così Prandelli.

L'Italia, a cui basta un pari per passare il turno, in virtù di una migliore differenza reti, scende in campo per vincere. L'approccio alla partita dirà molto del futuro azzurro. Lo sa Prandelli, che teme la carica agonistica della squadra di Tabarez. “In questo momento ho detto ai ragazzi di essere fiduciosi, di pensare positivo, non si possono fare questi ragionamenti, bisogna scendere in campo per vincere.” Nel complesso inferiore l'Uruguay, ma di certo temibile. La forza dei sudamericani risiede nel comparto offensivo. Dal miracolo Suarez alla certezza Cavani. Il bomber dei reds, operato a pochi giorni dal Mondiale, ha bruciato le tappe, presentandosi in campo contro l'Inghilterra. Due gol per dire al Mondo "Sono tornato". "Hanno accumulato stanchezza dovuta anche al grande caldo, e questo ci può agevolare. Dovremo approfittare degli spazi che potrebbero lasciarci: quando hanno il pallone sappiamo che l'Italia è una delle migliori al mondo ma, come l'Inghilterra, così come sono forti da metà campo in su, allo stesso tempo hanno delle carenze difensive. Ci sono dei compagni che hanno giocato e che giocano in Italia, e che sanno come possiamo punirli", ecco il guanto di sfida di Luis. La difesa è retta da Godin, grande stagione con la maglia dell'Atletico, e dal giovane Gimenez, con lo juventino Caceres a destra e l'ex interista Pereira a sinistra. Tra i pali una vecchia conoscenza del calcio italiano, Muslera.

Le noie per Tabarez sono in mezzo. Nella rosa dell'Uruguay tanti incontristi, ma poca qualità. Gargano, Arevalo Rios, Perez, mediani di rottura, ma non di impostazione. Il miglior comparto azzurro, illuminato dalle sapienti doti di Pirlo e Verratti, dovrà approfittare della pochezza di idee della Celeste.

L'assenza pesante in casa Italia è quella di De Rossi. Senza il giallorosso, Prandelli si trova scoperto ed esposto a rischi. Il cambio di modulo potrebbe essere figlio della carenza in interdizione degli altri centrocampisti azzurri. Con il 3-5-2, facilmente malleabile in un 5-3-2, l'Italia si ritrova più protetta in zona centrale. Difficile prevedere un rientro anche in caso di qualificazione agli ottavi per Capitan futuro. Più probabile la presenza in un ipotetico quarto.

Tabarez lascia aperta la porta a possibilità novità "Quando saprò la formazione di Prandelli allora darò istruzioni ai miei. Ecco perché mi riservo di cambiare qualche pedina rispetto alla squadra che ha battuto l'Inghilterra e che pure si è comportata benissimo. Il fatto che a loro basti un pareggio può essere un vantaggio alla fine, ma non prima. Nel senso che non condizionerà il comportamento dei miei ragazzi. E poi dopo la sconfitta contro la Costa Rica sapevamo pure alla vigilia del secondo match di non avere molte chance: bisognava fare i sei punti", esaltando le capacità emozionali di un popolo "Non credo che i nazionali uruguaiani siano attaccati al Paese più di quelli italiani, credo però nella loro superiore capacità di identificarsi col popolo, di interpretarne i sentimenti e le attese. Penso che Balotelli sia forte e dunque mi aspetto che giochi. Abbiamo preso le contromisure, i miei difensori sanno come va fermato. E se Prandelli caverà fuori qualche sorpresa dell'ultimo momento io cambierò la formazione per contrastarlo nel modo più efficace".

"Le nostre passioni sono state, sono e sempre saranno le sfide" Queste poche parole estratte da una lettera scritta da Diego Lugano ai tifosi raccontano di un pomeriggio inevitabilemente caldo, non solo per il torrido clima brasiliano.

Arbitro dell'incontro sarà il messicano Marco Rodriguez, fischietto dal cartellino facile. Rischia nell'Italia Mario Balotelli, dopo il giallo rimediato con il Costa Rica.

L'impianto che ospiterà l'incontro è l'Estadio das Dunas. Inaugurato nel 1972 conta circa 40.000 posti a sedere.

Probabili formazioni: